Fognini-Giorgi, il sogno medaglia passa (solo) da voi

OLIMPIADI

26 luglio 2021

Riccardo Bisti

Le speranze azzurre passano dall'usato sicuro: Fognini rispetta le gerarchie e adesso sfida Medvedev, la Giorgi sfrutta un sorteggio benevolo ma è pronta a sfidare la Pliskova. Vanno fuori Sonego e gli ultimi doppi in gara.

Una medaglia olimpica è per sempre, ci mancherebbe. Ma vincerla in singolare ha un prestigio diverso: permette di evitare la precisazione “in doppio”, che spesso viene interpretata come un ridimensionamento. In attesa che il torneo entri nel vivo, le speranze di medaglia per l'Italia passano da Fabio Fognini e Camila Giorgi, unici rimasti in gara. Il doppio maschile Sonego-Musetti ha fatto un figurone e per poco non batteva Pavic-Mektic (sono stati avanti 3-0 nel super tie-break...), ma purtroppo conta solo il risultato. Niente da fare per Sonego in singolare e per la coppia femminile Errani-Paolini, e sembra improbabile che l'Italia possa schierare una coppia in doppio misto, per ragioni di entry list. E allora ci affidiamo all'usato sicuro, quel Fognini che quando deve giocare per l'Italia si è sempre squartato: termine usato da lui, nella discussa intervista con Repubblica di qualche giorno fa.

Accreditato della 15esima testa di serie, ha fatto il suo dovere battendo Sugita e Gerasimov. Bravo, perché non è mai scontato. Adesso il torneo di Fabio è a un crocevia: negli ottavi se la vedrà con Daniil Medvedev, numero 2 del tabellone e specialista del cemento all'aperto. I precedenti dicono 3-1 per il russo e Fognini – onestamente – parte sfavorito, se non altro perché i numeri raccontano di 15 vittorie su 81 scontri diretti contro i top-10. Dovesse centrare l'impresa si porterebbe a un passo dalla zona medaglie, sensazione che nel singolare maschile non viviamo da 25 anni, quando Renzo Furlan si spinse nei quarti ad Atlanta perdendo un match più che fattibile contro Leander Paes. Aveva fatto un passo in più Paolo Cané a Los Angeles 1984, intascando un bronzo nell'edizione dimostrativa (nonché riservata agli Under 21).

Fabio Fognini aveva raggiunto gli ottavi anche Rio de Janeiro: allora si arrese contro Andy Murray

Fece altrettanto Raffaella Reggi, unica donna italiana a vincere una medaglia. Da allora, nonostante gli anni d'oro del nostro tennis femminile, non siamo mai andati davvero vicini alla medaglia. Schiavone, Pennetta, Errani e Vinci non hanno mai fatto troppa strada in singolare, mentre in doppio abbiamo raccolto alcuni piazzamenti nei quarti. Proverà a spezzare l'incantesimo Camila Giorgi, che a Tokyo sembra aver ritrovato la vena dei periodi migliori. Intendiamoci: Jennifer Brady ed Elena Vesnina non erano esattamente test proibitivi. L'americana è tornata ai Giochi dopo due mesi di assenza per l'infortunio patito a Parigi, mentre la russa ha giocato il singolare solo per il forfait di alcune connazionali. Poco importa: Camila ha lasciato pochi game alle avversarie e si presenta con il giusto carico di fiducia al match contro Karolina Pliskova.

Partirà sfavorita, ma per fortuna a tennis si gioca dappertutto, tranne che sulla carta. E il cemento dell'Ariake Coliseum, così rapido, ben si adatta al suo tennis flipper. Camila vanta già un'ottima esperienza a Tokyo: nel 2018, anno in cui si giocò indoor (proprio in vista delle ristruttuazione olimpica) giunse in semifinale a Tokyo, battendo Wozniacki (allora n.1) e Azarenka prima di cedere solo alla Osaka. La Pliskova ha vinto i primi cinque scontri diretti, ma Camila si è aggiudicata l'ultimo, un mese fa a Eastbourne. Con le eliminazioni di Barty e Swiatek, il tabellone femminile sembra aperto a qualsiasi soluzione. Non è come tra gli uomini, laddove c'è un Novak Djokovic che sembra poter togliere ogni speranza ai concorrenti. E chissà che la Giorgi non abbia trovato la settimana magica...

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