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NITTO ATP FINALS

Malagò – Appendino: chi ricorda meglio?

Polemica a distanza tra il presidente CONI e l'ex sindaca di Torino. “Mi è dispiaciuto che non ricordi come è iniziata l'avventura: fui io a chiamarla per primo” dice Malagò. “Il suo ricordo è impreciso, il bando mi fu segnalato da Binaghi” la replica. La nostra ricostruzione evidenzia che...

Riccardo Bisti
19 novembre 2021

Non si può certo dire che le ATP Finals di Torino siano un pieno successo organizzativo. La questione dei biglietti annullati ha esposto l'Italia a una brutta figura, e anche giovedì ci sono state forti tensioni fuori dal Pala Alpitour. Ma è innegabile che sia un evento di portata mondiale, e che il tennis stia vivendo un periodo di straordinaria popolarità. Per questo, aver portato il Masters a Torino è un traguardo storico. Il gioco di squadra che permise di superare la concorrenza di Tokyo, Londra, Singapore e Manchester fu davvero notevole. In questi giorni, tuttavia, è emersa una polemica a distanza tra Giovanni Malagò (presidente CONI) e Chiara Appendino, vicepresidente FIT ed ex sindaca di Torino. Tutto nasce da un'intervista alla Appendino, pubblicata sulle pagine torinesi de La Stampa di domenica scorsa. Quando le hanno chiesto la genesi della candidatura, ha risposto così: “Non ricordo esattamente con chi ne parlai la prima volta. Ma ricordo molto bene che quando si prospettò la possibilità ci dissero molto chiaramente che avremmo avuto una possibilità su cento di farcela. A quel punto, con FIT e tutti gli altri attori del territorio ci dicemmo che, se una possibilità c'era, dato il valore dell'evento, valeva la pena provarci”. L'affermazione non ha fatto piacere a Giovanni Malagò. Presente a Torino nei giorni scorsi, il presidente del CONI si è preso gli ultimi due minuti di un colloquio con i giornalisti per togliersi un sassolino dalla scarpa. Dopo aver premesso il dispiacere provocatogli da quella risposta, ha detto di essere stato lui a lanciare per primo l'idea. Malagò non lo dice, ma il contatto si può ragionevolmente collocare nei primissimi giorni di ottobre 2018, quando Torino ritirò la candidatura per le Olimpiadi Invernali 2026, per le quali rimasero Milano-Cortina (che poi vinsero). “La chiamai personalmente – ricorda Malagò – e le dissi: visto che c'è stata una decisione diversa per le Olimpiadi, ti do un consiglio per la tua città: perché non ti candidi per le ATP Finals?”. La Appendino gli avrebbe risposto. “Spiegami bene di cosa stiamo parlando”.

A seguito delle spiegazioni del numero 1 CONI, avrebbe poi aggiunto. “Allora te ne vengo a parlare”. A quel punto, Malagò parla di un incontro con la Appendino a Roma, avvenuto circa una settimana dopo. Lo colloca il 2 dicembre 2018 e menziona un ritardo del treno dovuto a una nevicata. “La aspettammo insieme a Diego Nepi Molineris, gliela presentai. Poi sono stati molto bravi lei e la FIT. Detto questo, non ricordarsi la genesi... questa è storia. Nepi e la mia segretaria possono confermare”. Tempo 24 ore e la Appendino ha replicato alle affermazioni di Malagò: lo ha fatto con un lungo post sulla sua pagina Facebook, che potete leggere per intero qui sotto. Poiché – secondo la FIT – la replica della Appendino non ha avuto sufficiente risonanza sui giornali, è stata riportata per intero anche sul sito federale. In sintesi, dice che la ricostruzione di Malagò è imprecisa perché nel mese di dicembre 2018 Torino era già stata inserita nella shortlist delle città finaliste, superando la prima scrematura. Scrive la Appendino: “La candidatura di Torino fu presentata dalla Federtennis già agli inizi del mese di novembre mentre l'apertura del bid gestito da Deloitte era già nota da Agosto e mi fu segnalata dal Presidente Binaghi. Diego Nepi (di Coni Servizi) fu parte della squadra che portò a casa il risultato e il suo contributo fu importante, almeno quanto quello delle tante altre persone che si dedicarono al progetto. La vittoria di quel bid fu un risultato possibile solo grazie a un grande lavoro di squadra. Fu una vittoria corale, coordinata dalla Federazione Italiana Tennis e da un uomo tenace come il presidente Binaghi. E, ovviamente, senza lo stanziamento dei fondi del Governo Conte I e dell’allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti, nulla sarebbe stato possibile”.

