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IL CASO

I metodi dell'Accademia di Rafa Nadal

Hanno destato un certo scalpore le dichiarazioni della 18enne Ariana Geerlings: qualche mese fa ha lasciato l'accademia di Rafael Nadal perché i metodi erano troppo duri. In tanti le hanno riprese, stravolgendone il senso: non c'era nessun atto d'accusa. “E Rafa è una bravissima persona, mi hanno accolto e sostenuto sin dal primo momento”. 
Riccardo Bisti
5 dicembre 2023

Sono bastate un paio di frasi per creare un piccolo caso. Ariana Geerlings non voleva creare alcun clamore mentre realizzava un'intervista con Punto de Break: suo malgrado, alcuni passaggi sono stati ripresi dagli organi di informazione di mezzo mondo per sottolineare come i metodi di allenamento della Rafa Nadal Academy siano molto duri... forse troppo. Qualcuno è arrivato a parlare di accuse e addiittura di bullismo, parola mai utilizzata da questa 18enne che oggi è numero 752 WTA e deve la sua popolarità a un paio di episodi: il recente successo ai Campionati Europei Under 18, e le apparizioni nel documentario sull'accademia di Nadal, trasmesso da Prime Video. Oggi la Geerlings (nata a Granada da madre spagnola e padre olandese) ha lasciato il tempio nadaliano per tornare a Murcia, laddove si allena presso il Murcia Club de Tenis. Nessun legame con Carlos Alcaraz, cresciuto in un altro club.

Le sue recenti prestazioni in alcuni tornei ITF (finale a Castellon, secondo turno al W100 di Valencia) hanno acceso l'interesse su di lei. L'intervista ha varcato i confini della Spagna a causa di alcune risposte sull'esperienza triennale presso l'accademia di Nadal, ma senza che molti sottolineassero come aveva approcciato il tema. “È stata un'esperienza molto bella, incredibile, mi hanno sostenuto sin dal primo momento. Mi hanno fatto maturare e rendermi conto di quello che comporta una carriera nel tennis. Inoltre hanno facilitato lo studio, mentre a casa sarebbe stato diverso”. Basterebbe questa premessa per interpretare correttamente alcune frasi che – riportate fuori contesto – facevano sembrare l'accademia come un luogo in cui i baby-tennisti vengono trattati troppo duramente. “Bisogna vivere l'esperienza per comprendere cosa sia meglio per te – dice la Geerlings – a oggi, penso di aver preso una buona decisione nel lasciare Manacor”.

ASICS ROMA
«Seguono la stessa filosofia di Rafa: tanto allenamento e poco riposo, sono molto concentrati sul campo. Questo provoca molti infortuni, perché non tutti hanno il fisico di Rafa» 
Ariana Geerlings

Incalzata dall'intervistatore Fernando Murciego, ha effettivamente raccontato alcuni aspetti meno... promozionali dell'accademia. “Provano a costruire dei mini Nadal? Qualcosa del genere. Si appoggiano molto alla sua traiettoria, dedicano moltissime ore all'allenamento. Toni Nadal è molto presente, mi sono allenata abbastanza con lui. Seguono la stessa filosofia di Rafa: tanto allenamento e poco riposo, sono molto concentrati sul campo. Questo provoca molti infortuni, perché non tutti hanno il fisico di Rafa. Molti non riescono ad allenarsi cinque ore al giorno, senza avere giorni di riposo”. La Geerlings ha poi proseguito, sostenendo che tutti gli allievi sono tenuti ad allenarsi lo stesso numero di ore. “Ma se sei molto stanco ti lasciano riposare”. A ben vedere, l'affermazione successiva è rivelatrice. “Secondo me dovrebbero fare cose più specifiche per un singolo, analizzarlo e decidere cosa è meglio per lui. Tuttavia, capisco che si tratta di un'accademia e non possono esserci piani specifici per i singoli atleti”.

Tutto qui: un'accademia di fama mondiale accoglie decine, centinaia di aspiranti campioni. Ed è umanamente impossibile creare programmi personalizzati. Funzionava così anche da Nick Bollettieri, funziona così in ogni luogo particolarmente affollato. Magari per qualcuno non va bene, ma per altri sì. Ariana Geerlings si è resa conto di far parte della prima categoria e ha scelto di cambiare, senza polemiche e senza parlare male della realtà di Manacor, laddove resiste la filosofia imposta ormai tanti anni fa da Toni Nadal nei confronti del nipote. “All'inizio si impone... e anche alla fine – dice di lui Ariana – però ha la qualità di separare i momenti di allenamento da quelli in cui si può scherzare. Di certo ti obbliga a dare il 100% e non vuole che si perda tempo. Parla ogni giorno di Rafa, di quando era piccolo e dell'intelligenza quando capiva che era giunto il momento di non sbagliare. E poi racconta della sua evoluzione, in cui ha sempre mantenuto la sua mentalità di ferro”. Non esattamente il quadro di una prigione a cielo aperto come sembrava leggendo alcuni titoli.

Ariana Geerlings è nata a Granada l'1 settembre 2005. Il padre è olandese, la madre spagnola

Ariana Geerlings racconta il suo recupero dopo il grave infortunio ai legamenti del ginocchio, avvenuto nel 2021

Sulla serietà della proposta della Rafa Nadal Academy non ci sono dubbi, anche perché lo stesso Rafa non accetterebbe mai nulla di diverso dall'eccellenza. “È una bravissima persona – ha concluso Ariana Geerlings – si potrebbe pensare che uno come lui si comporti come il Re del Mambo, ma Rafa è tutto il contrario. Nel club è uno dei tanti, sempre cortese e familiare. Mi hanno accolto super-bene sin dal primo giorno, sia lui che la sua famiglia”. Nata sette anni fa, con un'inaugurazione alla presenza di Roger Federer (“Se i miei figli volessero giocare a tennis, li manderei senza dubbio qui” disse lo svizzero), la Rafa Nadal Academy by Movistar si è sviluppata in modo impressionante: oltre a offrire strutture di primissimo piano (ci sono 19 campi in cemento), c'è la foresteria, una scuola internazionale, il museo, il negozio e tutto quello che serve per un aspirante professionista, senza dimenticare programmi pensati anche per chi non ha ambizioni di questo tipo.

Tra i professionisti (escludendo la frequente presenza di Casper Ruud) ci sono alcuni ragazzi che si sono formati proprio a Manacor e sperano di diventare testimonial della bontà del metodo: c'è Abdullah Shelbayh (n.187 ATP e recente protagonista alle Next Gen Finals), i giovani spagnoli Daniel Rincon (n.181) e Martin Landaluce (n.448, è stato il primo classe 2006 a entrare tra i top-500 ATP), senza contare il paraguaiano Daniel Vallejo (n.465), l'hongkonghese Coleman Wong (n.252) e la mini-star Yaroslav Demin, già n.1 junior e finalista a Wimbledon. Tutto fa pensare che, prima o poi, emergerà un top-player interamente formato in questa accademia. Per il resto, nessuno – nemmeno Toni Nadal – ha la pretesa di pensare che il Metodo Nadal sia l'unico possibile, o il migliore in assoluto. Per Ariana Geerlings non era così, e soltanto il tempo ci dirà se le sue scelte sono state le migliori. Intanto ha fissato l'obiettivo per il 2024: entrare tra le top-300. Il resto sono sogni, e i sogni si possono inseguire da qualsiasi parte. Che sia una maxi-accademia o un piccolo club di provincia.