The Club: Bola Padel Roma
RISCHIO

L'Australian Open 2021 potrebbe cambiare data

Il governo del Victoria avrebbe vietato l'ingresso dei tennisti nel territorio australiano fino al 1 gennaio, il che farebbe saltare ogni piano di quarantena e di regolare svolgimento dei tornei, costringendo a una complessiva riorganizzazione del calendario. Il governatore Andrews si dice comunque fiducioso per lo svolgimento del primo Slam stagionale.

Riccardo Bisti
18 novembre 2020

L'Australian Open 2021 potrebbe essere rinviato. E si spera che non arrivino notizie ancora peggiori. È la breaking news emersa nelle ultime ore. Il motivo è semplice: il governo del Victoria avrebbe deciso di permettere l'ingresso nel Paese soltanto dal 1 gennaio. Considerato il periodo obbligatorio di quarantena, pare evidente che non potrebbero esserci tornei fino a metà mese, con conseguenze di vario genere. A darne notizia è stata l'ATP in una comunicazione inviata ai suoi associati. In pochi minuti, le notizie sono filtrate rapidamente. “Nelle discussioni con Tennis Australia avute nelle ultime 24 ore, siamo stati informati che ci sono alcuni nuovi ostacoli in merito alle date di arrivo pianificate in precedenza – scrive l'ATP – continuiamo a lavorare con Tennis Australia in modo da confermare i piani per gennaio, e vi forniremo un aggiornamento non appena sarà disponibile. Comprendiamo che ci sia incertezza sull'avvio della stagione 2021 e stiamo facendo tutto il possibile per garantire il miglior calendario”.

Tennis Australia dovrebbe rilasciare i primi commenti in queste ore. La questione è comunque chiara: i giocatori avrebbero dovuto sbarcare down under intorno a metà dicembre, in modo da combinare la quarantena obbligatoria e la rifinitura della preparazione. Da gennaio, sarebbero iniziati i primi tornei. La questione si era complicata qualche giorno fa, quando è stato comunicato che si giocherà esclusivamente nello Stato del Victoria, poiché non era stato ottenuto il nulla osta per gli spostamenti interni. I tornei di Brisbane e Hobart avevano già ufficializzato il rinvio, mentre si sono susseguite una serie di indiscrezioni sulle modifiche legate all'ATP Cup. Da Londra, Novak Djokovic aveva parlato di una possibile riduzione a otto squadre. In realtà, le notizie emerse un paio di giorni fa erano state immediatamente bloccate da Daniel Andrews, governatore del Victoria. Aveva specificato che non c'era nulla di certo, e che non era stato ufficializzato neanche lo svolgimento dell'Australian Open dal 18 al 31 gennaio. In Australia c'è allerta massima per i contagi da COVID-19, sia pure con numeri bassissimi, se paragonati a quelli europei. In particolare, è stato individuato un focolaio nel South Australia, il che ha spinto gli stati limitrofi a chiudere nuovamente i confini.

"Negli ultimi 14 giorni, il tasso di contagio a Melbourne è zero: comprendo che siano prudenti, perché non vogliono metterlo a repentaglio" Paul Annacone
Qualche settimana fa, l'Australian Open inaugurava così la sua campagna di avvicinamento all'edizione 2021. Oggi c'è il serio rischio che il torneo debba rinunciare alle date previste

Prende piede lo scenario secondo cui i giocatori potrebbero uscire dalla quarantena appena in tempo per lo svolgimento dell'Australian Open (previsto il 18 gennaio), esordendo senza nessuna partita ufficiale nelle gambe. C'è poi il dilemma delle qualificazioni: in teoria inizierebbero una settimana prima, con i tennisti ancora in isolamento. Non sono emerse informazioni sullo svolgimento o meno del torneo preliminare, che ora potrebbe essere a forte rischio se le date non cambiassero. Sono arrivate parole di speranza dallo stesso Andrews, il quale ha ribadito che si tratta di un'operazione molto complessa, da svolgere correttamente. “Stiamo lavorando con Tennis Australia e i loro partner, e siamo fiduciosi che l'Australian Open si possa giocare”.

