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ROLAND GARROS

Sabalenka-Svitolina: le ragioni del gelo

I fatti al termine di Sabalenka-Svitolina, con la bielorussa in attesa di una stretta di mano che non sarebbe mai arrivata, hanno evidenziato l'assenza di comunicazione tra le due. Le posizioni dell'ucraina sono chiare, quelle di Aryna lo sono diventate dopo l'ultima conferenza stampa. Crediamo che entrambe meritino rispetto. 

Riccardo Bisti
7 giugno 2023

“Quando ho visto la Sabalenka appoggiarsi alla rete, come se aspettasse la mia stretta di mano, ho pensato. 'Ma cosa stai facendo?'. Sono sempre stata chiara sulle mie intenzioni, magari lei non frequenta i social durante i tornei, ma io ho detto per tutto il torneo che non avrei stretto la mano alle russe e alle bielorusse. E poi lei aveva giocato contro la Kostyuk al primo turno...”. La bella impresa sportiva di Elina Svitolina, così come il gran match di Aryna Sabalenka (che l'ha battuta 6-4 6-4 nei quarti del Roland Garros) passa inevitabilmente in secondo piano, perché c'è una faccenda che sta monopolizzando l'interesse, anche fuori dal mondo dello sport. L'argomento è persino stantio, ma in questi giorni ha avuto massima visibilità in virtù dei tanti incroci tra le ucraine e le rappresentanti dei Paesi che stanno facendo la guerra a Kiev. Ma dopo l'incrocio di martedì, forse, possiamo tirare un punto sulla vicenda. Non perchè da domani pioveranno abbracci, ma perché la posizione delle atlete è molto chiara. E non c'è dubbio che Svitolina e Sabalenka siano le giocatrici di maggiore personalità tra le rappresentanti dei Paesi coinvolti. Senza giudicare il comportamento delle due, questo articolo vuole raccontare – con la maggiore precisione possibile – i fatti degli ultimi dieci giorni per chiarire la posizione di entrambe. “Che meritano il massimo rispetto, perché sono molto coinvolte in queste vicende” ha detto Alex Corretja, opinionista di Eurosport. L'ex numero 2 ATP ha ragione, perchè – per quanto sia lecito avere un'idea sulla vicenda – è impossibile mettersi nei panni altrui, specie su una faccenda così delicata.

Nei giorni scorsi la Svitolina ha dato una risposta importante, spiegando perché non stringerà la mano a russe e bielorusse. I motivi sono due:
- Quando sono andati al tavolo delle trattative, i diplomatici ucraini non hanno stretto la mano ai loro omologhi russi, perché non ne condividono valori e principi. Lei ha sposato questa posizione.
- Essendo molto coinvolta su quanto accade in Ucraina, tra sirene d'allarme, scuole distrutte, persone uccise, sente un forte senso di responsabilità. “Come potrebbe reagire la mia gente vedendo che mi comporto come se niente fosse?”
Come si fa a criticare una posizione del genere? La Svitolina è una donna di forte personalità, outspoken, come l'ha definita Chris Evert. E utilizza le conferenze stampa per esprimere apertamente la sua posizione: “Io non scappo sulle domande, mi avete posto argomenti delicati, parlando anche delle posizioni di Djokovic sul Kosovo – ha detto – io ho una posizione forte, sono esplicita e non ho nessuna intenzione di tradire le mie convinzioni per piacere a qualcuno”. In virtù di questo, era chiaro che la Svitolina non avrebbe salutato la Sabalenka dopo il match, qualunque fosse stato l'esito. “Non so cosa si aspettasse con quel gesto d'attesa, perché le mie dichiarazioni erano chiare. I fischi del pubblico? Me li aspettavo perché i francesi fanno così, soprattutto con chi perde. Però il gesto di Aryna ha un po' infiammato la situazione, quello sì”.

La mancata stretta di mano tra Elina Svitolina e Aryna Sabalenka. Un gesto che l'ucraina aveva ampiamente annunciato

«Forse lei non frequenta i social durante i tornei, ma io sono sempre stata chiara. Per tutto il torneo ho detto che non avrei stretto la mano alle russe e alle bielorusse» 
Elina Svitolina

In effetti, dopo l'ultimo dritto vincente, la bielorussa è andata a rete come si fa dopo ogni partita, appoggiandosi al nastro, osservando i gesti della sua avversaria. “È stato un comportamento istintivo, lo faccio dopo ogni partita” ha detto la Sabalenka, provando a smentire chi pensa che sia stata una provocazione, magari per favorire i fischi alla sua avversaria. “Non penso che Elina si meritasse tutti quei fischi, ho grande rispetto per quello che sta facendo dopo il parto” ha tagliato corto la bielorussa, tornata a tenere una conferenza stampa dopo che negli ultimi due match aveva adottato due strategie diverse: dopo il terzo turno erano stati ammessi soltanto giornalisti selezionati. Dopo gli ottavi, si è limitata a un'intervista esclusivamente tennistica, di cui è stato diffuso il transcript. Tale atteggiamento non era piaciuto alla Svitolina, secondo cui le regole dovrebbero essere uguali per tutte. “Due anni fa la Osaka fu multata per aver saltato una conferenza stampa, mentre stavolta non è successo niente. Credo che ci vorrebbe uguaglianza. Come detto, io non scappo dalle domande”. Questo è vero, ma come è andata davvero con la Sabalenka?
È il caso di esporre i fatti. Dopo che nelle prime due conferenze stampa (quella pre-torneo e dopo il primo turno contro la Kostyuk) le avevano fatto diverse domande sul tema, ottenendo le solite risposte da equilibrista (“Nessuna persona normale sosterrebbe la guerra, se potessimo fermeremmo tutto, ma non è nelle nostre mani”), le cose sono precipitate dopo il match contro la Shymanovich.

