Super Sinner! batte Alcaraz e vola tra i top-5

CIRCUITO ATP

3 ottobre 2023

Riccardo Bisti
Una prestazione deluxe spedisce l'altoatesino in finale a Pechino. Dopo un inizio incerto, ha sottoposto Alcaraz a un bombardamento e ne ha minato le difese, portandolo al cedimento strutturale. È già certo di salire al numero 4 ATP: eguagliato Adriano Panatta.

Vien quasi da pensare che le tribolazioni del giorno prima gli abbiano fatto bene. Di sicuro hanno tratto in inganno i bookmakers, che davano Carlos Alcaraz netto favorito per l'ottavo scontro diretto (il settimo nel circuito maggiore) contro Jannik Sinner. La grande fatica per battere Dimitrov, unita al plateale attacco di vomito, avevano convinto gli allibratori a puntare sullo spagnolo. E invece Jannik li ha smentiti, giocando una delle sue migliori partite in carriera. Forse la semifinale del China Open di Pechino (peraltro giocata di martedì) non era lo scenario più prestigioso, ma poco importa. Era un match molto importante per Jannik, di più di quanto non lo fosse per Carlitos. Intanto doveva confermare – se ce ne fosse bisogno – di aver assorbito gli attacchi a mezzo stampa ricevuti nelle ultime settimane. E poi c'era un pizzico di storia in palio: non capitava da 47 anni che un tennista italiano entrasse tra i top-5 della classifica del computer.

L'unico uomo a riuscirci era stato Adriano Panatta nel suo magico 1976. Allargando il discorso alle donne, anche Francesca Schiavone salì in quarta posizione nel 2011. Il prossimo ranking ATP vedrà Sinner proprio al numero 4, primissimo rincalzo ai Big Three del 2023: Djokovic, Alcaraz e Daniil Medvedev (quest'ultimo sarà il suo avversario nella finale di mercoledì). Un risultato storico, ma è una semplice linea di passaggio di un percorso che lo porterà a essere il più forte italiano di sempre. Con ogni probabilità, il più vincente. Non la si può pensare diversamente dopo averlo visto martellare per quasi tutto il match, chiuso col punteggio di 7-6 6-1. Dopo un inizio ad handicap (è stato fondamentale evitare il doppio break di svantaggio in avvio), Sinner ha spinto a volontà per tutto il resto del match. Talmente aggressivo da far pensare che volesse tenere gli scambi il più brevi possibile, in modo da non spendere troppe energie.

Quella di Pechino sarà la quinta finale stagionale per Jannik Sinner

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I colpi da fondocampo sembravano schiaffoni. Sinner cercava sistematicamente il vincente. Ma ha fatto di più: contro uno dei migliori difensori del tour (il migliore?) non ha mai rinunciato al forcing: quando Alcaraz provava a contrattaccare, magari trovando gli ultimi centimetri del campo, lui non arretrava e si assumeva il rischio-responsabilità di giocare in controbalzo, peraltro senza abbassare il ritmo. Uno spettacolo. “Posso dire che ogni match contro Carlos sia difficile – ha detto – c'è grande rispetto reciproco, quando ci affrontiamo cerchiamo di raggiungere i nostri limiti. Oggi ho giocato un po' meglio nei momenti importanti. Il secondo set è finito 6-1, ma lui ha avuto molte occasioni. Io ho cercato di restare sempre attento. Il primo set è stato un ottovolante, ma non ne sono mai uscito mentalmente. Sono contento della mia prestazione”.

È frustrante giocare contro questo Sinner, perché costringe sempre sulla difensiva e non molla un punto, un singolo quindici, niente di niente. E non ha mai cali di concentrazione. Come quel punto in cui ha dovuto tirare quattro smash. Per un attimo ci è venuto in mente lo Us Open 1991, quando Paul Haarhuis non riuscì a chiudere e fu infilato da Jimmy Connors, che si prese l'inerzia della partita. Sinner non ha tremato e si è aggiudicato il punto. Vinto il primo set al tie-break, è subito scappato via nel secondo, poi il match si è definitivamente snodato nel quarto game: avanti 2-1 e servizio, ha rimontato da 0-40. A quel punto, persino un lottatore come Carlitos si è intimamente scoraggiato. Non è un caso che abbia commesso 20 errori gratuiti, troppi per uno come lui.

“Credo di aver attuato il piano di gioco nel migliore dei modi – dice Sinner – ho cercato di restare sempre aggressivo, perché quando lui ha tempo per colpire riesce ad aggredire”. Ce ne siamo accorti, e la sensazione che Jannik sia sempre più forte è potente, quasi rumorosa. Quando gioca così, onestamente, ci si domanda come si faccia a batterlo. Per carità, ci sono alcuni giocatori che gli danno noia, sia per l'incastro tecnico, sia per il clima che riescono a creare durante i match.

Uno di questi è Daniil Medvedev, ma niente paura: Jannik si sta ingegnando per venire a capo anche di questo enigma, da cui è uscito sconfitto sei volte su sei. Ci proverà nell'inedita finale di mercoledì, alle 19.30 locali (le 13.30 italiane). Ha già vinto un ATP 500 (Washington 2021), dunque un successo non cambierebbe troppo per la sua carriera. Ma c'è la sensazione che Pechino 2023 rappresenti un mattone importante nello sviluppo di Jannik Sinner. Uno sviluppo che conduce a un orizzonte illuminato, di cui non si vede ancora la destinazione.

ATP 500 PECHINO – Semifinali
Daniil Medvedev (RUS) b. Alexander Zverev (GER) 6-4 6-3
Jannik Sinner (ITA) b. Carlos Alcaraz (SPA) 7-6)(4) 6-1