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L'EMERGENTE

Il Figlio d'oro del tennis francese

Il suo cognome vuol dire "figlio". Come se nella carta d'identità fosse scolpita l'eredità di Arthur Fils, forse il più promettente della nouvelle vague francese. 18 anni, ha già intascato un Challenger e vinto il derby generazionale contro Gasquet. Non vincono uno Slam da 40 anni: sarà lui l'uomo giusto?

Riccardo Bisti
8 febbraio 2023

L'ultima volta che Richard Gasquet aveva predetto un grande futuro a un giovane, aveva indicato Carlos Alcaraz. “Bella forza”, si potrebbe dire. Ma il francese ama sul serio il tennis, quindi sa vedere in profondità. “Colpiva più forte di me, la sua palla è molto pesante. Gioca bene, niente da dire. È forte, veloce, ha un ottimo futuro. Non so dove arriverà, ma di sicuro molto in alto. Ha la mentalità giusta”. Aveva appena perso 7-5 7-5 contro Arthur Fils, volto nuovo di una Francia affamata di rinascita. Nel 2023 cadranno 40 anni dall'ultimo successo Slam tra gli uomini, l'ultra-ingiallito Roland Garros conquistato da Yannick Noah. Il torneo ATP di Montpellier può segnare un passaggio simbolico verso un'epoca tutta nuova. Il nuovo numero 1 di Francia, Benjamin Bonzi, ha perso al primo turno contro Lorenzo Sonego. E Fils ha vinto lo scontro generazionale contro Gasquet, a cui rende ben 18 anni. Oggi sfiderà Roberto Bautista Agut nella classica Prova del 9. Il test ideale per capire se è già pronto per sostenere con continuità certi livelli. Nelle dieci precedenti partecipazioni, Gasquet non aveva mai perso al primo turno a Montpellier.

E lo aveva vinto per tre volte (2013,2015, 2016). Per lui è il torneo di casa, visto che la sua Beziers dista meno di 70 chilometri. Il pubblico era tutto per lui, al punto da rivolgere qualche fischio all'aspirante showman Fils. Sul 5-5 nel secondo, ha fronteggiato una palla break che avrebbe potuto girare la partita. L'ha salvata con uno spettacolare pallonetto al volo e ha esultato in modo sfacciato, portandosi una mano all'orecchio. Come a dire: “Fate pure, non vi sento”. Ci sono le stimmate del personaggio in questo ragazzo di 18 anni (ne compirà 19 il prossimo 12 giugno), che sta raccogliendo i frutti dei cambiamenti svolti in inverno. Continua ad allenarsi presso il CNE (Centre National d'Entrainement, il centro tecnico della federtennis francese), ma ha cambiato tutto. Dopo tre anni e mezzo con Jerome Potier, da dicembre si fa allenare da Laurent Raymond. “Con lui stiamo lavorando a 360 gradi – racconta – aspetti tecnici, tattici, ma anche mentali”. Già che c'era, ha trarcorso una settimana al Piatti Tennis Center di Bordighera, facendosi trattare dalle mani fatate di Dalibor Sirola.

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Lo sapevi che...

I PIÙ GIOVANI FRANCESI A VINCERE UN MATCH NEL CIRCUITO ATP

1) Richard Gasquet (15 anni e 9 mesi)
2) Fabrice Santoro (16 anni e 7 mesi)
3) Gael Monfils (18 anni e 1 mese)
4) Paul-Henri Mathieu (18 anni e 6 mesi)
5) Arthur Fils (18 anni e 7 mesi)

Arthur Fils ha mostrato grande personalità nel match contro Richard Gasquet

I risultati sono arrivati alla svelta: fallito l'accesso alle qualificazioni dell'Australian Open, ha iniziato la stagione con i Challenger e ha intascato il suo primo titolo presso il Complexo de Tenis do Jamor, a Oeiras. “Sapevo che Van Assche aveva vinto a Maia” ha detto ai giornalisti portoghesi, ricordando il suo coetaneo-connazionale-amico che nel 2021 gli aveva scippato il titolo al Roland Garros junior (si era rifatto vincendo il doppio insieme all'amico Giovanni Mpetschi Perricard). “Inoltre ho saputo che Arthur Cazaux aveva vinto un Challenger a Nonthaburi e Richard Gasquet un titolo ATP... allora mi sono detto che avrei dovuto vincere anch'io”. Detto, fatto. Ma niente appagamento: “Non ho certo l'obiettivo di restare tra i top-200, questo è solo l'inizio” aveva tuonato dopo il successo. Si è spostato a Quimper e ha colto la seconda finale consecutiva, bloccato soltanto da Gregoire Barrere. È volato al numero 163 e gli hanno dato una wild card per il torneo ATP di Montpellier, che pure si trova dall'altra parte della Francia rispetto alla sua Parigi, o meglio al sobborgo di Saint-Michel-Sur-Orge.

