Player&Coach: Vinicius Trevisan

La giusta tensione

Attrezzatura
1 giugno 2020
di Staff Tennis Magazine
Scegliere la corda giusta non basta, bisogna anche trovare la corretta tensione, che può dipendere da tanti fattori: dalla tipologia di corda alo schema di incordatura, dalle condizioni atmosferiche all’altitudine

Fra gli aspetti che possono incidere maggiormente nella resa di una racchetta c’è la tensione delle corde. La scelta è chiaramente personale ma vi sono alcune regole di buon senso che dovreste seguire. Inoltre, la tensione richiesta spesso non è quella reale del piatto corde a causa di una serie di vizi procedurali commessi in fase di realizzazione dell’incordatura. Per ridurre al massimo tali circostanze, è consigliabile rivolgersi a personale qualificato in grado di garantire la massima qualità, costanza e precisione. Infine, è bene considerare che la tensione preferita con una data corda e un dato telaio in condizioni standard, può subire delle variazioni di ±1.5 kg in base alle condizioni ambientali, al campo e alla consistenza delle palle utilizzate.

Ora, considerando come punto di partenza delle condizioni standard, diamo alcuni punti di riferimento per la scelta della tensione su un telaio dal piatto corde di 98-100 pollici e schema di incordatura 16x19 con un drilling (distanza tra le corde) di tipo regolare. La tensione di riferimento deve essere scelta in funzione della rigidità della corda per sfruttare la massima resa elastica del filamento e poi eventualmente apportare delle variazioni nel caso si cerchi maggiore spinta o controllo.

Come risulta evidente, se adottiamo corde elastiche potremo scegliere tensioni più elevate; al contrario, se utilizziamo corde rigide dovremo adottare tensioni inferiori, in grado di compensare la maggiore rigidità del filamento rendendole comunque fruibili e senza trasformare il piatto della racchetta in una tavola di legno. 

Come tutti i materiali plastici, anche le corde risentono della temperatura e tendono a perdere tensione quanto più questa si alza. In condizioni particolarmente calde, sarebbe bene aumentare la tensione di almeno un kg

La tensione media di riferimento che abbiamo indicato rappresenta un punto di partenza da modulare in funzione delle proprie esigenze e delle caratteristiche dell’attrezzo. Racchette con spaziatura delle corde larghe (14x18, 16x16, 16x17, 18x16), possono necessitare di un incremento di tensione di uno-due kg rispetto a quanto indicato, come pure piatti corde più grandi, di tipo oversize. Generalmente si indica un aumento della tensione pari alla percentuale di incremento del piatto corde rispetto a uno standard di 100 pollici. Quindi, se si usa un ovale da 110 pollici, si incorderà a una tensione del 10% più alta. Allo stesso modo, per piatti corde con schemi di incordatura fitti, tipo 18x20, bisogna prevedere una riduzione di tensione mediamente quantificabile in un -10% rispetto a quanto indicato.

Variando la tensione potremo anche incidere sulla precisione dei colpi, la potenza e il controllo, dato che:
1. Abbassando la tensione delle corde si ottiene un maggiore angolo di uscita della palla dalla racchetta con una parabola più alta e una maggiore profondità del colpo. La maggiore potenza è favorita anche dalla minore potenza dispersa per deformazione e attrito a contatto con la palla. 
2. Alzando tale valore si ottiene invece un minore angolo di uscita dalla racchetta con una parabola più bassa e ficcante ma anche meno rapida, a causa della maggiore energia dispersa per deformazione e attrito a contatto con la palla. 


Un ulteriore elemento è la resa delle rotazioni, determinata dalla deformazione delle corde. La tensione (oltre ad altri fattori quali calibro, rigidezza e reattività della corda) ha un’incidenza importante sulla resa finale del sistema corda-telaio. La presa delle rotazioni, in particolar modo il top spin, è favorita da un maggiore affondamento della palla nel piatto corde; una diminuzione della tensione determina quindi una migliore presa dello spin dato pure che, a parità di potenza, l’effetto di scorrimento laterale e ritorno in sede del poliestere (snap-back), è molto più marcato che ad alte tensioni. Se al contrario siete alla ricerca di palle che filano via dritte, usate colpi piatti e rasoiate in back spin, allora tensioni mediamente più elevate faranno al caso vostro.

