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IL PERSONAGGIO

Oro, incenso e Mirra

Il nuovo prodigio è una russa di 16 anni: Mirra Andreeva ama camminare sotto la pioggia e possiede un talento sopraffino. A Madrid si è arresa soltanto ad Aryna Sabalenka, che ha messo fine a una striscia di 16 vittorie. Sorella minore di Erika (n.114 WTA), ha scelto di allenarsi in Francia anziché all'accademia di Nadal. 

Riccardo Bisti
2 maggio 2023

“Camminare nella pioggia ti fa sentire più importante / Perché stare male è più nobile per te”. Non crediamo che Mirra Andreeva conosca Lasciarsi un giorno a Roma di Niccolò Fabi, anche perché le sue cuffie bluetooth passano musica più adatta ai suoi 16 anni, con giusto qualche concessione a leggende del passato come Michael Jackson e i Queen. E poi non sarà a Roma per gli Internazionali. Ma le piace camminare sotto l'acqua, forse per quella sensazione di libertà, forse perché è meglio che sopportare i 40 gradi sotto zero che ogni tanto si registrano a Krasnoyarsk, laddove è nata il 29 aprile 2007. Quel giorno, la più nota tennista siberiana di sempre, Maria Sharapova, aveva già vinto due prove del Grande Slam. È finita che ne ha vinti cinque, diventando la sportiva più pagata di tutte. Va da sé che Mirra vuole fare di più, specie dopo il travolgente esordio tra le professioniste, sublimato da uno spettacolare percorso al Mutua Madrid Open, in cui ha onorato la wild card concessale da IMG. Battendo Leylah Fernandez, Beatriz Haddad Maia e Magda Linette, è diventata la prima 16enne a raggiungere gli ottavi in un torneo di categoria (almeno da quando c'è stata la riforma del circuito: a suo tempo, Martina Hingis aveva già vinto un paio di titoli analoghi).

Superando la Haddad Maia, è diventata la settima giocatrice a battere una top-20 prima di compiere i sedici anni, almeno dal 2000 a oggi. Risultati che hanno acceso improvvisamente i riflettori su una ragazzina che ha compiuto sedici anni nel giorno del successo contro la Linette. Il fenomeno dei baby-prodigi si è un po' diradato, ma ogni tanto emerge qualche nome. Prima di lei, l'ultima a emergere era stata Coco Gauff, il cui staff (da papà Corey a Patrick Mouratoglou) era indignato per le norme WTA che impediscono alle minorenni di giocare più di un certo numero di tornei professionistici. Non sembra un grosso problema per la Andreeva, che nel 2023 non potrà giocarne più di dieci. “Per questo parteciperò ancora a qualche torneo junior, magari gli Slam” ha detto. Intanto lunedì prossimo entrerà tra le top-150 WTA, ottima consolazione per il 6-3 6-1 incassato contro Aryna Sabalenka, numeri alla mano la miglior giocatrice del 2023. Dopo un buon inizio (ha avuto una palla break per portarsi sul 3-1 nel primo set), si è un po' disunita. E ci mancherebbe altro.

«Da piccola, quando mi davano qualche giorno di riposo, non facevo altro che pensare al tennis. Sento di appartenere a questo sport»
Mirra Andreeva

Prima di cedere alla distanza, Mirra Andreeva ha messo in difficoltà Aryna Sabalenka

In fondo sono passati tre mesi da quando la Sabalenka vinceva l'Australian Open, mentre lei – nello stesso torneo – buttava un po' via la finale-derby nella prova junior contro Alina Korneeva. “C'è voluto del tempo per digerire quella sconfitta, ho avuto bisogno di tempo per recuperare, ma in questo senso è stato importante il mio coach: mi ha detto che tra cinque anni non avrei nemmeno ricordato quel torneo e contro chi ho giocato”: Lui è Jean-Cristophe Faurel, che in passato aveva lavorato proprio con... Coco Gauff. Già, perché la vita di Mirra (e della sorella maggiore Erika, classe 2004 e n.114 WTA) si è snodata in Francia grazie ai buoni uffici di IMG. Era il 2019 quando la maxi-agenzia americana ha messo gli occhi addosso alle due sorelle russe, vedendo in loro un potenziale almeno analogo a quello delle sorelle Fruhvirtova. Di loro si occupano gli agenti Juan Akuna e Lev Kassil, i quali si sono ben presto resi conto – ancora prima della guerra russo-ucraina – che la Russia non era il luogo adatto per sviluppare il loro talento. 25 anni fa, Maria Sharapova lasciò la Siberia per spostarsi a Sochi, salvo poi intraprendere il suo American Dream a Bradenton. Il percorso di Erika e Mirra è un po' diverso. Hanno iniziato a giocare presso l'accogliente Tennis Hall di Krasnoyarsk, una polisportiva che mette a disposizione sei campi: tre in terra battuta all'aperto e tre indoor in Taraflex, manto sintetico ormai in disuso da anni nei circuiti ATP-WTA. A maneggiare il loro talento la maestra Marina Pavlova, che ancora oggi Mirra ringrazia. I suoi insegnamenti sono un punto di riferimento per lei, ancora oggi.

