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LAVER CUP

Una Laver Cup da aggiustare

Il Team Europe vince un'edizione che sarà ricordata per la diatriba tra Zverev e il Team World. Confermate le sensazioni del passato: l'evento è ben realizzato (anche se l'assenza dei Big-Three ha evidenziato qualche crepa), ma per fare un salto di qualità deve cambiare. Ricordate la Grand Slam Cup?

Riccardo Bisti
27 settembre 2021

Chi cercava risposte dalla Laver Cup 2021 dovrà attendere ancora una o due edizioni. La maxi-esibizione ideata da Roger Federer e Tony Godsick è un prodigio organizzativo, ma è ancora difficile inquadrare il suo valore tecnico. Non certo per la qualità dei giocatori (da regolamento, dovrebbero essere convocati i primi sei europei e i primi sei extra-europei nella classifica ATP), ma per lo spirito con cui affrontano l'evento. Se ne è discusso a volontà nelle prime edizioni, nelle quali Federer è stato il mattatore e ha fatto squadra con l'amico-rivale Rafael Nadal e il rivale (e basta) Novak Djokovic. La tre giorni di Boston poteva essere un ottimo banco di prova per un evento dalle grandi ambizioni, ma privo dei Big Three. E qualcuno ha ironizzato sulla presenza in tribuna dello stesso Federer, con tanto di stampelle, come se fosse corso al capezzale di un evento che senza di lui rischia di non funzionare. In realtà è stato un weekend di pura transizione, in cui il Team Europe (forte di sei top-10) ha confermato una superiorità netta, anche se il punteggio finale (14-1) mortifica un po' troppo il Team World di John McEnroe. Nelle prime due giornate ci sono stati diversi match in cui i rossi sono arrivati a un passo dal vincere, ma l'hanno spuntata sempre i blu europei. In loco è stato un successo straordinario: sold out (o giù di lì) per l'intero weekend, discreto spettacolo e – senza dubbio – un vivo impegno da parte dei giocatori.

Confermate le sensazioni del passato: perdere non piace a nessuno, a maggior ragione quando in panchina ci sono alcuni tra i migliori e a capitanare le squadre ci sono Bjorn Borg e John McEnroe, con Rod Laver in tribuna a benedire il tutto. Inoltre si crea un sano clima da spogliatoio che viene sapientemente evidenziato dalle telecamere. Bello, e anche divertente. Però è altrettanto vero che i giocatori hanno la garanzia del compenso e l'evento (ci mancherebbe!) non offre punti ATP. Senza la fame di punti e dollari, è inevitabile che la Laver Cup sia derubricata a esibizione. Stupenda, bellissima, ma pur sempre esibizione. Con una mossa intelligente, l'ATP l'ha inserita nel proprio calendario per alimentare la visibilità del tennis in una settimana priva di eventi di rilievo. Senza più la concorrenza della defunta Coppa Davis (fino al 2018, le semifinali e i play-off si giocavano subito prima della Laver Cup), quest'anno si sono scontrati con i soli tornei di Metz e Nur-Sultan. Bisogna riconoscere che il clamore mediatico è stato medio-basso. La sezione tennistica del sito di ESPN non ha concesso una news principale all'evento, mentre il New York Times ha scritto due articoli, ma entrambi prima dell'inizio, ed entrambi focalizzati su altro: uno sui due capitani e uno sul coinvolgimento di Federer. Nulla sulla vicenda agonistica.

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Pensate che tra qualche anno i Medvedev, gli Zverev e tutti gli altri diranno in una conversazione tra amici di aver vinto la Laver Cup? Ecco, appunto. E le chiacchiere a tavola sono spesso più veritiere delle interviste ufficiali.

La sintesi ufficiale della Laver Cup 2021: oltre metà del filmato si sofferma sugli eventi collaterali...

Questa edizione sarà ricordata soprattutto per il battibecco tra Alexander Zverev e il Team World dopo il doppio di venerdì notte, unico punto vinto dai ragazzi di McEnroe. Le telecamere hanno intercettato una conversazione sulla panchina World, in cui McEnroe era furioso per le parole del tedesco, il quale avrebbe detto: “Questo è l'ultimo punto che vincerete”. A un certo punto interviene Reilly Opelka, il quale aggiunge con sarcasmo: “Ha anche detto di essere innocente...”, alludendo allo scandalo che lo vede coinvolto per le dichiarazioni dell'ex fidanzata Olga Sharypova (lo ha accusato di maltrattamenti e violenza domestica). Sul campo ha avuto ragione Zverev: da allora, il Team World è rimasto a secco, incassando la sconfitta numericamente più pesante dal 2017 a oggi. Proprio Zverev ha raccolto i punti decisivi nel doppio con Andrey Rublev, fissando il punteggio sul 14-1. E c'è da credere che non andrà a cena con Opelka, vista la freddezza e gli sguardi glaciali della loro stretta di mano. Più in generale, non sono sfuggite le espressioni scocciate di quasi tutti i giocatori World durante la premiazione.

