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IL LIBRO

Le (sorelle) Williams: la vera storia

Contestualmente all'uscita del film con Will Smith, nelle librerie italiane è uscito “Le Williams” di Andrea Frediani e Matteo Renzoni, il cui sottotitolo recita: “la storia mai raccontata della famiglia che ha cambiato il tennis femminile”. Lettura imperdibile, una sorta di pillola rossa dopo il racconto edulcorato del film.

Riccardo Bisti
1 febbraio 2022

È un periodo decisamente florido per l'editoria sportiva, tennistica in particolare. La grande popolarità del nostro sport – tra grandi personaggi e vivacità organizzativa – ha favorito il proliferare di titoli. Se fate un salto nella sezione sportiva delle principali librerie italiane, scoprirete che il tennis rivaleggia con ciclismo e motori come discipline con più libri alle spalle del Dio Pallone. In un contesto così vario, l'appassionato è chiamato a riconoscere quelli davvero meritevoli da quelli trascurabili, scritti per cavalcare l'onda del momento. E sono fin troppi. Fa certamente parte della "lista buona" Le Williams (Newton Compton Editori), 320 pagine scritte a quattro mani da Andrea Frediani e Matteo Renzoni, un storico e un giornalista, le cui competenze si sono intrecciate per raccontare la vicenda di una famiglia che ha cambiato il paradigma dello sport femminile. Se è vero che prima di Venus e Serena ci sono state diverse campionesse di colore, non era mai capitato che due sorelle rivoluzionassero uno sport riservato a ricchi o presunti tali, rigorosamente bianchi. Tutto questo è stato possibile grazie a papà Richard. Oggi è un uomo di quasi 80 anni, vittima di gravi problemi di salute (due ictus cerebrali), al punto che qualcuno avrebbe provato ad approfittarne: qualche anno fa, l'ex moglie Lakeisha era stata indagata per aver approfittato della sua incapacità di intendere e volere, falsificando alcune firme per appropriarsi di una casa. Quella di Richard Williams è una vecchiaia triste, ma non cancella il suo ruolo da visionario che si è intrecciato col tennis nel 1978, quando vide Virginia Ruzici vincere il Roland Garros e incassare un assegno di qualche decina di migliaia di dollari.

In quel momento decise che avrebbe messo al mondo due figlie, le avrebbe fatte giocare a tennis e le avrebbe condotte al numero 1 del mondo. Un progetto folle. Nel giugno 1980 sarebbe nata Venus, nel settembre 1981 è arrivata Serena. Ed è iniziata una storia che le ha portate a vincere 30 Slam soltanto in singolare, oltre ai tanti successi in doppio, gli ori olimpici e decine di altri titoli. Papà Richard è tornato alla ribalta perché in questi mesi è uscito il film sulla sua vita, King Richard, in cui è interpretato da uno degli attori più famosi: Will Smith. La prima risale a novembre, l'uscita nelle sale italiane è di qualche settimana fa, anche se il titolo è l'infelice Una famiglia vincente. Le critiche sono ottime, soprattutto per la fantastica interpretazione di Smith. Il film, tuttavia, santifica un po' troppo la figura di Richard, al punto da pensare che sia una sorta di vendetta delle figlie dopo il malinteso del lungometraggio Venus and Serena, uscito nel dicembre 2012. Avevano collaborato alla produzione, dando libero accesso alla loro intimità, garantendo 450 ore di riprese. Al momento della pubblicazione, tuttavia, lo boicottarono perchè non avevano gradito il modo in cui era stato etichettato il padre: troppo presente nelle loro vite, scarsa moralità, rapporti extra-coniugali e un'etica più che discutibile. Per questo – al di là della struttura narrativa – King Richard racconta solo una parte della storia.

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Un consiglio? Guardare prima il film e poi tuffarsi nel libro, per emozionarsi con la pillola blu e poi scoprire l'altra faccia della medaglia con la pillola rossa di matrixiana memoria.

Andrea Frediani e Matteo Renzoni presentano il loro "Le Williams"

