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ATP CUP

Russia troppo forte. Ma il vero obiettivo è lo Slam

Quattro set persi e nessuno vinto spengono le velleità azzurre di vincere l'ATP Cup: troppo superiore la Russia di Medvedev e Rublev. Complimenti ai russi, ma non c'è tempo per rammaricarsi: inizia l'Australian Open e l'Italia deve puntare a un risultato di prestigio. Laddove conta davvero.

Riccardo Bisti
7 febbraio 2021

Vincere aiuta a vincere ma in questo caso non bisogna essere pessimisti. Conquistare l'ATP Cup avrebbe probabilmente scatenato una pericolosa esaltazione collettiva in vista dell'Australian Open, il torneo che davvero conta in questa particolare stagione down under. Non era il caso di eccedere con i trionfalismi dopo i successi del duo Berrettini-Fognini nei match precedenti (anche se le vittorie di Matteo su Thiem e Bautista, e quella di Fabio contro Carreno Busta, hanno un peso specifico importante), non bisogna certo disperarsi per i 4 set a 0 che ci hanno rifilato Andrey Rublev e Daniil Medvedev. La Russia era la squadra più forte, anche più della Serbia di Djokovic e della Spagna di Nadal, poiché nessuno poteva vantare una coppia di singolaristi così competitiva come quella dei ragazzi guidati da Evgeny Donskoy. Giusto l'Italia poteva avvicinarsi, ma sul cemento hanno ancora qualcosa in più.

Rublev è passato sopra a Fognini come un Frecciarossa (6-1 6-2 lo score), vanificando anche i tentativi di cambiare tattica nel secondo set. Poco dopo, Daniil Medvedev ha mandato un messaggio importante nel 6-4 6-2 con cui ha bloccato la striscia vincente di Berrettini: per l'Australian Open è da corsa, più che mai. Forse è più vicino ai nuovi Big Three (Nadal, Djokovic, Thiem) di quanto il resto del gruppo non sia vicino a lui. L'onda lunga delle ATP Finals è proseguita a Melbourne, e il successo della Russia (che succede alla Serbia nel mini albo d'oro) manda un segnale sulla maturazione dei due Golden Boys dall'anima europea, giacché Medvedev ha un coach francese (Gilles Cervara) e Rublev uno spagnolo (Fernando Vicente). Motivo? Per vincere il trofeo, non potevano permettersi di perdere un solo match.

ASICS ROMA
Archiviata questa bella esperienza, sia pure in una manifestazione a ranghi ridotti, adesso è il momento di alzare l'asticella nel torneo che conta davvero.
Il team russo solleva l'ATP Cup 2021

A differenza di altre squadre (Italia compresa) la Russia non ha un doppio competitivo, o almeno composto da specialisti. Il team è completato da onesti mestieranti come lo stesso capitano-giocatore Donskoy e Aslan Karatsev. Se anche avesse giocato Karen Khachanov, i doppi non sarebbero risultati più forti. E allora il duo Daniil-Andrey ha fatto il suo dovere, raccogliendo otto vittorie su otto (battuti in fila Schwartzman, Pella, Nishioka, Nishikori, Zverev, Struff, Fognini e Berrettini) e prevenendo le sconfitte in doppio, puntualmente arrivate. Significa che hanno imparato a gestire la pressione, che sanno giocare da favoriti. E non è poco. Quanto all'Italia, il percorso di questi giorni ha portato (ancor di più) alla luce dei riflettori un movimento ormai al top.

La finale tutta azzurra tra Jannik Sinner e Stefano Travaglia al Great Road Ocean Open è solo la punta di un iceberg ormai venuto a galla. La stessa ATP ha realizzato un clip in cui gli azzurri parlano di se stessi e di questa congiuntura fantastica, forse irripetibile. Oltre alla competitività ai massimi livelli, abbiamo la quantità (otto top-100), le prospettive (l'età di Sinner e Lorenzo Musetti sembra una cassaforte per il futuro) e anche la vivacità organizzativa: al Masters 1000 di Roma si sono aggiunte le Next Gen Finals (fino al 2022) e – soprattutto – le ATP Finals. Oggi più che mai è lecito sperare che qualche italiano riesca a qualificarsi e ricreare a Torino il suggestivo Effetto Murray vissuto in alcune edizioni londinesi.

Il bilancio dell'Italia in ATP Cup rimane decisamente positivo
In semifinale, Italia e Russia avevano sconfitto rispettivamente Spagna e Germania

Sulla finale della Rod Laver Arena c'è poco da dire: Rublev ha confermato lo stato di forma già mostrato nei giorni scorsi, mentre Medvedev è stato addirittura sontuoso. Il punto con cui ha preso un break di vantaggio nel secondo set è stato un po' il simbolo della partita: grande difesa, transizione verso l'attacco e sontuosa chiusura a rete. Medvedev gioca un tennis molto complicato per Berrettini: risponde alla grande, riducendo l'efficacia del servizio dell'azzurro, e poi lo costringe a giocare parecchi rovesci e altrettante palle ad altezza ridotta, complicando la vita a un giocatore alto come l'azzurro. Trovandosi a giocare spesso in difesa, Berrettini è meno competitivo rispetto a quando può martellare con il dritto.

Dopo quanto visto in ATP Cup, sarà contento che Medvedev non gli sia troppo vicino in tabellone. I suoi problemi – sorprese permettendo, e il primo turno con Kevin Anderson è davvero ostico – saranno Tsitsipas negli ottavi e Nadal nei quarti. Potrebbe ripescare il russo soltanto in un'ipotetica semifinale. Archiviata questa bella esperienza, sia pure in una manifestazione a ranghi ridotti, adesso è il momento di alzare l'asticella nel torneo che conta davvero. Negli ultimi anni lo abbiamo fatto, cogliendo due semifinali Slam (Cecchinato a Parigi e lo stesso Berrettini a New York): nella storia, nessun italiano si è spinto così avanti a Melbourne. È giunto il momento di individuare obiettivi nuovi e sempre più ambiziosi.

ATP CUP, FINALE
RUSSIA – ITALIA 2-0
Andrey Rublev (RUS) b. Fabio Fognini (ITA) 6-1 6-2
Daniil Medvedev (RUS) b. Matteo Berrettini (ITA) 6-4 6-2