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Ma come diavolo si batte Jannik Sinner?

Jannik Sinner ha vinto 24 dei 25 match fin qui disputati in stagione, una dimostrazione di superiorità assoluta. Ma chi, quando e dove potrebbe riuscire a batterlo? Abbiamo chiesto a un gruppo di tecnici di svelare l’identikit del più pericoloso avversario del fuoriclasse azzurro

Lorenzo Cazzaniga
12 aprile 2024

Il coach di Tallon Grieskpoor è stato cristallino dopo l’ennesima sculacciata presa dal suo giocatore: «Se c’è qualcuno che sa come si batte Jannik Sinner, mi chiami, please!». Quasi a voler istituire il 911 del tennis e forse preoccupati da un dominio che fin qui recita 24 vittorie e una sola sconfitta nella stagione in corso, la richiesta non pare aver trovato consulenti in grado di soddisfarla. Abbiamo quindi scomodato alcuni tecnici e coach per cercare la risposta alla domanda più complessa del mondo del tennis attuale: ma come diavolo si batte Jannik Sinner?

Massimo Sartori, storico coach di Andreas Seppi e tra i primi a scoprire il talento di Sinner, al punto da farlo trasferire all’accademia di Riccardo Piatti, è abbastanza risoluto: «In questo momento Jannik è troppo più forte degli altri. La terra rossa è la superficie meno congeniale, ma contro gli attuali avversari non corre grandi rischi. Solo Djokovic e Alcaraz hanno chance, gli altri devono sperare in una cattiva giornata». Sulla stessa linea anche Stefano Pescosolido: «In questo momento, la sensazione è che sia imbattibile. Una convinzione legata alle vittorie, ai miglioramenti tecnici, fisici e mentali. Infatti reagisce alla grande nei pochi momenti difficili che deve affrontare, con un record nelle palle break salvate che è sintomatico. Per uscire sconfitto deve incappare in una cattiva giornata. E l’altro in una particolarmente buona...». Al coro si aggiunge Fabio Colangelo, neo-coach di Lorenzo Sonego: «Sulla carta, l’unico modo per dargli fastidio è prendergli il tempo, come ha fatto Medvedev a Melbourne o De Minaur a Rotterdam. Però, guarda caso, in entrambi i casi l’ha comunque spuntata Jannik. La differenza è anche questa: contro tanti giocatori, hai la consapevolezza che se giochi in una certa maniera, vinci. Con Jannik, attuare al meglio la strategia giusta, può non bastare. Questo perché ha una sicurezza disarmante e gli avversari si sentono costantemente sotto pressione».

«In questo momento, la sensazione è che sia imbattibile. Per uscire sconfitto deve incappare in una cattiva giornata. E l’altro in una particolarmente buona...» Stefano Pescosolido

Ok, ma chi, quando e dove potrebbe farlo cadere? I nomi che circolano sono sempre gli stessi, Djokovic e Alcaraz, quest’ultimo l’unico capace di batterlo nel 2024, nella semifinale di Indian Wells. In realtà, Barbara Rossi ne avrebbe individuato un altro: «La terra battuta. È la superficie più complessa da gestire e credo che Sinner possa soffrire contro un giocatore capace di variare tanto gli angoli e le altezze dei colpi, di difendersi splendidamente e di ribaltare lo scambio in un attimo. E ancora, di alternare una palla molto carica di spin a una smorzata delicata». Ma esiste un giocatore così?: «Eh, si chiamerebbe Rafael Nadal. Hai presente quel match di quarti di finale contro Djokovic a Roland-Garros nel 2022? Ecco, quel giocatore avrebbe fatto molto male anche a Sinner». Però quel giocatore non c’è più, pre-pensionato da uno psoas infiammato, un ginocchio scricchiolante, un addominale incapricciato. «Ci sarebbe Alcaraz – continua Barbara – ma dovrebbe rimanere più tranquillo». Le fa eco Sartori: «Alcaraz ha i mezzi per battere Jannik però è giovane e non ha la stessa stabilità mentale. Un po’ come Sinner che ha dovuto passare attraverso dei momenti di crescita importanti». La musica non cambia ascoltando Pesco: «Alcaraz è il giocatore più completo in assoluto, però ha così tante soluzioni che spesso si confonde. Dal punto di vista tecnico lo si può considerare anche essere superiore a Sinner, ma non ha la sua costanza».