Un giornalista le ha ricordato che nel 2020 la giocatrice aveva firmato una lettera per sostenere Aljaksandr Lukashenko (presidente della Bielorussia dal 1994, prima che lei nascesse) in un periodo in cui faceva torturare i dissidenti per le strade. “E poi hai trascorso il Capodanno con lui. Come è possibile che una potenziale numero 1 del mondo sostenga un dittatore?" Lei si è rifiutata di commentare. Il giornalista ha insistito: “Continui a dire che nessuno sostiene la guerra, ma puoi parlare per te stessa e dire: io, Aryna Sabalenka, condanno categoricamente il fatto che la Bielorussia stia attaccando l'Ucraina con i missili, e voglio che smetta?”. Anche in questo caso, la risposta è stata: “Non ho commenti per te”.
Tale atteggiamento l'ha fatta mettere sulla difensiva, evitando i giornalisti per i due turni successivi (con il sostegno del torneo e della WTA). Dopo il match di martedì si è presentata nuovamente in press conference e ha chiarito vari punti. Quando le hanno ricordato che in rete circolano varie immagini che la ritraggono insieme a Lukashenko, ha puntualizzato. “Abbiamo giocato divesi match di BJK Cup in Bielorussia, lui è venuto a vederci e a scattare foto dopo le partite. E poi erano momenti tranquilli sul piano politico. Non sostengo la guerra e non voglio che ci sia un conflitto. Ho risposto molte volte, ma non vorrei mescolare sport e politica perché sono una tennista di 25 anni. Se volessi fare politica non sarei qui”.

Parte del pubblico ha fischiato Elina Svitolina per la sua scelta di ignorare l'avversaria

«Non sostengo la guerra, quindi in questo momento non sostengo Lukashenko» 
Aryna Sabalenka

Quattro immagini di Aljaksandr Lukashenko con alcune tenniste bielorusse. In un paio si riconosce Aryna Sabalenka

Parlando della sua decisione di allontanarsi dalle conferenze, ha chiarito che il suo disagio partiva dalle domande sopra citate. “Ho sentito che un giornalista voleva mancarmi di rispetto e mi voleva mettere certe parole in bocca”. E poi ecco l'affermazione tanto attesa, subito ripresa dai media di tutto il mondo. “Non sostengo la guerra, quindi in questo momento non sostengo Lukashenko”. Chissà se le è venuta d'istinto o se gliel'hanno consigliata. In merito alla sua assenza dalle conferenze stampa, ha detto di non essersi pentita della scelta. “Ma io ho grande rispetto per voi giornalisti, sono sempe stata molto aperta, e mi ha fatto davvero male non presentarmi. Non riuscivo a prendere sonno di notte. Spero che capiate i miei sentimenti, potete chiedermi quello che volete e avrete sempre informazioni. Ma quella volta sembrava uno show televisivo politico, e io non sono un'esperta di politica. Sono solo una tennista, mi spiace non essere venuta nei giorni successivi, ma oggi ci sono. E non mi sento in pericolo perché adesso nessuno mi sta mettendo parole in bocca”.
Difficile criticare la posizione e i sentimenti di Aryna, una ragazza di 25 anni che non ha fatto nulla di male e si trova in una situazione ben più grande di lei. La sensazione è che abbia cercato di riabilitare la sua immagine dopo che il silenzio di questi giorni l'aveva un po' compromessa, ma le sue argomentazioni sono comprensibili.

Ha tenuto un profilo basso sulla faccenda e non ha speso parole negative sulla Svitolina, che certamente la sovrasta in personalità. Su un punto, tuttavia, ha mostrato un certo orgoglio. “Non penso che le mancate conferenze dei giorni scorsi siano state un vantaggio per questa partita perché ho dovuto fronteggiare molta pressione, poi quando ho preso questa decisione sono stata male e non ho dormito bene. Non è certo il motivo per cui ho vinto questa partita”. Crediamo abbia ragione, e merita i complimenti per come si è risollevata nel secondo set: in svantaggio 2-0, ha vinto quattro game di fila che hanno fatto la differenza e non ha mai tirato dietro il braccio, scagliando decine di vincenti con entrambi i fondamentali e facendo valere una maggiore pesantezza di palla, con la Svitolina costretta 2-3 metri dietro la riga per avere più tempo di reazione. Una resistenza accanita, quella di mamma Elina, ma non è bastata. In semifinale, la bielorussa se la vedrà con Karolina Muchova, e non dovrebbero esserci polemiche in vista. Sulla faccenda russo-ucraina continueranno a esserci, almeno fino all'agognato cessate il fuoco. Ma non crediamo di cadere nel democristianesimo se sosteniamo che – alla luce dei fatti delle ultime due settimane – il comportamento di entrambe le giocatrici sia comprensibile.
E non ci sentiamo di giudicarle.