Non le avrà fatto troppo piacere spostarsi a Sochi, ma la priorità era trovare un clima migliore. Sulle rive del Mar Nero è stata seguita da Kirill Kryukov, poi è arrivato il momento di cambiare. “Il nostro agente ci ha presentato due soluzioni: l'Elite Tennis Center di Cannes e la Rafa Nadal Academy di Manacor – racconta – sapevamo che Daniil Medvedev si era allenato a Cannes, abbiamo trascorso una settimana di prova, ci siamo trovate molto bene e da inizio 2022 ci siamo trasferite in pianta stabile”. E chissà che non sia proprio Mirra a convincere i webmaster del sito a togliere Daniil Medvedev dalla home page: l'immagine del n.4 ATP viene ancora utilizzata, ma ha lasciato la struttura qualche tempo fa. Per adesso Mirra fa parte di una lista di atleti di cui fanno parte anche le connazionali Anna Blinkova e Varvara Gracheva (anche se quest'ultima sta per prendere la cittadinanza francese). “Ho tirato i miei primi colpi a due anni perché mia sorella giocava, ma ho iniziato seriamente a sei anni” racconta Mirra, che attribuisce ogni merito alla madre. “Sono felice che mi abbia indirizzato verso il tennis: da piccola, quando mi davano qualche giorno di riposo, non facevo altro che pensare al tennis. Sento di appartenere a questo sport”. E pensare che la famiglia non ha chissà quale background tennistico. Anzi, mamma Raisa si è appassionata quando era incinta di Erika. Incuriosita dai successi dei russi dell'epoca (Kafelnikov, Safin, Youzhny, Dementieva, Myskina, Kuznetsova, la prima Sharapova) prese a seguire ogni torneo come se fosse una serie TV. Una passione che l'ha convinta a lasciare il lavoro quando si è resa conto del talento delle figlie.

La striscia vincente della Andreeva è partita vincendo il torneo ITF di Chiasso (Foto di Mattia Martegani)

Mirra Andreeva vive e si allena a Cannes con la sorella maggiore Erika

Il paragone con le sorelle Williams è sin troppo facile, e la stessa Mirra ammette che buona parte dell'attenzione mediatica è veicolata proprio da questo. “Se dovessi affrontare mia sorella, credo che la prima volta vincerebbe lei perché ha più esperienza. E poi, se giocassi una smorzata, partirebbe venti secondi prima perché mi conosce benissimo”. Con il suo staff di tecnici francesi (oltre a Faurel c'è Jean-Renè Lisnard) ha lavorato duramente per migliorare il dritto, mentre è convinta di avere nel rovescio (“Soprattutto nella soluzione lungolinea”) e nel servizio le sue armi principali. “Mi piace molto variare il ritmo e giocare la palla corta, credo di assomigliare un po' a Ons Jabeur”. A Madrid ha vissuto l'esperienza come se fosse una gita a Disneyland, emozionata per essere riconosciuta e salutata dai big come Medvedev ed Andy Murray. “Che dal vivo è molto bello”. Tale affermazione, pronunciata a favore delle telecamere di Tennis Channel, è arrivata allo scozzese. Lui non si è fatto sfuggire l'occasione per una battuta via Twitter: “Pensate che cosa otterrà quando le aggiusteranno la vita” ha scritto Andy, che in questi giorni è impegnato in primo turno vintage al Challenger di Aix-en-Provence, non troppo distante dalla base di allenamento della Andreeva, contro Gael Monfils.

Lo scozzese e il francese hanno 75 anni in due, mentre Mirra ha ancora atteggiamenti da post-infanzia, anche se il suo profilo Instagram è chiaramente gestito da un social media manager. Curiosandolo, tuttavia, si scova un'antica foto in cui posa con Svetlana Kuznetsova. Un'altra immagine la vede con Mikhail Youzhny, un'altra ancora con Elena Dementieva, con cui ha potuto allenarsi la scorsa estate a Mosca, presso la J-Pro Tennis Academy. Perché le sorelle Andreeva non hanno reciso il legame con il Paese natale: ogni tanto tornano a Krasnoyarsk (magari non in pieno inverno...) per staccare la spina e tenere vivo il legame con i familiari. Ma il suo futuro è altrove, sui campi più importanti del mondo. Intanto si è già garantita la certezza di giocare le qualificazioni al Roland Garros, che forse preparerà giocando il WTA 125 di Firenze. Per adesso vive tutto come un regalo, anche se è già iniziata la suggestione legata al suo nome. Il regalo è lei, proprio come la resina ricavata dagli alberi che il Re Baldassarre portò in dono a Gesù Bambino nel racconto del Vangelo secondo Matteo. Chissà se i suoi genitori erano al corrente di questa leggenda quando hanno scelto di chiamarla così...