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DAVIS CUP FINALS

Finlandia, il tuo Babbo Natale si trova in Costa del Sol

A 20 km dalla più grande comunità finlandese d'Europa, e con il sostegno di 2.000 tifosi, la Finlandia (senza Ruusuvuori) batte il Canada e centra un'incredibile semifinale. Gli eroi sono Otto Virtanen, mai entrato tra i top-100, e Harri Heliovaara, che aveva smesso a 24 anni per studiare economia. 
Riccardo Bisti
22 novembre 2023

Quando Kosmos prese in mano la Coppa Davis nel disgustoso pomeriggio di Orlando, il 16 agosto 2018, dissero che la riforma avrebbe invogliato i migliori a giocare. Cinque anni dopo, la Finlandia raggiunge la sua prima semifinale grazie a un giocatore che non è mai stato tra i top-100, e non ha vinto neanche una partita nel circuito maggiore (salvo appunto, sette match in Davis). Ma l'impresa della Finlandia è talmente suggestiva da mettere da parte considerazioni fin troppo scontate. Perché quella dei finlandesi è più di un'impresa. È una fiaba sportiva che ripartirà venerdì, quando affronteranno la vincente di Australia-Repubblica Ceca (ore 16, diretta Rai Sport e Sky Sport). È giusto parlare di Otto Virtanen, di Harri Heliovaara, del capitano Jarkko Nieminen. Ma la copertina è per i loro connazionali. Un'orda di finlandesi ha invaso il Palacio de Deportes Josè Maria Martin Carpena. Sembrava di essere a Helsinki per i poveri canadesi, privi di Felix Auger-Aliassime, che si sono visti sfilare il titolo conquistato dodici mesi fa. Qualcuno sostiene che fossero 5.000, stime più attendibili suggeriscono che un migliaio di finlandesi abbia viaggiato fino alla Costa del Sol.

A loro, però, si aggiungono i quattordici pullman che sono partiti appositamente da Los Pacos, distretto della cittadina di Fuengirola. Si trova a una ventina di chilometri da Malaga e – udite udite – è il luogo in cui si trova la più grande comunità finlandese fuori dal Paese (eccezion fatta per la vicina Svezia). Dei circa 75.000 abitanti registrati all'anagrafe, circa 5.500 sono finlandesi. Ma si sussurra che siano il doppio. Hanno sempre amato la Spagna come destinazione turistica: in Costa del Sol ci sono 3.000 ore di sole all'anno, la temperatura media è di 18 gradi. Niente a che vedere con i gelidi inverni finlandesi, in cui il freddo è accompagnato dall'insopportabile buio alle tre del pomeriggio. Il turismo è diventato qualcosa di più negli anni '70, quando proprio a Fuengirola fu costruito un centro di formazione permanente per gli atleti finlandesi, da utilizzare soprattutto in inverno. Si è sparsa la voce su clima e qualità della vita, fino a creare questo curioso pezzo di Finlandia nel cuore della Spagna. Un incrocio di culture e mentalità che non vanno mai in conflitto, anzi, si completano alla perfezione. L'unico momento di incomprensione risale ai primi mesi del Covid, quando buona parte dei finlandesi tornò nel Paese natale perché non ritenevano eque chiusure e restrizioni.

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«Vi svelo un segreto: prima di oggi, non avevamo provato neanche un punto insieme. Abbiamo analizzato la tattica 15 minuti prima di scendere in campo. Come va va, senza aspettative» 
Harri Heliovaara

Il ritorno alla normalità è stato sublimato dalla loro massiccia presenza dentro un palazzone in cui si è scritta la storia dello sport finnico. Hanno già paragonato questa semifinale alla qualificazione della nazionale di calcio per gli Europei. A dare un tocco di magia all'impresa, l'assenza di Emil Ruusuvuori: il loro miglior giocatore ha dato forfait in extremis per un problema alla spalla. Il giorno prima aveva ammesso di aver trascorso sette giorni senza toccare racchetta. Ha provato alla vigilia, anche il giorno stesso, ma è stato costretto ad alzare bandiera bianca. Il suo posto è stato preso da Patrick Kaukovalta, numero 715 ATP, reduce dal college americano (si è laureato in Psicologia dello Sport in Alabama). Diventato professionista a 24 anni, la scorsa primavera, ha stilato un programma triennale che prevede l'ingresso tra i top-300 a fine 2025. Vale più della 715esima posizione, ma non abbastanza per mettere in difficoltà Milos Raonic. A quel punto, tutto è finito sulle spalle di Otto Virtanen, ex numero 16 junior, figlio di Pasi Virtanen, numero 302 nel 1985 e suo allenatore fino a qualche mese fa.

