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NITTO ATP FINALS

I Magnifici Otto: Andrey Rublev

Potremmo chiamarlo Mr. Costanza: è sempre sul pezzo, costante, vince le partite che deve. Gli manca il guizzo contro i più forti perché non ha grosse alternative al suo gioco, ma la capacità di restare sempre vicino al campo è una dote spettacolare. Da studiare. 

Fabio Colangelo (ASICS Tennis Academy)
13 novembre 2023

È forse il meno noto dei Magnifici Otto, probabilmente il meno discusso, quello con meno followers su Instagram. Però è sempre lì e quest'anno ha compiuto un grande salto di qualità, pur tenendo conto di limiti strutturali che rischiano di diventare patologici nella sua testa (su tutti, l'incapacità d superare i quarti in uno Slam in nove tentativi). Però i numeri sono tutti dalla parte del figlio di un ricco ristoratore moscovita, emigrato alla scuola della fatica spagnola quando era un adolescente. È alla quarta partecipazione consecutiva ed è l'esempio di una frase valida in ogni ambito della vita: se non si migliora, si finisce giù. Soltanto muovendosi e progredendo si rimane tra i migliori. I suoi risultati lo dimostrano.

IL PUNTO FORTE
Il ritmo che riesce a imporre allo scambio è impressionante. Quando sta bene fisicamente tiene i piedi ben piantati nei pressi della riga di fondocampo, mettendo in atto un forcing che per l'avversario è snervante. Inoltre la sua costanza di rendimento è una nota di merito. Ricorda un po' il Berdych dei tempi belli: qualunque cosa succeda, a fine anno lo trovi sempre tra i migliori. Non si schioda dall'elite, significa che vince moltissime partite. Certo, il ceco ha raggiunto una finale a Wimbledon... Purtroppo per lui non vince quasi mai contro i fenomeni: anche per questo, a maggior ragione, la sua costanza di rendimento è ammirevole.

ASICS ROMA

IL PUNTO DEBOLE
È abbastanza semplice individuarne un paio: non ha un servizio straordinario, soptattutto la seconda palla è piuttosto attaccabile. La sensazione è supportata dai numeri: quest'anno è soltanto 26esimo nella percentuale di trasformazione con questo fondamentale (51,63%): non malvagia, ma insufficiente con ambizioni come le sue. Inoltre non possiede variazioni o Piani B davvero efficaci. Se trova un avversario che fa più o meno le stesse cose, ma le fa un po' meglio, non trova il modo di uscirne. Non è un caso che abbia battuto Sinner soltanto quando Jannik si è ritirato. La stessa cosa vale – all'ennesima potenza – contro Novak Djokovic. Lo ha trovato in condizioni non perfette a Bercy, eppure ha perso anche in quell'occasione. In sintesi, una reale mancanza di alternative al pressing forsennato da fondocampo.

COSA IMPARARE
Osservate la sua velocità di piedi. È rapido, pronto, reattivo. Adora stare vicino al campo, ma durante gli allenamenti tende a estremizzare il concetto, non vuole perdere campo in nessun modo. D'altra parte, in allenamento si prova sempre a creare situazioni ancora più complesse di quelle che si trovano in partita. Stare così vicino al campo è una sua caratteristica, ma denota un certo coraggio. Vuole sempre essere lui a fare gioco: in un match tra amatori, questo può fare la differenza.