In sintesi, e vista la concomitanza della Ryder Cup di golf, questa edizione ha acuito il divario con la manifestazione golfistica. “Per raggiungere il livello della Ryder Cup non dovrebbero esserci altri tornei in contemporanea – ha detto John McEnroe – gli altri giocatori non dovrebbero avere l'opportunita di ottenere punti ATP altrove”. Con tutto il rispetto, un'opinione ingenua: come si può pensare che la visibilità della Laver Cup possa essere minimamente scalfita dai tornei di Metz e Nur-Sultan? Il problema risiede altrove e – tutto sommato – McEnroe ha detto una cosa giusta partendo da una premessa sbagliata. La Laver Cup è un gioiellino commerciale: in un calendario strapieno di eventi non era facile creare un prodotto che avesse un'identità così marcata, oltre a essere indubbiamente coinvolgente perché diverso dal resto del circuito. La sua collocazione in calendario e alcune sfumature regolamentari, tuttavia, la rendono un'esibizione, sostantivo che fa inferocire chi la ama alla follia.

Roger Federer e Rod Laver hanno "benedetto" la quarta edizione della Laver Cup

La semifinale del 1993 tra Pete Sampras e Petr Korda è forse il match più iconico del decennio della Grand Slam Cup

Come fare? A nostro parere, bisognerebbe guardare la storia recente e prendere spunto dall'esibizione che ha funzionato meglio di tutte: la Grand Slam Cup. Un breve recap per i più giovani: ideata dall'ITF nel 1990 per contrastare le neonate ATP Finals, si giocava all'Olympiahalle di Monaco di Baviera e proponeva un tabellone a 16 giocatori, a cui erano ammessi i giocatori che avevano raccolto più punti nei quattro Major. Ottavi e quarti al meglio dei tre set, semifinali al meglio dei cinque, montempremi-monstre di 6 milioni di dollari, di cui due al vincitore. 100.000 dollari per gli sconfitti al primo turno, 50.000 per le due riserve. Nessuna pretesa di essere un evento ufficiale, ma aveva premesse tecniche straordinarie che l'hanno resa un torneo seguitissimo e amato dal pubblico. Alcuni match sono passati alla storia, al punto che nelle ultime due edizioni si provò a coinvolgere le donne. La Grand Slam Cup è scomparsa nel 1999, un po' perché si era esaurita la spinta propulsiva del tennis tedesco, un po' in virtù dell'accordo tra ATP e ITF per il nuovo Masters, a cui avrebbero avuto diritto a partecipare non più i primi otto del mondo, ma anche i vincitori Slam (a patto di essere tra i top-20), oltre a riconoscere retroattivamente l'albo d'oro della Grand Slam Cup. Da allora è passato molto tempo, ma quell'esperienza potrebbe essere utile per rilanciare la Laver Cup.

Intanto andrebbe collocata a fine stagione (o magari all'inizio), in modo da non avere concorrenza di altri tornei (in modo da cementare la sua identità, come auspicato da McEnroe), poi dovrebbe essere organizzata in modo diverso, più simile al tennis vero ma senza perdere alcune caratteristiche che la rendono unica. In questi giorni si sono sentite diverse proposte: inserire i tennisti russi nel Team World, creare una competizione mista con uomini e donne, porre limiti geografici meno sfumati... Ragionamenti che lasciamo volentieri ai creativi, ma che in effetti migliorerebbero la competizione attuale, che pure ha un vivo potenziale vista l'attuale debolezza della concorrenza (Coppa Davis e ATP Cup sembrano andare verso la fusione, la Fed Cup ha trovato una sede per miracolo, la Hopman Cup vorrebbe rinascere ma non si sa né come, né quando). La quarta edizione della Laver Cup ci ha lasciato due sensazioni contrastanti: da un lato, conferma di avere un potenziale straordinario. Dall'altro, se rimane così com'è, rischia di restare un po' accartocciata su se stessa: un capolavoro economico e di marketing, ma senza particolare valore tecnico. Alcune edizioni della Grand Slam Cup sono rimaste nella memoria collettiva, resistendo all'usura del tempo nonostante fosse una competizione senza punti ATP. Al contrario, pensate che tra qualche anno i Medvedev, gli Zverev e tutti gli altri diranno in una conversazione tra amici di aver vinto la Laver Cup? Ecco, appunto. E le chiacchiere a tavola sono spesso più veritiere delle interviste ufficiali.