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LA STORIA

Lo schiaffo alla Will Smith e le mamme sorridenti

Lo schiaffo del 15enne Michael Kouame al termine di un match junior in Ghana ha fatto il giro del mondo. Sarebbe opportuna un'indagine per comprendere le ragioni del brutto gesto: il giorno dopo, le madri dei due giocatori si sono incontrate tra mille sorrisi. I Kouame sognano di diventare i Williams francesi.

Riccardo Bisti
6 aprile 2022

È stato l'episodio più cliccato del giorno. Loro malgrado, Michael Kouame e Raphael Nii Ankrah sono diventati popolarissimi. In effetti, lo schiaffo del francese dopo il loro match al J5 di Accra (Ghana) è arrivato nel momento migliore (o peggiore, fate voi) per avere risonanza. Poche ore prima, l'ATP aveva annunciato una stretta sui gesti antisportivi dopo le intemperanze viste negli ultimi mesi. Qualche giorno fa, Will Smith ha fatto scalpore rifilando uno schiaffone molto simile a Chris Rock durante la serata degli Oscar, in cui era presente... grazie al tennis. Come è noto, l'attore americano ha impersonato Richard Williams (padre di Venus e Serena) nel film-capolavoro King Richard (Una famiglia vincente nell'infelice traduzione italiana). La citazione non è fine a stessa, poiche la vicenda di Kouame e del fratello minore Moise può ricordare – alla lontana – quella delle sorelle Williams. Lo ha detto qualche anno fa mamma Suzanne, quando i figli avevano raccolto i primi granelli di popolarità. “Ci sentiamo dire che non abbiamo la pelle giusta, i capelli giusti... per loro sarà difficile, ma niente vittimismo. Devono essere felici e non sentirsi sotto pressione. Tutto questo può finire in un nulla di fatto... oppure può essere una grande storia”. Non c'è dubbio che l'episodio di Accra – con protagonista il fratello maggiore – segnerà la crescita di Kouame, che ha compiuto 15 anni lo scorso 22 dicembre.

I fatti: in questi giorni, il National Tennis Center della capitale ghanese sta ospitando un torneo del circuito giovanile ITF. Un piccolo evento, niente a che vedere con gli Slam o il Trofeo Bonfiglio. Non a caso, la prima testa di serie era il numero 606 della classifica mondiale giovanile. Proprio Kouame, francese con la madre camerunense e il padre ivoriano. In tabellone (dopo aver superato le qualificazioni) anche il fratello Moise, due anni più piccolo di lui. Al termine di un match molto combattuto, Kouame si è arreso al giocatore di casa Raphael Nii Ankrah col punteggio di 6-2 6-7 7-6. Al momento della stretta di mano, Kouame gli ha rifilato un ceffone con la mano sinistra. Il video diventato virale si interrompe subito dopo, ma ne sono spuntati altri due: il primo riprende la stretta di mano da un'altra angolazione e si può vedere la reazione del ghanese. Rimane fermo, interdetto, incredulo. Ce n'è poi un altro in cui si vedono alcuni spettatori che si dirigono minacciosi verso Kouame, in un accenno di rissa. Il francese è costretto a scappare. Una scena orripilante, da saloon. In molti hanno paragonato lo schiaffo di Kouame a quello di Will Smith, poiché è arrivato a tradimento. Non gli ha dato il tempo di difendersi.

«Abbiamo avuto avuto il piacere di incontrare le mamme dei ragazzi protagonisti dello sfortunato incidente dello schiaffo. Le abbiamo invitate a guardare il lato positivo della storia» 
Roger Crawford
ASICS ROMA

Lo schiaffo di Kouame visto da un'altra prospettiva. Si intuisce l'incredulità dell'avversario

“È l'incidente più barbaro che abbia mai visto su un campo da tennis, non ho parole per descrivere l'accaduto – ha detto il direttore del torneo Roger Crawford – come prima cosa, ho subito squalificato il francese dal tabellone di doppio, ma non mi sono limitato a questo: ho suggerito all'ITF di escluderlo dal torneo della prossima settimana”. In effetti si terrà un altro torneo ad Accra e il nome di Kouame non compare nell'entry list (così come in tornei analoghi in Camerun e Botswana): è dunque possibile che lo abbiano già escluso. “I ghanesi sono pacifici, per questo Ankrah non si è vendicato – continua Crawford – ho chiamato la sicurezza del torneo, che ha bloccato il carnefice. Tuttavia, il ghanese e il suo team hanno deciso di non sporgere denuncia. Per questo, pur avendo chiamato la polizia, ho dovuto lasciarlo libero. È il peggior incidente che abbia mai visto nella mia vita di giocatore, tecnico e ufficiale di gara”. Pur riconoscendo la gravità dell'episodio, il blocco del giovane e l'intervento della polizia sembrano misure un po' eccessive.

