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WIMBLEDON

Alcaraz-Djokovic: questione di testa

Carlos Alcaraz ha ammesso che sfidare Novak Djokovic lo rende nervoso. Per questo, il suo approccio mentale alla finale di Wimbledon sarà decisivo. “Farò esercizi con la mia psicologa”. I numeri e i pronostici sono tutti per Nole, ma occhio al record di Carlitos al quinto set...

Riccardo Bisti
16 luglio 2023

Isabel Balaguer. Se questo nome non vi dice niente non preoccupatevi, perché la psicologa di Carlos Alcaraz non ama i riflettori. Però è probabile che questa professionista di Valencia, con cui il numero 1 lavora da inizio 2020, potrebbe condizionare il rendimento del suo assistito nella finale di Wimbledon. Carlos Alcaraz contro Novak Djokovic, numero 1 contro numero 2, con una postilla ad accrescere il fascino: tra i due ci sono quasi sedici anni di differenza. Sarà la finale di Wimbledon con il maggior gap generazionale. I numeri fanno pensare a un successo di Djokovic: la pensano così anche i bookmakers, che quotano un successo del serbo intorno all'1.50. In fondo Nole ha vinto per sette volte questo torneo e la sua ultima sconfitta sul Centre Court risale a dieci anni fa, nel giorno-delirio del primo successo di Andy Murray. Inoltre ha un bilancio spettacolare sull'erba, 115 vittorie e 18 sconfitte. Cosa può contrapporre Alcaraz, oltre alla gioventù e alla fame smodata (“Ma ce l'ho anch'io, quindi sarà un bel banchetto” ha scherzato Nole)?

Anche lui ha un record niente male sui prati: 15 vittorie e 2 sconfitte (contro Medvedev nel 2021 e contro Sinner l'anno scorso, sempre a Wimbledon). Inoltre ha vinto gli ultimi undici match su erba, con tanto di successo al Queen's. “Non credo che in molti si aspettassero che Carlos fosse già così forte su questa superficie, perché il suo tennis si è sviluppato su terra e cemento. Si è adattato con grande rapidità agli avversari e alle circostanze, e per me è una grande qualità”. Ma il ricordo della semifinale del Roland Garros è troppo recente per non essere un fattore: dopo due set di grande tennis, Alcaraz è stato travolto da crampi nervosi ed è rimasto in campo per onor di firma. “Preparerò il match allo stesso modo sul piano fisico, ma cambierò su quello mentale” ammette Alcaraz, che proverà a essere meno nervoso rispetto a un mese fa. “Devo godermi il momento, nel primo set non mi ero divertito per niente. Devo avere un approccio mentale diverso, farò qualche esercizio per mantenere la calma e dimenticarmi che gioco contro Novak”.

Data la fame di successo di entrambi, Novak Djokovic ha paragonato la finale di Wimbledon a un "banchetto"

«Devo avere un approccio mentale diverso. Farò qualche esercizio per mantenere la calma e dimenticarmi che gioco contro Novak» 
Carlos Alcaraz
ASICS ROMA

Ed eccola, la chiave che potrebbe sbloccare in un senso o nell'altro la finale di Wimbledon: “Lavoro con una psicologa da inizio 2020” ha detto Alcaraz, alludendo a quella Isabel Balaguer che in tempi non sospetti aveva già ringraziato. “Senza di lei non sarei dove mi trovo adesso” aveva detto dopo la vittoria allo Us Open. Carlitos conosce da tempo il valore della forza mentale: prima della Balaguer aveva lavorato a lungo (tra gli 8 e i 16 anni) con un'altra mental coach, Josefina Cutillas. Mai come stavolta, tuttavia, il suo approccio mentale sarà decisivo. “Per Novak sarà un momento in più, per me sarà l'attimo più importante della mia vita” ha ammesso lo spagnolo, che in semifinale ha tenuto a bada Daniil Medvedev con un triplo 6-3, pur mostrando qualche crepa nel terzo set.

È stato aiutato dalla scarsa concretezza del russo, che ha combinato più di un pasticcio quando metteva i piedi dentro al campo. Non potrà permetterselo contro Djokovic, perché Nole ha imparato a fare le cose per bene anche nel gioco di volo. Non avrà mai lo stile di un Edberg, un Sampras, un Federer, ma quando si presenta a rete sa cosa deve fare. E sa che contro Alcaraz non potrà permettersi attacchi interlocutori: dovrà accorciare il campo con qualcosa in mano. Sarà una grande finale perché entrambi hanno le armi per mettere in difficoltà l'avversario, ma l'aspetto mentale è quello che fa preferire Djokovic. Con il suo inglese ancora scolastico, Alcaraz ha lanciato un messaggio importante: giocare contro Djokovic lo rende nervoso. E per questo il ruolo di Isabel Balaguer sarà cruciale, se non decisivo.

Djokovic non perde sul Centre Court dalla finale del 2013 contro Andy Murray

A Parigi, Djokovic e Alcaraz offrirono grande spettacolo per due set. Ma poi...

“Di sicuro ho più esperienza di lui – ha detto Djokovic – questo può aiutare nella gestione di alcuni momenti, soprattutto a inizio partita, ma non è un fattore decisivo. Chi starà meglio sul piano tecnico e fisico vincerà la partita”. Affermazione comprensibile, ma crediamo che – mai come in questo caso – l'approccio mentale sarà un fattore-clou. Dovesse vincere, Djokovic intascherebbe il 24esimo Slam e aggancerebbe Margaret Court come tennista più titolato di sempre negli Slam, e terrebbe viva la speranza di completare il Calendar Grand Slam. Da parte sua, Alcaraz sogna di abbattere un regno come riuscì quindici anni fa a Rafael Nadal, che nel 2008 bloccò la striscia vincente di Roger Federer. Quel Nadal che aleggia anche in questa edizione: nel terzo set della semifinale contro Sinner, uno spettatore ha gridato “Vamos Rafa” per infastidire Djokovic mentre doveva fronteggiare due setpoint. Il serbo se l'è cavata e lo ha zittito simulando un pianto.

Segno che la sua forza mentale è talmente grande da permettersi di sfidare il pubblico. Come detto, i bookmakers danno favorito Novak Djokovic: il suo successo paga 1.50, con preferenza più o meno analoga per la vittoria in tre set (3.40) e quella in quattro (3.80), preferendolo anche in caso di conclusione al quinto set: il 3-2 Djokovic paga 6.25 la posta in palio, il punteggio analogo a favore di Alcaraz è quotato 7.75. In mezzo a tanti numeri pro-Nole, tuttavia, ce n'è uno che può incoraggiare lo spagnolo: in carriera ha giocato nove partite al quinto set, vincendone otto (con l'unica sconfitta contro Berrettini all'Australian Open 2022). Anche Djokovic ha un bilancio eccezionale (38-10, con l'ultima sconfitta quattro anni fa), ma la sensazione è che – qualora il match dovesse diventare una bagarre fisica, le speranze di Carlitos aumenterebbero. Mettiamoci comodi.