E allora un libro come Le Williams diventa una lettura preziosa perché priva di condizionamenti, e in cui si può trovare una storia ricca e approfondita, senza il timore di affrontare le parti oscure e scabrose di una vicenda molto affascinante, iniziata ben prima dell'esordio di Venus tra le professioniste (a Oakland, nel 1994), o dei servizi realizzati da Sports Illustrated nei primi anni '90, quando andarono a Compton a raccontare la vita di due aspiranti campionesse che si allenavano su campi pubblici, schivando pallottole tra gang rivali. Giurano che l'aneddoto sia vero, anche se – dopo qualche problema iniziale – Venus e Serena divennero un po' le mascotte del sobborgo e beneficiarono di una sorta di immunità. Non è un caso che proprio Richard Williams, armato di macchina fotografica, abbia urlato in mondovisione Straight Outta Compton! Dopo il successo di Venus a Wimbledon 2000, nel tempio del perbenismo tennistico. Un omaggio a un luogo malfamato, cantato dai NWA, che però gli era rimasto nel cuore. Le competenze di Frediani e Renzoni si sono mischiate in modo perfetto in virtù dei loro background, tanto diversi quanto compatibili. Il primo (classe 1963) è un divulgatore storico, scrive per diverse riviste ed è un autore decisamente prolifico, avendo scritto saggi e romanzi. Le sue opere sono state tradotte in sette lingue e hanno venduto oltre un milione di copie.

Renzoni è nato nel 1984, lavora dal 2008 nella redazione di Sky Sport e Le Williams è il suo terzo libro dopo Colpi di Scena (10 colpi iconici della storia del tennis) e Ho fatto trentuno (biografia del calciatore Sergio Pellissier). Con una ricerca indipendente, Frediani ha ripercorso la parte meno famosa della storia, ancora prima che Venus & Serena nascessero. Perché la vita di papà Richard, in effetti, era da film. Cresciuto in povertà a Shreveport, Lousiana (uno degli stati più razzisti degli Stati Uniti), ha conosciuto l'illegalità ancora bambino e ha sviluppato il più profondo odio razziale. Furioso con il padre, che abbandonò la famiglia lasciando la madre sola a crescere cinque figli, e incapace di difenderlo quando fu picchiato da tre uomini bianchi (e talmente vigliacco da fuggire quando se la presero con lui), li odiava a morte. E odiava la loro espressione più razzista, il Ku Klux Klan. Sentimento alimentato dalla barbara uccisione del suo migliore amico, trovato impiccato, appeso a un albero e con entrambe le mani tagliate. Per questo consumò la sua vendetta rubando l'uniforme del Klan, dipingendosi le mani e andando a bastonare una coppia di bianchi dopo aver pedalato fino al loro quartiere. Una storia cruda, che il film con Will Smith ha accuratamente evitato di raccontare.

Oltre a 30 Slam in singolare, Serena e Venus Williams hanno vinto 14 Major in doppio. Rigorosamente in coppia

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Sin da quando Venus e Serena erano bambine, la loro storia aveva attirato giornali e TV nel ghetto di Compton

Non ha avuto limitazioni, invece, l'apprezzabile ricerca di Frediani e Renzoni, che ha poi abbracciato le tappe più importanti dell'epopea delle Williams. Vittorie, cadute, tragedie (l'uccisione della sorellastra Yetunde Price, proprio a Compton) e rinascite. Oltre a mile controversie come la scelta di non giocare a Indian Wells per quindici anni a causa degli atteggiamenti – a loro dire – razzisti di un pubblico inferocito per una semifinale in famiglia mai giocata, con forfait di Venus a pochi minuti dall'inizio. Accusarono papà Richard di manipolare l'esito delle sfide in famiglia e scaricarono la loro rabbia durante la finale contro Kim Clijsters, fischiando Serena (in campo) e il duo Richard-Venus (sugli spalti). Il libro sia apre con questo racconto, ma in Le Williams c'è molto altro, compreso il Grande Slam mancato da Serena nel 2015. Sembrava tutto apparecchiato per il trionfo, invece si mise di mezzo Roberta Vinci, ironicamente la giocatrice più amata proprio da Renzoni, a rovinare l'American Dream e regalare un'irripetibile finale tutta italiana.

L'evento è raccontato nel capitolo “2015: l'incompiuta”, ormai nella fase finale di una vicenda che sta per chiudere la sua parte tennistica. Già, perchè nel 2022 Venus e Serena compiranno rispettivamente 42 e 41 anni. Non si sono ancora formalmente ritirate ed è difficile ipotizzare che possano vincere ancora. Tuttavia, guardandosi indietro, possono farlo con orgoglio perché nessuno ha cambiato la storia della propria disciplina come è riuscito a loro. E Le Williams di Andrea Frediani e Matteo Renzoni racconta nel modo giusto – preciso, appassionato e documentato – una storia che doveva essere imprigionata su carta. La nostra idea è che la visione di Una famiglia vincente e la lettura di Le Williams siano perfettamente compatibili. Un consiglio? Guardare prima il film e poi tuffarsi nel libro, per emozionarsi con la pillola blu e poi scoprire l'altra faccia della medaglia con la pillola rossa di matrixiana memoria. Solo così si potrà raccontare di aver abbracciato – per davvero – l'epopea della Williams Family