Corruzione: squalificato un altro ufficiale di gara italiano

ATTUALITÀ

7 aprile 2024

Riccardo Bisti

Pesante squalifica per Manuel Guion, ufficiale di gara che arbitrava nel circuito ITF e faceva il giudice di linea nei Challenger. Ha ammesso una serie di violazioni del TACP, alcune piuttosto gravi, e ha accettato una squalifica di 5 anni e 6 mesi. Potrà riprendere l'attività nel 2029. 

Il fenomeno dei match truccati, o comunque dei tentativi di aggiustare l'esito degli incontri, sembra coinvolgere in modo trasversale tutti gli attori del mondo del tennis. Diversi giocatori sono stati sospesi, ma la questione riguarda anche gli ufficiali di gara. A meno di due anni dalla sospensione provvisoria a Francesco Totaro (ancora in corso, non ci sono state novità) l'ITIA ha squalificato (stavolta in modo definitivo) un altro ufficiale di gara italiano, l'emiliano Manuel Guion. La sanzione è piuttosto pesante: 5 anni e 6 mesi più una sanzione di 6.000 euro.

Guion ha collaborato alle indagini e ha ammesso cinque violazioni del Tennis Anti Corruption Program (TACP), alcune piuttosto pesanti: cospirazione per commettere il reato di corruzione, invito a un giocatore a commettere lo stesso reato, incoraggiamento alle scommesse sul tennis e scommesse a un evento in cui era ufficiale di gara. Il comunicato ITIA non fornisce ulteriori dettagli, ma informa che Guion è un ufficiale di gara a livello nazionale, pur avendo una qualche esperienza a livello internazionale: ha arbitrato incontri in tornei ITF da 15.000 dollari di montepremi, mentre nel circuito Challenger ha svolto il ruolo di giudice di linea.

L'International Tennis Integrity Unit ufficializza la squalifica a Manuel Guion

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Nella nota si informa che Guion ha rinunciato all'udienza, accettando la squalifica proposta dal giudice anti-corruzione, il francese Philippe Cavalieros. Per questo non c'è stato alcun processo e non ci saranno ricorsi. Nel periodo di sospensione non potrà lavorare in nessun evento organizzato dalle istituzioni membri dell'ITIA. Non vengono menzionate le competizioni nazionali, quindi non è chiaro se potrà eventualmente arbitrare tornei Open o qualsiasi evento sul territorio italiano e limitato all'attività nostrana.

Al di là del caso specifico, sono sempre di più i casi di ufficiali di gara pizzicati dall'ITIA, segno che si tratta di una categoria decisamente a rischio. In effetti, l'accesso – magari indiretto – a informazioni riservate può accendere la tentazione di trarne vantaggio personale. Eppure non c'è un particolare stigma sociale o mediatico, nel senso che certe notizie non hanno particolare rilevanza come invece accade – per esempio – per fatti come quello vissuto al Challenger di Napoli, in cui si puntava il dito contro il pubblico. Col paradosso che in quel caso non c'era alcun reato.