Lo stesso Crawford ha forse capito di aver esagerato, e il giorno dopo ha diffuso una foto in cui posa insieme alle madri dei due giocatori. Sono tutti sorridenti e il messaggio è decisamente più sereno: “Io e il referee del torneo abbiamo avuto avuto il piacere di incontrare le mamme dei ragazzi protagonisti dello sfortunato incidente dello schiaffo. Le abbiamo invitate a guardare il lato positivo della storia: questo sfortunato episodio ha fatto il giro del mondo molto più velocemente di quanto avremmo immaginato. Non vedo l'ora che arrivi il lato positivo di tutto questo”. L'immagine delle madri rasserena, ma rimane da capire il motivo dello schiaffo di Kouame. Da Accra arrivano informazioni incomplete e frammentarie: secondo una fonte francese, sarebbe stato il ghanese il primo a comportarsi in modo antisportivo. Durante il match, avrebbe tirato una pallata a Kouame senza avere alcuna sanzione. Inoltre, dopo il match il francese sarebbe stato aggredito da alcuni sostenitori locali, adulti. In assenza di prove filmate su quanto accaduto durante il match, sarebbe necessario avviare un'indagine, ascoltando i protagonisti, prima di decidere su eventuali sanzioni.

Le mamme di Michael Kouame e Raphael Nii Ankrah posano con il direttore del torneo

Roger Crawford, direttore e organizzatore del J5 di Accra, parla dell'episodio Kouame-Ankrah

Mentre Ankrah è praticamente sconosciuto (di lui si sa solo che arriva dalla piccola città di Winneba, ed è numero 1708 ITF), Kouame è già piuttosto noto. Il tennis è seguitissimo in Francia, hanno una gran fame di campioni e la sua storia affascina, anche se qualcuno scommette che il fratello minore Moise sia ancora più talentuoso. I due provengono da Sarcelle, nel dipartimento della Val d'Oise, a nord-ovest di Parigi. Hanno iniziato a giocare quando Michael aveva 5 anni e Moise 3, per emulare le sorelle maggiori. Ben presto è emerso il loro talento e per questo la famiglia si è spostata a Parigi, in modo da usufruire delle strutture migliori possibili. Prima il famoso Lagardere Paris Racing, adesso l'All-In Academy, il maxi impianto (con tripla sede) gestito in società da Jo Wilfried Tsonga e Thierry Ascione. Un centro che accoglie professionisti di livello come Ugo Humbert, Lucas Pouille, Gregoire Barrere, Mathias Bourgue e l'ucraina Katarina Zavatska. In virtù dei buoni risultati, gli ha messo gli occhi addosso la FFT. Ha fatto parte del team che nel 2018 ha conquistato il terzo posto ai Campionati Europei Under 12, ed è un giocatore dal tennis aggressivo e spettacolare. A differenza di quasi tutti i colleghi, tira il rovescio a una mano.

Attorno alla famiglia Kouame ci sono importanti suggestioni. Durante il Roland Garros 2018, Moise ha partecipato a un evento Babolat con Rafael Nadal: gli ha tirato un dritto vincente e ha esultato imitandolo, accendendo un gran sorriso di Rafa. Dovesse diventare forte, il filmato diventerà un classico. E poi c'è il colore della pelle: alcuni dei migliori francesi sono neri, come Gael Monfils e lo stesso Tsonga. Senza dimenticare Yannick Noah, ultimo transalpino a vincere uno Slam. E arrivava dal Camerun, stesso Paese di mamma Suzanne. Quest'ultima – a parte la foto di Accra – è la figura cruciale nella crescita dei figli. Lavora come fisioterapista, ha fatto l'infermiera di notte e sta sacrificando la sua esistenza per sostenere il sogno dei figli. È stata anche la loro insegnante ai tempi delle elementari, perché li ha fatti studiare a distanza per farli concentrare sul tennis. Da qui si comprende il paragone con Richard Williams, principale artefice del successo delle figlie. A Compton era lui il più indisciplinato, a casa Kouame sembra che la nomea di cattivo se la sia presa il 15enne Michael. Ma questa storia va chiarita. E magari, tra qualche anno, sarà il passaggio di un film per raccontare la storia di successo di una famiglia che è partita dal basso. Gli Williams francesi.