«Sul rosso Sinner potrebbe soffrire un giocatore capace di variare tanto gli angoli e le altezze dei colpi, di difendersi splendidamente e di ribaltare lo scambio in un attimo, di alternare una palla molto carica di spin a una smorzata delicata. Se esiste un giocatore così? Beh, c’era Rafael Nadal...» Barbara Rossi

In linea generale, Colangelo prova a disegnare l’identikit dell’avversario più pericoloso: «Un Dimitrov ma non Dimitrov. Mi spiego: un giocatore che, come il bulgaro, sappia variare la traiettoria dei colpi, le rotazioni, le soluzioni tattiche. Uno che sappia tenere giù il back e usare bene la smorzata. Però dovrebbe farlo a una velocità molto alta, non quella che riesce a esprimere Dimitrov. È un tennis molto difficile. Ecco, il miglior Nadal sul rosso non era solo il giocatore più forte ma anche quello col tipo di gioco ideale per infastidire Sinner». Si torna sempre lì, però manca l’attore protagonista.

«Djokovic è un giocatore unico, però in questo momento deve stare meglio di Sinner fisicamente per poterlo battere» Fabio Colangelo

Proviamo ad abbozzare altri nomi che, almeno sulla terra rossa, possono creargli qualche fastidio tecnico: il dritto di Casper Ruud (ma solo quello) e uno Stefanos Tsitsipas se improvvisamente ritrovasse una condizione accettabile. O magari lo Zverev che era avanti con Nadal nella semifinale di Parigi 2022, prima di spaccarsi una caviglia. Però è un arrampicarsi, come sottolinea Sartori che è piuttosto critico sulla nuova generazione: «Sinner comanda perché è un giocatore straordinario e perché la qualità degli avversari si è abbassata. Un tempo, oltre a Federer, Nadal, Djokovic e Murray, c’erano Del Potro, Wawrinka, Ferrer, Tsonga. Ora Jannik arriva in semifinale Slam vincendo 6-2 tutti i set». E nemmeno la fatica della lunga distanza dei cinque set è più un ostacolo: «Al contrario – sostiene Sartori -: ormai Sinner non rallenta più, è in grado di giocare alla sua velocità per tutta la partita. Sono gli altri che reggono fino a un certo punto, poi inevitabilmente cedono».

«Oltre ad Alcaraz, sulla terra potrebbe perdere dal miglior Rune» Jacopo Lo Monaco

Ma quali soluzioni tecnico-tattiche si potrebbe quantomeno immaginare di mettere in pratica? Lo Monaco entra nel dettaglio: «Cercherei maggiormente il servizio sul dritto e verso il corpo/dritto. In particolare, la seconda da destra al corpo e da sinistra al corpo o sul dritto. In risposta alla sua seconda palla, si deve provare a essere aggressivi per insinuare qualche dubbio. Se invece non si pensa di riuscire nell’intento, è sempre meglio rispondere al centro, anche con una parabola più alta. Nello scambio, consiglio di variare il più possibile l'altezza delle traiettorie e non provare a giocare allo stesso ritmo. Il back corto sul suo rovescio può dargli fastidio, così come la smorzata, quelle volte che si riesce a comandare il gioco. Invece, quando ti ritrovi a palleggiare sulle diagonali, devi cambiare per primo in lungolinea e se finisci sotto, meglio cercare il centro/destra». La questione del centro/destra non è politica, ma comunque ricorrente: «Bisogna giocargli addosso verso il dritto, è l’unica situazione dove fa ancora casino – conferma Sartori -. Però succede quando non è lui a controllare lo scambio perché se mette il piede sinistro davanti, allora fa malissimo anche con quel colpo».