È lì che ha iniziato a giocare all'età di 5 anni con papà Jean-Emmanuel, che gli ha trasmesso un rude spirito combattivo. Ma i risultati stanno dando ragione al direttore del torneo Sebastien Grosjean, che è anche capitano di Coppa Davis. Gli ha messo gli occhi addosso e chissà che non possa prenderlo in considerazione per le Davis Cup Finals, visto il periodo di pesante ricambio generazionale. Non c'è solo Fils: hanno Luca Van Assche, Arthur Cazaux, Gabriel Debrou. “Ci spingiamo a vicenda, i risultati degli altri sono una forte motivazione” dice Fils, che si era fatto notare per la prima volta nel 2020, quando aveva vinto l'Orange Bowl Under 18 con un paio d'anni d'anticipo. È stato il quarto francese a riuscirci dopo Guy Forget (1982), Gianni Mina (2009) e Hugo Gaston (2017). “Ma questo successo non mi garantisce nemmeno di diventare un professionista” disse a suo tempo, in un esercizio d'umiltà che cozza un po' con il suo linguaggio del corpo. Perché Fils è uno ruspante, aggressivo, adora stare al centro dei riflettori.

Tra Richard Gasquet e Arthur Fils ci sono 18 anni di differenza. Questa foto rappresenta un passaggio di consegne?

Arthur Fils si è aggiudicato il suo primo ATP Challenger a Oeiras, in Portogallo

Con le ovvie e debite proporzioni, sorge spontaneo il paragone con Jo Wilfried Tsonga e Gael Monfils, due degli ultimi grandi di Francia. Ricorda un po' uno, un po' l'altro. E conosce la storia: “Jo ha giocato una finale Slam, Gael diverse semifinali... oddio, non tantissime, tre o quattro”. Ci ha preso, e non aveva Wikipedia sotto al naso. D'altra parte – nonostante sia parigino – il suo Slam preferito rimane l'Australian Open. Da ragazzino metteva la sveglia e organizzava levatacce per seguire gli incontri, come ogni appassionato che si rispetti. E non si perdeva un match del suo idolo Roger Federer, a suo dire uno dei motivi per cui i Quattro Moschettieri del 21esimo secolo (gli altri erano Gilles Simon e lo stesso Gasquet) non hanno mai vinto uno Slam. “Hanno avuto la sfortuna di capitare in una generazione fortissima, in cui tutto era in mano a pochi”. Lo stesso Stan Wawrinka ha recentemente scherzato su Twitter.

Quando qualcuno si domandava come avesse fatto a vincere tre Slam in un'epoca del genere, ha risposto con un laconico “Non lo so neanch'io”. “Non dovrebbe mancare molto al ritiro di Djokovic e Nadal, a quel punto i ragazzi della nostra generazione dovrebbero avere più opportunità di vincere uno Slam” dice Fils, che quest'anno vuole togliersi di mezzo il prima possibile i tornei Challenger, giocare diversi ATP e partecipare alle qualificazioni del Roland Garros. Quest'ultimo obiettivo è ormai raggiunto, mentre sarà interessante se azzeccherà lo step successivo: entrare tra i top-100 entro metà luglio, in modo da garantirsi l'ammissione diretta allo Us Open. Intanto la Francia ha ripreso a sognare. I suoi connazionali gli perdonerebbero un eventuale successo in uno degli altri tre Slam, ma un trionfo al Roland Garros – per un parigino – avrebbe un sapore incredibile. E poi Arthur è nato il 12 giugno, proprio nei giorni in cui solitamente finisce il torneo. Vuoi vedere che il destino ci ha messo uno zampino?