ASICS ROMA
"Da giocatrice e appassionata di tennis quale sono fin da piccola, non era necessario che mi venisse spiegato che cosa fossero i (? ndr) Masters, poi divenuti Finals"
Chiara Appendino

Il post Facebook con cui Chiara Appendino ha replicato alle affermazioni di Giovanni Malagò

Chiunque segue certe faccende ha intuito che dietro a queste scaramucce ci sono ragioni politiche, anche di prospettiva: nel 2024 ci sarà un rinnovamento della dirigenza sportiva italiana: Malagò non potrà più candidarsi al CONI, così come terminerà l'avventura di Angelo Binaghi al vertice della FIT. Quella stessa FIT di cui la Appendino è diventata presidente e che – dopo un avvicinamento di qualche anno fa – non è esattamente la federazione più vicina al CONI di Malagò. Non ci stupiremmo se nel sottobosco fossero già iniziate manovre di natura elettorale per accaparrarsi le poltrone più ambite. Ma questa è un'altra storia: a noi interessa fare informazione corretta e raccontare i fatti. Il Masters è arrivato a Torino e nessuno ce lo può togliere, e tutto sommato non è così importante conoscere la genesi del progetto. Ma per amore di verità storica è giusto provarci. Premessa: sia la ricostruzione di Malagò che quella di Appendino presentano delle imprecisioni. I fatti: nel 2018, Torino era potenzialmente candidata a ospitare le Olimpiadi Invernali insieme a Milano e Cortina d'Ampezzo. Per ragioni politiche (e poco interessanti in questa sede), la città fu esclusa e in data 1 ottobre 2018 la stessa Chiara Appendino (allora non coinvolta nel tennis) espresse tutta la sua delusione con un post su Facebook. Curiosamente, la notizia della possibile candidatura di Torino alle ATP Finals emerse qualche giorno dopo, per l'esattezza il 5-6 ottobre. Ne parlarono in diversi, compreso chi scrive. E già allora la figura di Malagò era centrale.

Dalle Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires si assunse la paternità dell'idea e disse: “Sta emergendo la possibilità di poter supportare una candidatura di Torino per le ATP Finals (…). Ci sarà un bando e l'unica città italiana che può pensare di candidarsi per ovvi motivi di impianti è Torino. Questa è una pista che Torino si può giocare, noi del CONI siamo molto vicini a supportarla e penso e spero lo possa essere anche il governo”. Nelle stesse ore, la Appendino aveva parlato per la prima volta del progetto, rivelando all'ANSA di averne già discusso con l'allora Sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Sin da allora, parve evidente che la candidatura tennistica fosse una sorta di indennizzo per la rinuncia olimpica. Da parte sua, l'ATP aveva lanciato il bando per la nuova sede delle ATP Finals l'8 agosto 2018. Le candidature dovevano arrivare entro il 2 novembre 2018. Pare certo, dunque, che Torino si sia proposta all'ATP nelle ultime settimane prima della scadenza (non a caso, la candidatura fu ufficializzata il 10 novembre). Ed è altrettanto certo che la data del 2 dicembre per il primo incontro Appendino-Malagò-Nepi suoni un po' strana: il 2 dicembre, Torino aveva già effettuato la sua candidatura. E questo è un punto a favore della Appendino. Ma quel giorno – a differenza di quanto ha scritto – Torino non era ancora stata inserita tra le città finaliste (l'annuncio sarebbe arrivato dodici giorni dopo). E questo è un punto a favore di Malagò. E ce n'è un terzo che lascia perplessi: il 2 dicembre era domenica. Davvero un incontro così importante è stato fissato di domenica?