«Sinner comanda perché è un giocatore straordinario e perché la qualità degli avversari si è abbassata. Un tempo, oltre a Federer, Nadal, Djokovic e Murray, c’erano Del Potro, Wawrinka, Ferrer, Tsonga. Ora Jannik arriva in semifinale Slam vincendo 6-2 tutti i set» Massimo Sartori

Colangelo invece si sofferma su un aspetto non trascurabile: Sinner passa per essere un maniaco del controllo, un tizio che gradisce poco gli imprevisti, ma il tennis è come il Monopoli e quella casella non è sempre evitabile: «Sinner ha costruito il suo tennis su tre colpi fondamentali che ora esegue meglio di tutti gli altri: servizio, dritto e rovescio. Quindi, ama giocare in condizioni ottimali e sempre uguali, come accade indoor e, in qualche modo, su hard court. Terra ed erba sono invece superfici che risentono maggiormente delle variazioni climatiche. Potesse controllare anche il clima, giocherebbe sempre con un bel sole che rende i campi più secchi, veloci, con un rimbalzo abbastanza alto e preciso. La terra bagnata e pesante abbinata a una bassa temperatura che rallenta le palle, sarebbero un fastidio. Così come l’erba scivolosa che potrebbe avvantaggiare un grande battitore. Insomma, l’imprevisto è il suo peggior nemico, così come tutto quello che è poco riproducibile in allenamento perché toglie sicurezza».

Finita qui? Mah, proviamo ad andare oltre. Dice ancora Colangelo: «Il capolavoro di Sinner e del suo staff è stato cambiare il movimento del servizio in piena stagione, l’anno scorso. In pochissimo tempo è diventato un colpo micidiale. In più, è cresciuto anche con la risposta e quindi comincia sempre lo scambio in maniera aggressiva. Però sul rosso è più difficile riuscirci. Arriveranno meno punti facili dal servizio e gli scambi saranno più lunghi. Sono curioso di vedere quali aggiustamenti apporterà al suo gioco. Chissà, magari userà di più il kick da sinistra. Però ormai è maturo per adattarsi alle situazioni, così come credo si diverta a provare qualche variazione perché non rientrava nei suoi schemi mentali. A Rotterdam l’ho visto scoppiare a ridere quando ha fintato una smorzata di dritto e giocato l’approccio in back. Un po’ alla Federer. Una volta non lo immaginava nemmeno».

«Il peggior nemico di Sinner è l’imprevisto, così come tutto quello che è poco riproducibile in allenamento perché toglie sicurezza» Fabio Colangelo

E se dal rosso ci spostassimo sulle altre superfici? «Sul cemento credo che Alcaraz sia l'unico che lo possa mettere in difficoltà – sostiene Lo Monaco -. Gli altri dovrebbero giocare una partita di altissimo rischio con percentuali di prime palle in campo superiori al 75%. E potrebbe non bastare. Sull'erba invece credo che Djokovic sia l’avversario più insidioso». Sui prati verdi, Colangelo stima un’altra insidia: «Premesso che Sinner gioca benissimo sull’erba e quest’anno il servizio sarà un fattore decisivo, anche perché ha migliorato pure lo slice che su questa superficie è particolarmente utile, a Wimbledon non puoi mai escludere Djokovic e pure Alcaraz, giocasse come l’anno scorso. Un altro pericolo restano i grandi battitori che amano l’erba: mi viene in mente Hubi Hurcakz che ti può servire 50 ace o un mancino come Ben Shelton da 80% di prime in campo».

Dunque, riassumendo, per battere Jannik Sinner si devono creare questi presupposti:
01. L’avversario deve chiamarsi Novak o Carlos.
02. Se l’avversario non si chiama Novak o Carlos, deve giocare il match perfetto.
03. Jannik deve svegliarsi con la luna storta.
04. Il campo deve essere un pantano di terra rossa o un’erba scivolosa.
05. Sul rosso, meglio un clima freddo per rallentare il gioco.
06. Se George Bastl ha battuto Pete Sampras a Wimbledon, tutto può succedere.