In questo momento ci troviamo in un limbo – ha detto Paul Annacone, attuale coach di Taylor Fritz – quando ci sono di mezzo le autorità, l'unica chance è avviare un dialogo per capire cosa si può fare. In questo momento siamo fermi. Negli ultimi 14 giorni, il tasso di contagio a Melbourne è zero: comprendo che siano prudenti, perché non vogliono metterlo a repentaglio”. Un altro possibile scenario è lo spostamento degli altri tornei a dopo l'Australian Open, anche se ci sarebbero un paio di controindicazioni. Da una parte, la loro utilità: i tornei dell'estate australiana hanno funzione preparatoria, di messa a punto. Non si capisce che significato avrebbero dopo. E poi ci sarebbe la concomitanza con i tanti tornei di febbraio, periodo in cui il tour si snoda tra Europa, Stati Uniti e Sudamerica. Davvero avrebbe senso giocare Adelaide e/o l'ATP Cup a febbraio?

Daniel Andrews, governatore dello Stato del Victoria
Il film ufficiale dell'Australian Open 2020, ultimo Slam giocato prima della pandemia

Quando è uscita la notizia dello spostamento dei tornei in Victoria, la smentita di Andrews era stata immediata: “Mi sembra che sia passato il messaggio che sia già tutto fatto: in realtà non è così – ha detto – le autorità sanitarie devono firmare una serie di accordi, non ancora siglati. Ovviamente vogliamo ospitare i tennisti, proprio come accadrà per il Boxing Day Test (storico match di cricket in programma a Melbourne ogni 26 dicembre tra l'Australia e una nazione ospite: quest'anno sarà l'India, ndr). Il fatto è che il cricket attira un gruppo ristretto di persone, mentre col tennis è diverso. Tutti amiamo l'Australian Open, ma arriva in un momento in cui il resto del mondo è in fiamme”. Insomma, dopo aver faticosamente conquistato il contagio zero (peraltro a costi molto elevati per la popolazione), l'Australia non vuole correre rischi ed evitare qualsiasi possibile contaminazione. C'è da credere che nei prossimi giorni si rincorreranno notizie e indiscrezioni, più o meno ufficiali. Per adesso, si possono ipotizzare tre scenari.

  1. Cancellazione dei tornei precedenti e Australian Open in campo senza alcun match di preparazione.

Difficile, anche perché causerebbe un danno economico non indifferente per Tennis Australia. Al di là del torneo ATP di Doha (la cui collocazione a inizio gennaio sembra davvero a rischio), è improbabile che si possa giocare in altri Paesi: la quarantena di 14 giorni è una conditio sine qua non per chiunque metterà piede in Australia.

  1. Spostamento in avanti di tutti i tornei e Australian Open posticipato di un paio di settimane.

Visto che i tornei post Australian Open non sono tappe cruciali (a febbraio non ci sono Masters 1000, ma solo alcuni ATP 500) potrebbe esserci un lavoro congiunto tra ATP e WTA per limitare i danni e dare il via alla stagione con 15 giorni di ritardo, facendo iniziare l'Australian Open a inizio febbraio. Il tempo perduto si potrebbe (forse) recuperare comprimendo un po' le date a marzo, con Indian Wells e Miami che solitamente occupano quattro settimane. Per ora, si tratta di una semplice suggestione.

  1. Cancellazione definitiva dei tornei australiani.

Sarebbe un duro colpo per il mondo del tennis e una beffa per la federtennis australiana, che peraltro ha già stanziato oltre 30 milioni di dollari in misure di sicurezza. Visto che Wimbledon è caduto in piedi grazie all'assicurazione, gli australiani rischierebbero di essere gli unici a rimetterci economicamente, visto che USTA e FFT si sono salvate con il regolare svolgimento dei loro tornei. L'impatto sociale ed economico sarebbe enorme.