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LA STORIA

Il mio nome è Federer. Roger Federer

Non tutti sanno che Roger Federer ha un omonimo. Faceva il fabbro, è diventato un artista dell'acciaio e realizza opere di vario genere, ispirandosi soprattutto alla musica rock. Ha anche realizzato diversi ritratti del tennista, conosciuto nel 2018. Cosa significa chiamarsi Roger Federer... senza essere Roger Federer?

Riccardo Bisti
27 settembre 2022

Faceva il falegname in diverse aziende, ma a un certo punto ha detto basta. Una vita dignitosa ma anonima non lo soddisfaceva. E così ha detto, tra sé e sé: “Basta, voglio fare qualcosa che mi soddisfi”. Si è messo in proprio, creando uno studio tutto suo. Fabbro e artista, compone opere di vario genere partendo dal suo materiale preferito: l'acciaio. Una storia come tante, non fosse che l'uomo in questione si chiama... Roger Federer, proprio come l'artista della racchetta che ha detto addio in occasione della Laver Cup. Alla 02 Arena di Londra c'erano Bjorn Borg e John McEnroe nelle vesti di capitani: curiosamente, i giocatori preferiti di questo (quasi) 53enne di Widnau, cittadina di 10.000 abitanti nel Cantone San Gallo, a due passi dal confine con l'Austria, con la Germania e persino col Liechtenstein. Classe 1969, figlio di uno scultore di nome Peter, Roger 2 (per comodità è meglio chiamarlo così...) ha seguito le orme del padre ma era anche appassionato di tennis. Oltre a Borg e McEnroe, seguiva con passione Steffi Graf. Non ha mai amato Martina Hingis, anche se proveniva da Trubbach, mezz'ora d'auto da casa sua.

Poi è stato travolto dalla popolarità di Roger 1: un'omonimia del genere non poteva passare inosservata, specie in un piccolo Paese, con appena otto milioni e mezzo di abitanti. Si chiamasse Mario Rossi, o John Smith... ma così come fai a restare anonimo? Per anni, è stato travolto da questa omonimia: gli aneddoti sono mitigati dalla proverbiale riservatezza svizzera, ma non mancano. Una volta – quando il web commerce non era così diffuso – ha ordinato un modellino di aeroplano in un negozio in Germania. Durante la conversazione telefonica, gli chiesero se fosse il tennista. “Non c'è nessun vantaggio nel chiamarsi Roger Federer – racconta – la vita ti dà solo quello che meriti. Anzi, con un nome del genere hai maggiori aspettative e ti metti ancora più pressione”. Per questo, Roger 2 può essere orgoglioso di quello che ha messo in piedi. Il suo studio si chiama Steelworld ed è un piccolo miracolo. Da umile operaio, si è inventato il ruolo di artista dell'acciaio. Un materiale che esercita su di lui un fascino immenso. “Il mio punto di partenza è sempre l'acciaio – racconta – poi lo sistemo, lo taglio e disegno quello che mi ispira, dando sfogo alla mia immaginazione. È un lavoro che richiede tempo, sudore, forza, costanza, sangue e tanto impegno”. Proprio come il tennis.

«Non c'è nessun vantaggio nel chiamarsi Roger Federer. Anzi, con un nome del genere hai maggiori aspettative e ti metti ancora più pressione» 
Roger Federer, 52enne di Widnau
ASICS ROMA

La presentazone d Stelleworld, lo studio d'arte di Roger Federer

Il Federer di Widnau apprezza il tennis ma la sua stella polare è la musica rock, in particolare gruppi da leggenda come i Pink Floyd e gli AC/DC. L'opera a cui è più affezionato è la rappresentazione di due chitarre della band australiana, realizzata nel 2013 (per i loro 40 anni di attività). Impiegò 500 ore per realizzarla. Talmente sofisticata che, volendo, quelle chitarre d''acciaio possono essere collegate a un amplificatore ed essere suonate. “La vita senza musica rock è inconcepibile” racconta l'uomo che parla in tedesco ma pronuncia il nome Roger con cadenza francese. Quando deve ricordare qualche aneddoto, racconta le espressioni incuriosite della polizia doganale. “Di solito guardano il passaporto un paio di volte, mi squadrano... ma spesso non dicono nulla”. L'episodio più curioso risale a quando quando mise in vendita alcuni accessori per modellini ferroviari su Ricardo, principale portale svizzero per la compravendita di oggetti usati (e non solo). Una sorta di Ebay in salsa elvetica.

