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ROLAND GARROS

Babbo Natale può passare anche a fine maggio

“È come se fosse venuto Babbo Natale a farmi un regalo”. Con queste parole, Pablo Andujar ha accolto il suo exploit contro Dominic Thiem, pochi giorni dopo quello su Federer. “Quello vale di più, perché Roger è un mito”. Tanta pazienza lo ha premiato: a 35 anni, vive il suo quarto d'ora di gloria.

Riccardo Bisti
31 maggio 2021

“Vengo da un periodo di trekking in Cile, quindi non sono molto in forma. Non so quanto sarei utile. Se è necessario, però, vengo”. Era un banale periodo di offseason. Tempo di gare a squadre, di Serie A. Pablo Andujar era tesserato per un club italiano, coi dirigenti disperati per l'improvviso forfait di un giocatore top. Lui figurava tra i tesserati e diede disponibilità a coprire il buco, nonostante il cattivo stato di forma. In questa frase c'è molto, se non tutto, dell'inatteso protagonista di giornata. Lui dice che la vittoria contro Federer a Ginevra vale di più, perché se la porterà dietro per tutta la vita. Comprensibile, ma sul piano tecnico la rimonta contro Thiem è superiore. Intanto perché era uno Slam, e poi perché non aveva mai battuto un top-5 ATP (e con i top-10 aveva un bilancio di 3 vittorie e 24 sconfitte). Di più: in tutta la carriera, non aveva mai rimontato un match dopo aver perso i primi due set (ed era successo 24 volte).

Dominic Thiem non si è ancora ritrovato, tra problemini fisici e un pesante calo di motivazione dopo il successo a New York, ma a Parigi vanta un record straordinario. Nelle ultime cinque partecipazioni non aveva mai perso prima dei quarti di finale (due finali, due semifinali e un quarto). Ed è facile sostenere che lo avrebbe vinto un paio di volte se non ci fosse stato di mezzo un certo Nadal. Chiunque conosce Andujar lo definisce delizioso: per questo, il suo successo non può che essere accolto con un sorriso. Inoltre dà una potenziale mano a Fabio Fognini, che avrebbe pescato Thiem al terzo turno. Adesso il tabellone si fa interessante. “Questa vittoria è un grande regalo – dice Andujar – io non sono un frequentatore dei grandi campi, raramente finisco sotto i riflettori. È come se fosse venuto Babbo Natale a farmi un regalo. Credo che la vittoria contro Federer mi abbia aiutato in termini di fiducia. In altri tempi, forse nel terzo set avrei mollato”. Invece ha continuato a fare la sua partita, con ordine.

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"Non sono un frequentatore dei grandi campi, raramente finisco sotto i riflettori. È come se fosse venuto Babbo Natale a farmi un regalo"
Pablo Andujar

Le fasi salienti della rimonta di Pablo Andujar

Quelli come lui non hanno un vincente in grado di tirarlo fuori dai guai, non possono affidarsi a un servizio bomba o a improvvise variazioni. Devono sudarsi ogni punto. E sanno che basta poco per perdere il giusto feeling. Sia pure a livelli più alti, anche Thiem è così. Lo spagnolo lo ha percepito e ha aspettato di raccogliere i frutti di tanta pazienza. Ha avuto ragione lui, imponendosi col punteggio di 4-6 5-7 6-3 6-4 6-4. “In svantaggio di due set, sono rimasto concentrato – racconta – sapevo di poter vincere il terzo e che qualcosa sarebbe potuto cambiare. La vittoria contro Federer mi ha dato quel pizzico di fiducia in più”. E così, a 35 anni compiuti, si è finalmente preso il suo giorno di gloria.

Proprio lui che era stato a un passo dal ritiro dopo un biennio da incubo (2016-2017), in cui non riusciva a venire a capo di un infortunio al gomito. Si è operato tre volte nel corso di un anno, con tre medici diversi. Un piccolo calvario da cui pensava di non uscire più. In quel periodo si è sposato con Cristina, ha trovato la forza di tenere duro ed è tornato forte come prima. I numeri dicono che non ha ancora migliorato il best ranking (n.32 ATP nel 2015), ma oggi Pablo si gode di più il momento e ha la gioia di tre figli (Pablo jr, Alex e Carlos). Grazie a loro, il tennis è diventata un'attività collaterale, un piacere, quasi un divertimento. Andujar vive ogni trasferta quasi come un'esperienza turistica, e tale approccio si riflette sul campo da tennis. Si gode l'ultima parte della sua carriera, ma non pensava di battere Federer e Thiem uno dopo l'altro.

Dominic Thiem non aveva mai perso al primo turno del Roland Garros

Esattamente 10 anni fa, Pablo Andujar perdeva un set clamoroso contro Nadal. Oggi si è preso la rivincita

“Non so se questo è il momento migliore della mia vita, ma di sicuro è quello che mi sto godendo di più – racconta – questo successo è spettacolare, ma la vittoria con Federer vale di più, lui è un mito”. Tornerà in campo mercoledì contro il vincente di Delbonis-Albot. Potrebbe benissimo perdere, ma intanto ha già scritto la sua favola. La favola di una brava persona che dice bad luck al suo avversario al momento della stretta di mano, come a concedergli un alibi. “È una mia abitudine quando vinco, l'ho fatto anche oggi. Thiem mi ha risposto che è stato un buon match”. L'infortunio gli ha insegnato a godersi al meglio quello che ha: per lui, giocare con Thiem sul Campo Chatrier è stato un regalo.

Ripete spesso il concetto di regalo, perché ha una corretta percezione della realtà che lo circonda. Non tutti i tennisti d'elite si rendono conto dei loro privilegi: Andujar sì, e per questo è giusto che Babbo Nadal (o Papa Noel, come lo chiamano in Spagna) abbia scelto di premiare proprio lui. A 35 anni, vale ancora di più. E il buon Pablo non sarà più ricordato come un magnifico perdente per quel match perso sette anni fa a Rio de Janeiro contro Rafael Nadal (12-10 al tie-break decisivo). O di quando, sempre contro Nadal, perse un set dopo essere stato avanti 5-1 e 40-15. Era il secondo turno del Roland Garros, dieci anni fa. La pazienza premia sempre.