Tensione e problemi al braccio
Le corde e la loro tensione hanno dunque un’incidenza importante anche nei confronti dello shock trasmesso in fase di impatto; nella fattispecie, la sollecitazione sarà tanto maggiore quanto più alta sarà la rigidezza del piatto corde. In tutti i casi nei quali si abbiano problemi alle articolazioni del braccio, o le si vogliano prevenire, sarà meglio prediligere tensioni basse (16-20 kg) o medio basse (18-22 kg) in ragione anche alla tipologia di attrezzo che si sta utilizzando. Tensioni elevate, accoppiate a corde agonistiche, rigide e in poliestere su telai medio leggeri (280-300 grammi), sono la combinazione che aumenta maggiormente le possibilità di contrarre infortuni al braccio, oltre che la causa di un prematuro affaticamento dell’apparato tendineo muscolare, quantificabile in una misura media del 15-25%. Non poco nell’ambito di una partita. Dunque, telai leggeri + corde rigide produrranno maggior shock da impatto, mentre telai leggeri + corde elastiche, un minor shock da impatto.

Tensione e temperatura
Come tutti i materiali plastici, anche le corde risentono in modo sensibile della temperatura e tendono a perdere tensione quanto più questa si alzai. In condizioni particolarmente calde, sarebbe bene aumentare la tensione alla quale si è soliti incordare di almeno un chilogrammo per compensare le perdite dovute al rilassamento del materiale per via del calore. Allo stesso modo, quando le temperature scendono sotto i dieci gradi, è bene abbassare la tensione per non avere la sensazione di giocare con corde di vetro. Si raccomanda sempre di non lasciare le racchette dentro la sacca da tennis sotto il sole cocente o esposte al freddo.

La scelta della tensione da parte di Roger Federer dipende dalle condizioni di gioco. E si capisce come, in un'incordatura ibrida, a soffrire è soprattutto quella in budello. In un anno utilizza tra le 50 e 60 racchette.

Tensione e umidità
Anche l’umidità è un fattore ambientale che incide in modo determinante sulla resa delle corde, in particolar modo su quelle a base nylon, poliammide e poliuretano, quindi in buona sostanza su tutta la categoria dei multifilamenti e dei synthetic gut (e in misura anche maggiore sulle corde in budello naturale). L’innalzamento del livello di umidità nell’aria, palle bagnate e campo pesante possono determinare uno scadimento nella prestazione delle corde, un notevole calo della tensione e una minor resistenza. Anche in questo caso, è consigliabile salire di tensione in maniera adeguata, solitamente quantificabile in uno o due kg, in funzione anche della temperatura.

Tensione e palle
Un’altra componente fondamentale e sulla quale non si pone la necessaria attenzione, è la palla da tennis. Troppo spesso ci si trova a giocare con palle sgonfie, consumate e senza feltro, del tutto inadeguate. In funzione della tipologia di palle adottate e alla loro durezza, sarà bene adeguare la tensione dell’incordatura. Palle nuove e veloci necessitano di una maggiore tensione (+1kg), palle consumate, lente e sgonfie, di una minore (-2kg), per compensare la minor resa dinamica della palla e della sua reattività in fase di gioco. 

Tensione e superfici di gioco
Allo stesso modo delle palle, anche la superficie incide in maniera decisa. Se vi trovate a giocare su campi veloci, sarà logico alzare la tensione. Campi veloci come quelli in cemento o pvc impongono tensioni maggiori, mentre campi lenti come quelli in terra rossa consigliano di abbassare tale tensione, sempre entro un range di +1.5/-1.5kg.

Tensione e altitudine
Giocare in altura non è la stessa cosa che giocare a livello del mare: anzi, la differenza che si percepisce può essere molto evidente. La minore pressione atmosferica comporta una conseguente maggiore velocità della palla, come pure una espansione del gas posto all’interno del guscio in caucciù, con effetti diretti sulla reattività della palla stessa. Detto questo, quando si gioca sopra i 1.000-1.200 metri, è necessario adottare le opportune contromisure, salendo di tensione in misura variabile alle condizioni ambientali e alla superficie. Diciamo che solitamente un +1kg o -2kg dovrebbero essere la misura ideale per consentire un ottimale acclimatamento