Berlino a porte aperte!

Esibizione patinata, ok, ma cos'ha di speciale? Facile: sarà il primo evento in Germania ad ammettere la presenza del pubblico. La Bundesliga di calcio è stato il primo campionato a ripartire, ma hanno scelto le porte chiuse. Per questo, il Bett1Aces sarà una sorta di laboratorio per capire come potrà essere lo sport nell'immediato futuro. Hanno ottenuto l'autorizzazione ad accogliere fino a 1.000 spettatori, così suddivisi: 800 allo Steffi Graf Stadion (che ne può contenere circa 7.500) e 200 per l'evento a Tempelhof. Tra l'altro, i prezzi dei biglietti non sono popolarissimi, poiché oscillano tra i 120 e i 150 euro. Le norme saranno rigidissime, specie dopo quanto accaduto all'Adria Tour: ogni spettatore dovrà misurarsi la febbre e poi, per accedere all'impianto, dovrà passare attraverso una sorta di tunnel igienizzante, in cui sarà irradiato con aria e non con umidità. Sarà una specie di cabina di disinfezione. Inoltre tutti i giocatori saranno testati e dovranno presentarsi in loco con due giorni d'anticipo. “Purtroppo, non ci sarà alcun contatto tra i giocatori e il pubblico. E niente autografi” ha detto la Rittner. Detto che si giocherà con la formula già testata agli Assoluti e che rivedremo in Serie A1 (tie-break a 10 punti al posto del terzo set), l'attenzione è rivolta alla sicurezza.

“Le foto dell'Adria Tour sono state scioccanti. Ci hanno mostrato tutto quello che non dovremmo fare” ha detto Weindorfer, talmente attento alla sicurezza aver nominato un responsabile per l'igiene. Il ruolo è stato affidato a Felix Schimanko. Si è parlato molto di Zverev, specie dopo il mancato rispetto dell'isolamento che si era auto-imposto. Pochi giorni dopo è circolato un filmato che lo vede tra i protagonisti di una festa. Le immagini hanno scatenato l'indignazione di molti, compreso Nick Kyrgios. “Non è nostra responsabilità penalizzare Zverev, quindi non sarà escluso dalla competizione – ha detto Barbara Rittner – credo che si sia danneggiato da solo. Con noi dovrà rispettare le regole, se non lo facesse sarebbe escluso”. L'evento di Berlino sarà cruciale per individuare il limite fino a cui il tennis potrà spingersi per accogliere il pubblico, senza mettere a repentaglio la salute di nessuno. A luglio ci saranno alcuni eventi parzialmente aperti al pubblico, anche negli Stati Uniti. Un evento ad Atlanta e il World Team Tennis consentiranno ingressi contingentati. Sarà così anche al Palermo Ladies Open, che peraltro utilizzerà più o meno le stesse precauzioni di Berlino (a parte la cabina igienizzante): file e posti alternati, in modo da garantire il giusto distanziamento sociale.

Ma c'è un'altra notizia: nonostante i 2 milioni e mezzo di casi negli Stati Uniti, paese più colpito, potrebbe esserci uno spiraglio anche per lo Us Open. A darne notizia è stato Lew Sherr, dirigente USTA, in un'intervista con ESPN. Intendiamoci: il torneo si giocherà a porte chiuse, ma se la situazione dovesse essere valutata sotto controllo, potrebbe essere consentito l'accesso a medici, infermieri e tutti coloro che hanno lavorato in prima linea nei momenti caldi dell'emergenza. “Potremmo farlo ed estendere l'invito ai loro familiari. Ci stiamo pensando, ma per ora è soltanto un'idea – dice Sherr – stiamo osservando cosa fanno altri eventi, non solo quelli di tennis, ma anche il golf e il Campionato Nascar: purtroppo i loro modelli non sono ripetibili, perché la situazione è ben diversa”. Il Billie Jean King National Tennis Center è grande 42 acri e ospiterà circa 1.500-2.000 persone al giorno.

Tra giocatori, staff, 500-700 persone dello staff televisivo e gli addetti alla ristorazione, ci sarà un certo movimento. “Per questo la nostra priorità sarà il mantenimento delle distanze – prosegue Sherr – se facessimo entrare il pubblico, anche solo al 10% della capienza, questo influirebbe sulla possibilità di sfruttare gli spazi. Inoltre, fornire servizi anche minimi agli spettatori impedirebbe di destinare certe aree ai giocatori. E sarebbe molto complicato tenere distanti i fan e i tennisti”. L'orientamento nasce dall'esigenza di consentire ai giocatori di vivere liberamente la sede del torneo anche nei giorni in cui non sono impegnati, ed evitare che debbano essere sequestrati in hotel. “Ma se ci sarà la possibilità di fare qualcosa di simpatico, le porte saranno leggermente aperte, soprattutto per chi merita – ha concluso Sherr – questa prospettiva ci dà grande energia, ma la sicurezza viene prima di tutto”. Insomma, prove tecniche di normalità. Anche solo parlarne è una bella sensazione.