Test Racchette

Il martello di Berrettini

Head ha sfornato la nuova linea Extreme dove spiccano i modelli Pro e Tour, rivisitati ma non stravolti, con gli adeguati perfezionamenti. Il feeling è molto piacevole grazie anche alla nuova tecnologia Auxetic. Da provare con la corda Lynx Touch, una vera delizia

di Corrado Erba

31 agosto 2022


Appena il fido Berardi di Doctor Tennis me le ha recapitate bellamente incordate col monofilo di riferimento, le ho guardate un po’ storte: un colorino salvia pallido che le facevano apparire un filo smunte, meno aggressive rispetto alla versione yellow a cui eravamo abituati. De gustibus e comunque non si gioca con i colori ma con le caratteristiche tecniche di un telaio e, una volta in campo, le sensazioni sono state quelle attese, trattandosi di una linea ormai consolidata.

Parliamo delle nuove Head Extreme, modelli Tour e Pro, quella che in mano a The Hammer, al secolo Matteo Berrettini, ha vinto spesso e volentieri. Queste versioni sono state aggiornate, come tutte le nuove linee Head con l’aggiunta del nuovo materiale Auxetic che consente di assorbire meglio le vibrazioni prodotte all'impatto, offrendo un feeling decisamente più piacevole. Detto che tutte le specs relative a peso, bilanciamento, schema di incordatura e misura del piatto corde sono rimaste pressoché identiche, abbiamo cominciato con la versione Tour, la più versatile del lotto. In questo senso, basta ricordare che era il telaio utilizzato da uno dei giocatori che è maggiormente capace di variare schemi e rotazioni, cioè il Mago di Carrara, Lorenzo Musetti, prima che decidesse di passare alla nuovissima linea Boom.

HEAD EXTREME TOUR
Piatto 98, peso 305 grammi, bilanciamento 31,5, schema 16x19 e profilo variabile da 21 a 23 millimetri, la Tour è una semiprofilata molto duttile. Il modello precedente peccava un po’ di cattiveria, con la palla che usciva facile ma leggerina, soprattutto se finiva tra le mani di un giocatore agonista, forzato a un custom robusto. Ebbene, la nuova Tour ha acquisito cattiveria con la palla che continua a uscire veloce ma pesantina. Solidissima nelle rotazioni pur non estreme, soddisfa la botta piatta con una traiettoria che rimane precisa e il back che fila via senza fatica. Un telaio un po’ da maghetto, adatta per chi ama variare tra botta secca, back affilato, tocco di fino. Meno ideale per il picchiatore puro da fondo.

La maneggevolezza è il punto forte del telaio, i cambi di direzione risultano facili, sotto rete si manovra di incanto. Rimane tuttavia un’ammaliatrice sfuggevole perché non è affatto facile, se il braccio non è educato, la testa sul pezzo e le gambe ben piantate. Una bella spider, divertentissima da guidare, ma che deve essere tenuta bene in curva. In sostanza, un divertissement vivace e confortevole, che piacerà molto al vanesio che ama cercare soluzioni fantasiose; però se siete 4 pari e 40 pari al terzo, siate accorti

Le imamgini della Head Extreme Tour

Le nuove Extreme sono due telai aggiornati in meglio, pur senza stravolgimenti, guadagnando versatilità (la Pro) e potenza (la Tour) per ampliare il bacino di possibili fruitori, senza che quelli precedenti possano sentirsi traditi

HEAD EXTREME PRO
Altra pasta la versione Pro, ormai un must del mercato. Se la Tour è maneggevole, la Pro è solida, costante, affidabile, affatto pesante da manovrare, nonostante il peso di 315 grammi nuda. Sarà il bilanciamento azzeccato (31,5 cm), ma la Pro si fa decisamente preferire ad altre profilate (arriva a 26 mm) sparatutto. Anche perché la Pro non è una sparatutto perché si controlla in maniera sorprendente, sia usando le rotazioni (meglio) sia nella botta piatta. In mano regala subito confidenza perfino ai giocatori old style che impugnano ancora continental. La palla non scappa mai via, il colpo è pieno, consistente, profondo. Merito, va detto, anche delle corde Lynx Touch (una bellezza) che ti offrono quella sensazione di estrema sicurezza, come se la palla non potesse mai scappare: un colpetto di polso appena accennato, una leggera copertura della testa e la palla esce facile e bella pesantina. Anche a rete si manovra agilmente e si può sfruttare completamente il peso per tirare dei colpi sopra la testa definitivi.

Se devo confrontare questa versione con la vecchia Pro, pare che l’Auxetic abbia ammorbidito il telaio che risulta meno secco e più elastico, forse un filo meno potente.
Con la versione precedente uscivano comodini alla Berrettini senza grossa fatica, col nuovo modello, la palla esce ugualmente profonda, ma con una consistenza diversa, più lavorata, egualmente sostanziosa.  

Questo ne ha migliorato la duttilità e la nuova Pro potrebbe essere considerata d’appeal anche dagli amanti del modello MP, dato che i 15 grammi in più non si avvertono in maniera cosi sostanziale. Dunque, si allarga la base di potenziale utenza: non solo lo spallato ragazzone in grado di martellare per due ore di fila, ma anche il buon terza/quarta agonista che ha bisogno di inerzia e potenza gratuita fino (azzardo) al difensore strenuo, che toppa da fondo e corre a difendere.

In sostanza, le nuove Extreme sono due telai aggiornati in meglio, pur senza stravolgimenti, guadagnando versatilità (la Pro) e potenza (la Tour) per ampliare il bacino di possibili fruitori, senza che quelli precedenti possano sentirsi traditi.

Le imamgini della Head Extreme Pro

HEAD LYNX TOUCH
Una parola sulla nuova corda Head Lynx Touch: se la Lynx tradizionale è un po’ come la panna (va bene su tutto) e la Tour è bella cattiva, il modello Touch è un mix perfetto. Affatto dure, confortevoli, morbide per quanto possa esserlo un monofilo, sono il compromesso ideale per chi vuole montare un mono senza paura di avere fastidi alle articolazioni. La corda spinge, è sensibile, molto stabile e durevole: insomma, ci garba parecchio. Solo non esagerate con la tensione ma potete montarla su ogni tipo di telaio.


I test di ciascun modello con le schede tecniche e le impressioni dei tester in campo verranno pubblicati a partira dal 12 settembre