Chiara Appendino con Chris Kermode in una delle prime presentazioni dopo l'assegnazione delle ATP Finals alla città di Torino

Chiara Appendino ha ufficializzato la candidatura di Torino per le ATP Finals il 10 novembre, oltre un mese dopo le prime affermazioni pubbliche di Malagò (e le sue)

Insomma, qualcosa non torna. Nè da una parte, né dall'altra.
- Nel suo intervento, Malagò sostiene di essere stato il primo ad avvisare la Appendino di questa possibilità.
-Nella sua replica, la Appendino sostiene che l'apertura del bando gli era stata segnalata da Angelo Binaghi.
- Tuttavia, la Appendino non ha negato il suo viaggio a Roma per parlare con Malagò e conoscere Diego Nepi Molineris.
- Se però l'incontro si fosse tenuto davvero il 2 dicembre 2018, la candidatura di Torino era ormai depositata ed è difficile che in quella data Diego Nepi Molineris (il cui contributo è stato definito “importante” dalla Appendino) non facesse già parte della squadra.
- Nella sua replica, la Appendino non fa menzione della prima telefonata di Malagò, mentre cita la telefonata a Masters ottenuto, nell'aprile 2019, in cui definisce colorito il linguaggio del presidente CONI.
- Malagò ha certamente fatto confusione con le date. Se è verosimile che i primi contatti risalgano a settembre-ottobre 2018, e il primo incontro – parole sue – è avvenuto una settimana dopo, è impossibile che sia avvenuto il 2 dicembre.

UNA POSSIBILE RICOSTRUZIONE
Abbiamo alcuni punti fermi: l'8 agosto (lancio del bando ATP tramite l'agenzia Deloitte), il 5-6 ottobre (quando la candidatura di Torino divenne pubblica), il 2 novembre (data limite per la presentazione delle candidature) e il 14 dicembre (la nomina delle città finaliste). Sembra improbabile che la Appendino si sia dedicata al progetto prima della fine di settembre, poiché era impegnata nella questione olimpica. Per questo, la ricostruzione di Malagò sembra reggere, anche perché la telefonata e il successivo incontro non sono stati smentiti nella replica: è possibile che la prima telefonata risalga a fine settembre / inizio ottobre, mentre – con grande sforzo e un po' di fantasia – l'incontro si potrebbe collocare il 29-30 ottobre. In quei giorni la Liguria fu vittima di un forte maltempo che causò danni da Genova alla zona del Tigullio: guarda caso, la zona attraversata dalla tratta ferroviaria Torino-Roma. E Chiara Appendino, secondo Malagò, si recò a Roma proprio in treno. Per questo, riteniamo credibile buona parte della ricostruzione del Presidente CONI, salvo la data citata. Allo stesso tempo, è probabile che al momento del primo incontro la macchina organizzativa (con Chiara Appendino protagonista) fosse già partita, e in effetti i meriti principali – come scrive la vicepresidente FIT – sono delle istituzioni, dal governo a quelle locali, senza dimenticare la FIT che si è occupata degli aspetti puramente tecnici.
Insomma, sembra che entrambi abbiano una parte di ragione. Questa polemica poteva essere evitata o limitata a contesti privati, ma a volte l'incrocio tra sport e politica porta a situazioni del genere. Ed è un peccato che la stampa si limiti a riportare botte e risposte, facendo cassa di risonanza agli uni e agli altri, senza cercare di comprendere fatti e retroscena. Noi ci abbiamo provato.