“L'acquirente mi chiese di autografare la scatola con gli accessori... la questione fu ripresa persino dalla TV nazionale, che diffuse la fake news secondo cui Roger Federer stava offrendo degli oggetti su Ricardo”. Chissà se la vita di Roger 2 cambierà con il ritiro di Roger 1. Probabilmente no, perché il fabbro-artista aveva già trovato la sua strada. E poi ha sempre avuto una certa ammirazione per l'omonimo campione. Per anni ha rinunciato a ore di sonno per seguire i suoi match notturni, poi col tempo ha perso l'abitudine. “Quando invecchi devi prenderti cura del tuo corpo...”. Una simpatia che si è sublimata nel 2018, quando i due si sono finalmente incontrati. È accaduto all'aeroporto di Zurigo, dopo il successo all'Australian Open. Roger 2 ha portato con sé un'opera d'acciaio raffigurante Roger 1. Quaranta ore di lavoro per realizzare un modello a dimensioni quasi naturali (1.25 x 0.95), del peso di 22 chili. Partendo da una lamiera d'acciaio di 2 millimetri, ha realizzato un'immagine di Federer intento a tirare un rovescio. L'opera è abbellita da un led posteriore: tramite un telecomando, è possibile colorarla.

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Roger Federer con il suo ritratto di... Roger Federer, mostrato al diretto interessato nel 2018

Nel 2001, Federer ha conosciuto gli AC/DC durante il torneo di Gstaad. Angus Young gli regalò il plettro di una chitarra: "Non la so suonare, magari imparerò"

“C'erano circa 200 persone ad aspettarlo e giuro che non volevo farmi pubblicità, ero lì solo per omaggiarlo, ma quando mi hanno visto sono diventato una sorta di attrazione". Anche Roger 1 ha visto l'opera, l'ha apprezzata e gli ha chiesto informazioni. “Ero talmente emozionato che non gli ho nemmeno fatto i complimenti per la vittoria in Australia e mi sono dimenticato di chiedergli una foto ricordo. Però è stato gentilissimo, ha concesso molto tempo per i fan, nonostante fosse stanco per il viaggio”. Roger 2 ha messo in vendita l'opera con l'intenzione di cedere il ricavato alla fondazione benefica di Federer, ma a quanto pare non l'ha ancora ceduta: nel contesto delle celebrazioni per il ritiro di Roger 1, i giornalisti di Blick sono andati a trovarlo nel suo studio di Widnau e il ritratto è ancora lì, così come altre due opere riguardanti King Roger. Quando dice che non vuole farsi pubblicità riflessa grazie al tennis, sembra sincero: le immagini di Federer sono solo una piccola parte della sua vasta produzione. Se poi fate un salto sul suo sito ufficiale, nell'accurata sezione dedicata ai lavori non c'è traccia di quelli dedicati all'omonimo. Come se Roger Federer di Widnau volesse vivere di luce propria.

“In fondo c'è un solo Roger Federer che ha avuto successo internazionale...” dice, indossando una t-shirt dei mitici AC/DC. Australiani come il Paese in cui Federer ha vinto il suo ultimo Slam. Australiani e amati dallo stesso Roger 1: “I primi musicisti che ho apprezzato sono stati i Queen, Michael Jackson e Roxette – ha raccontato qualche anno fa – quando andavo ai tornei junior con i miei genitori, ascoltavo le cassette che mettevano nell'autoradio. Poi ho iniziato ad ascoltare la musica dei DJ negli anni 90, infine il mio ex coach Peter Lundgren mi ha avvicinato al rock. In particolare, i Metallica e gli AC/DC”. Roger Federer di Widnau apprezzerà questa frase di Roger Federer di Basilea. Da adesso in poi, probabilmente, i giornalisti lo lasceranno in pace. Ma per lui non è un problema. “Creare immagini di Federer su larga scala e metterle in vendita? Lo farei solo dopo essermi consultato con lui, non farei mai qualcosa che non gli piace”. Forse un giorno ne parleranno, magari dopo essersi scambiati qualche opinione sugli AC/DC.
Roger Federer da Basilea, adesso, avrà più tempo.