Quest'anno sperava di fare un salto di qualità: numero 109 ATP in primavera, è calato fino all'attuale 170esima posizione. “Fuori dalla Davis mi manca la scintilla – raccontava alla vigilia – spesso non riesco a trasferire in partita la gioia e il divertimento che provo durante gli allenamenti”. Ma in Davis è diverso: dopo le tre vittorie nel girone di Spalato, ha battuto Gabriel Diallo 6-4 7-5. Un morbido pallonetto gli ha dato il break in avvio, poi è stato bravo a rimontare da 0-30 nell'ultimo game. A quel punto si è dovuto riciclare per il doppio: poco importa che ogni tanto gli vengano le vesciche ai piedi e da settembre gli dia fastidio il ginocchio. Insieme a lui c'era lo specialista Harri Heliovaara (n.29 del ranking di specialità). Una storia da raccontare, la sua: ex promessa, è stato tra i top-200 in singolare ma aveva smesso nel 2013, ad appena 24 anni, un po' per frustrazione, un po' per laurearsi in economia. È tornato nel 2017 e dopo un po' ha scoperto che poteva fare grandi cose in doppio. Insieme Lloyd Glasspool è arrivato addirittura alle ATP Finals.

L'entusiasmo dei finlandesi sta colorando Malaga. A pochi chilometri c'è la loro più grande comunità in Europa

La gioia incontenibile di Harri Heliovaara

Vincendo 7-5 6-3, questa coppia improvvisata ha mandato la Finlandia in paradiso. “Vi svelo un segreto – ha detto Heliovaara – prima di oggi, non avevamo provato neanche un punto insieme. Abbiamo analizzato la tattica 15 minuti prima di scendere in campo. Come va va, senza aspettative. Stamattina ho fatto colazione con Otto e gli ho detto che oggi avremmo avuto bisogno di due punti da lui. Dopo averlo visto in singolare, ero sicuro che avrebbe giocato bene”. C'è tanto, tantissimo del capitano Jarkko Nieminen in questa fiaba nordica. Ex n.13 ATP, guida i suoi dal 2018 e ha appena strappato un rinnovo per i prossimi tre anni. La sua influenza sui giocatori è quasi magica. “Li conosco fin da quando sono bambini: da allora si è creato un rapporto confidenziale, penso che sia qualcosa di unico” ammette Nieminen, che è il segreto delle prestazioni deluxe di Virtanen. “Prendo e interiorizzo i suoi suggerimenti – dice Otto – i suoi consigli sono brevi e pertinenti, non parla troppo ma rimane calmo e dice cose semplici. Per me è decisivo”. Si è visto nei momenti difficili di martedì, servirà ancora di più in semifinale, nella speranza che 72 ore siano sufficienti per ritrovare Ruusuvuori.

Il nuovo contratto firmato da Nieminen prevede nuovi poteri: non solo Davis, ma un maggiore impegno con i giocatori. Adesso possono utilizzare il suo know-how nella vita quotidiana. Primo effetto: Virtanen ha lasciato il padre e adesso si fa allenare da Jan de Witt: scelta suggerita da Nieminen, ex allievo del coach tedesco. Un clima perfetto, sublimato dall'impressionante sostegno del pubblico. “Mi sembra di essere in Finlandia, adoro giocare con questi tifosi – dice Virtanen – per me significa tutto giocare per il mio Paese”. Un Paese che soltanto sette anni fa militava in Serie C e sembrava senza prospettive, specie con l'imminente ritiro di Nieminen. Per crerare un po' di interesse organizzarono il match contro lo Zimbabwe a Kittila, nel cuore della Lapponia, in mezzo alle slitte. Fu l'incontro di Davis più a nord di sempre. Vi prese parte anche Heliovaara, che all'epoca era ritirato. Vinsero senza troppo entusiasmo. Non sapevano che il loro Babbo Natale si trovava quasi 5.000 chilometri più a sud, laddove c'è l'unica scuola finlandese all'estero (nel mondo sono 6) abilitata a conferire il diploma di maturità. Se non è una fiaba questa...

DAVIS CUP FINALS – QUARTI DI FINALE
FINLANDIA – CANADA 2-1
Milos Raonic (CAN) b. Patrick Kaukovalta (FIN) 6-3 7-5
Otto Virtanen (FIN) b. Gabriel Diallo (CAN) 6-4 7-5
Heliovaara-Virtanen (FIN) b. Pospisil-Galarneau (CAN) 7-5 6-3