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WIMBLEDON

Jabeur si conferma, Rybakina sorprende

Ons Jabeur ed Elena Rybakina: saranno loro a giocarsi il titolo a Wimbledon. La tunisina si concede un set di distrazione ma non rischia contro Tatjana Maria, mentre la kazaka sorprende Simona Halep, franata in un mare di doppi falli. Comunque vada, avremo una nuova vincitrice Slam. 

Riccardo Bisti
7 luglio 2022

Non ci fosse stato un set di distrazione, giustificato da un divario enorme per una semifinale Slam, Ons Jabeur avrebbe impiegato ancora meno per regalare all'Africa la sua prima finale a Wimbledon. Dopo aver fallito al Roland Garros (eliminata al primo turno dopo il successo a Madrid e la finale a Roma), a Wimbledon non si è concessa distrazioni. Non ha giocato un torneo perfetto, ha lasciato qualcosa qua e là, ma ha sempre fatto valere la sua qualità. Non poteva essere altrimenti nella semifinale contro Tathiana Maria: è finita 6-2 3-6 6-1, in un match condizionato dalla profonda amicizia tra le due. La Jabeur è chiamata “zia Ons” dalle figlie della Maria, autrice di un torneo ben oltre le aspettative. Le due si concedono grigliate e barbecue in compagnia, dunque non ci si poteva attendere chissà quale tensione agonistica.

E dopo il match si sono concesse un sentito abbraccio. “Volevo assolutamente condividere il momento con lei – ha detto la Jabeur – è una fonte di ispirazione per tante giocatrici, me compresa. Non so come abbia fatto a tornare così forte dopo aver avuto due bambine”. Sin dal primo punto si è capito che sarebbe stato un match vecchio stile: più slice che topspin, più tocco che potenza. Entrambe cambiavano regolarmente rotazioni, ritmo e traiettoria dei colpi. Nel primo game (durato 16 punti e con tre palle break annullate), la Maria ha cercato spesso la via della rete. Sapeva che nello scambio da fondocampo non aveva grosse chance. Sfruttando la sua maggior persanteza di palla, la Jabeur ha comunque brekkato al terzo e al settimo game. Con la grinta che la contraddistingue, la Maria ha continuato ad affidarsi al veleno del suo tennis.

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Ons Jabeur è consapevole del valore sociale, quasi culturale, dei suoi successi nel tennis

È bastato un lieve calo di concentrazione e la Jabeur è piombata in un mare di errori che hanno permesso alla tedesca di portare il match al terzo. Ma sarebbe stato clamoroso proseguire così: è bastato riaggiustare il mirino e la Jabeur ha ritrovato se stessa: volèe smorzate, dritti sulla riga e servizi millimetrici. In pochi minuti si è portata sul 5-0 e ha chiuso un paio di game dopo. “È un sogno che si avvera dopo anni e anni di sacrifici – ha detto la tunisina – finalmente ha pagato e spero che vada avanti per un altro match. Sono una donna tunisina, orgogliosa di essere qui oggi. Provo a essere una fonte d'ispirazione, non solo per il mio Paese: vorrei che ci fossero sempre più giocatrici arabe nel circuito”.

Per conquistare un clamoroso titolo a Wimbledon se la vedrà con Elena Rybakina. Nella seconda semifinale, la kazaka (che però è russa di nascita e cultura...) ha giocato un match fantastico, forse il migliore della sua carriera, e ha rifilato un doppio 6-3 a Simona Halep, interrompendo una striscia di 12 vittorie di fila della rumena sui prati londinesi. Con servizi a 190 km/h e bordate con il dritto, la Rybakina ha sfruttato la rapidità della superficie e non ha evidenziato il tremore che ogni tanto le viene quando deve chiudere un match. Aiutata da una Halep disastrosa al servizio (ha commesso ben 9 doppi falli) è stata perfetta per quasi tutto il match, salvo un pessimo game di servizio sul 6-3 2-1. Lì il match poteva girare, ma la Halep non ha sfruttato il momento e ha permesso alla Rybakina di andare nuovamente in fuga. E stavolta non si è più fatta riprendere. Al netto delle considerazioni sulla reale provenienza della Rybakina, c'è una notizia: il Venus Rosewater Dish sarà sollevato da una giocatrice nuova, e in rappresentanza di uno Paese ancora a secco di tornei del Grande Slam. Sabato 9 luglio 2022, dunque, sarà un giorno storico.

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