Test Racchette

Head Graphene 360+ Extreme Tour

Uno stampo tutto nuovo nella famiglia Extreme che promette di diventare un vero bestseller: 305 grammi, 31,5 cm di bilanciamento e 98 pollici di ovale. Controllo, precisione e feeling ideali per il giocatore agonista

di Staff Padel Magazine
16 luglio 2020

Un cocktail ben riuscito. Con sorprendente dono di sintesi, uno dei nostri tester ha riassunto le caratteristiche di questo telaio che completa la famiglia Extreme. Si tratta di uno stampo completamente nuovo e che si stacca decisamente dai due principali modelli di questa linea, la MP e la Pro, l’arma di Matteo Berrettini (le quali hanno invece subìto un restyling grafico ma sono rimaste uguali nella sostanza).

O meglio, fino al cuore della racchetta, riprende le forme della Extreme, con l’interno degli steli che presentano una geometria sempre più utilizzata per ottenere stabilità all’impatto e quindi precisione nella traiettoria. Il resto invece, differisce totalmente: l’ovale è contenuto in 98 pollici, il profilo scende fino a 21 millimetri e comunque non supera mai i 23. Il bilanciamento a 31,5 centimetri regala una certa manovrabilità e il grado di rigidità fissato a 62 RA consente al telaio di reagire molto bene quando si impatta con forza e fa sentire la palla quando ci si affida alle rotazioni o al tocco, con un feeling all’impatto notevole, tipico delle racchette agonistiche. Lo schema corde da 16x19 aiuta un’uscita rapida della palla, con gli spin grommets che fanno lavorare la corda con una certa libertà, migliorando spin e controllo. Lo swingweight, che riassume in cifra l’attitudine alla spinta mettendo in correlazione i vari dati, a partire da peso e bilanciamento, è nella media: indica che serve comunque un braccio allenato per ottenere potenza, ma in cambio si ottiene adeguato controllo. In ogni caso, si tratta di un valore piuttosto confortante per un telaio agonistico.

Va ricordato che anche questo modello sfrutta il materiale in Graphene 360+ per redistribuire al meglio i pesi e ottenere un telaio più manovrabile e performante, senza perdere in termini di spinta, con le spiral fibers che si allungano all’impatto con la palla per offrire maggior flessibilità. L’impugnatura è piuttosto sottile (tradizione di casa Head) e sufficientemente tonda da favorire anche le prese estreme. C’è spazio comodo anche per le impugnature bimani.

In campo, il meglio lo offre in fase offensiva: l’assoluto controllo e precisione invita a pestare con estrema fiducia. La botta piatta è una sentenza, ma si può usare bene anche il top spin, meglio di quanto si potrebbe pensare visto certe caratteristiche tecniche. Chiaro, non è una spin machine e non vi è un facile accesso alla rotazione, nel senso che bisogna darci dentro per ottenere colpi pesanti e arrotati, però non è un muro. Il back è micidiale perché la palla esce dritta e fila via, alzandosi pochissimo. Sorprende la fase difensiva, quella che generalmente soddisfa meno in questa tipologia di telai. Invece si riesce a manovrare con tale agio che, anche quando si è in ritardo e bisogna remare, si riesce a farlo senza troppi fastidi, pur necessitando di una certa mano. A livello di potenza, Head ha creato un indice per ciascun modello: alla Extreme Tour è stato assegnato un index 500, pari a quello della Extreme Pro e della Speed MP, e superiore a quello della Radical MP (400)

È un cocktail ben riuscito: quando si mixano caratteristiche diverse, il rischio è di snaturarle. In questo caso invece, la miscela ha offerto un risultato notevole

È una racchetta che esalta la completezza, tanto i compromessi sono stati ben accettati. E qui si torna al discorso del cocktail ben riuscito. Quando si mixano caratteristiche diverse, il rischio è di snaturarle e creare un ibrido che non funziona. In questo caso invece, la miscela ha offerto un risultato notevole. Ecco dunque che si pesta e si tocca, si accelera con la botta piatta e si lavora la palla con le rotazioni, si gioca in offesa continua ma anche remando da fondo, quando necessario. Si fa un po’ tutto e, dettaglio non trascurabile, un po’ tutto bene. 

Il servizio è una favola perché il controllo è tale che si può picchiare senza perdere in precisione, anche se si fatica con la seconda perché non basta un colpettino di polso per generare spin e se ti viene il braccino, aiuto. Al volo si manovra bene, il feeling è ottimale anche quando si tocca di fino ma serve impattare secco per ottenere velocità.

In definitiva, una racchetta di ottima qualità, azzeccata nei suoi compromessi, completa come vogliono i giocatori agonisti moderni e che non presenta particolari lacune o estremismi. Diversi addetti ai lavori si sono già sbilanciati nel pronosticarla quale bestseller, almeno in questo categoria di telai, al punto da considerarla non solo un’alternativa alle classiche Radical o alle nuove Gravity, perché c’è la convinzione che possa anche superare questi modelli in termini di gradimento.