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AUSTRALIAN OPEN

Vita da raccattapalle... al tempo del COVID

Sono linfa vitale ogni torneo, ma non li conosce nessuno. Quest'anno l'esercito dei raccattapalle dell'Australian Open raggiunge la cifra record di 380 e avrà limiti ben precisi, oltre a nessun compenso. Si consoleranno con i gadget del torneo e un incubo in meno: non dovranno toccare gli asciugamani dei giocatori.

Riccardo Bisti
5 febbraio 2021

In condizioni normali, l'Australian Open non si può giocare in un periodo diverso da gennaio. Motivo: le gente è ancora in ferie e – soprattutto – i ragazzi sono in vacanza. Sul piano organizzativo, sarebbe molto complicato mettere in piedi il torneo quando le scuole sono aperte. E sono proprio le scuole il serbatoio da cui attingere per un aspetto chiave del torneo: i raccattapalle, o meglio, ballboys (e ballgirls). Il COVID ha cambiato tutto e sono serviti compromessi anche per questo specifico settore. Lavoreranno 380 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni, in deroga alla tradizione che solitamente li colloca tra i 12 e i 15 anni.

Saranno tutti australiani, senza il consueto contributo estero che in condizioni normali avrebbe portato a Melbourne 38 ragazzi stranieri: 20 coreani (non dimentichiamo che KIA è lo sponsor principale del torneo), 6 cinesi, 10 indiani e 2 francesi in rappresentanza del Roland Garros. Solo ragazzi del posto: tra loro c'è il 16enne Marlo Jenkins, costretto a chiedere un permesso al preside della sua scuola per potersi immergere nella bolla del tennis. L'accordo è chiaro: quando sarà impegnato nei match mattutini, potrà saltare la scuola. Diverso quando lavorerà nel tardo pomeriggio o in sessione serale: in quel caso dovrà andare a lezione, ma poi indosserà la maglia azzurra e i calzoncini blu per andare servire Nadal, Djokovic, Osaka, Serena. Per favorire il distanziamento sociale, l'Australian Open ha abolito la figura dei giudici di linea, sostituiti da Hawk Eye Live. Ma chiedere ai giocatori di raccogliersi le palle sarebbe stato troppo: chiunque abbia visto un match senza raccattapalle, sa che i tempi si allungano a dismisura. E il tennis trasmesso in 200 Paesi, con tanto di shot-clock, non se lo può permettere.

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A Melbourne Park sono state installate oltre 800 (!) postazioni di gel disinfettante e salviette. Chi dovrà toccare una palla da tennis (raccattapalle e arbitri in primis) avrà l'obbligo di disinfettarsi le mani prima di scendere in campo.
Attimo di popolarità per una giovane ballgirl, omaggiata da Rafa Nadal con un bacino

Il lavoro dei ballkids sarà più semplice: non dovranno più raccogliere gli asciugamani dei giocatori, i quali faranno per conto proprio grazie agli appositi contenitori. Jenkins aveva esordito all'Australian Open lo scorso anno ed era convinto che fosse finita lì, visti i raggiunti limiti d'età. Quando gli hanno detto che nel 2021 il limite è stato portato a 17 anni, è cambiato tutto. “È fantastico e avrò l'opportunità di rivedere alcuni amici”. In totale saranno 380, record storico del torneo, una ventina in più rispetto al previsto (selezionati tra i circa 2.500 che fanno richiesta). La necessità di rispettare determinate misure ha richiesto un aumento di personale. Non è certo un problema per Tennis Australia, visto che si tratta di volontari. La loro paga è composta da altri benefit: intanto i buoni pasto, poi le uniformi ufficiali griffate Ralph Lauren, infine merce e prodotti ufficiali del torneo (lo scorso anno furono cuffie, zaini e carte regalo).

Come il pubblico, anche loro saranno divisi in tre gruppi, ciascuno operante in una delle tre aree in cui è stato organizzato Melburne Park: Rod Laver Arena, Margaret Court Arena e John Cain Arena. Meno possibilità di amicizie, nessuna chance di ottenere qualche gadget dei giocatori, ma c'è una miglioria molto apprezzata: basta asciugamani. “Era una delle parti più difficili del nostro lavoro – racconta Jenkins – era imbarazzante correre tra la nostra posizione e il giocatore senza sapere se lo volesse davvero”. Ma c'è di più: i ragazzi saranno esentati anche dal prendere le bevande. Se i giocatori vorranno acqua, integratori o frutta, dovranno fare per conto proprio. Su tutto l'impianto sono state installate oltre 800 (!) postazioni di gel disinfettante e salviette. Chi dovrà toccare una palla da tennis (raccattapalle e arbitri in primis) avrà l'obbligo di disinfettarsi le mani prima di scendere in campo. Tuttavia, è stato deciso che non dovranno utilizzare le mascherine durante gli incontri.

Le sorelle Maddie e Lucy Higgins saranno tra i 380 raccattapalle dell'Australian Open
I raccattapalle dell'Australian Open sono bravissimi. Questa "presa" al volo ne è un ottimo esempio

L'obbligo del distanziamento sociale porta anche a decisioni grottesche, quasi comiche. Per esempio, ciascun arbitro sarà dotato di una moneta personale per effettuare il sorteggio. Non ci saranno le strette di mano con i giocatori, e c'è da credere che molti ne saranno sollevati: una necessità che elimina potenziali tensioni e imbarazzi. Dopo le durissime norme di isolamento, non sono previsti ulteriori test COVID per chi frequenta l'impianto, salvo l'insorgenza di sintomi. “Mi piace tantissimo quello che sto vivendo – ha detto Jenkins – sto utilizzando i tornei di preparazione per prendere confidenza con le zone che posso frequentare, ma si tratta di pochi giorni e poterci essere è stata una bella sorpresa”. Sarebbe rientrata nel range d'età tradizionale Maddie Higgins, 15 anni, piccola veterana che è stata inserita nell'elite dei 20 capi-raccattapalle. A pochi giorni dal via, è stata intercettata da The Age e ha dispensato alcuni consigli per i neofiti. “Se commetti qualche errore, la cosa importante è ridere. I tennisti sorrideranno con te, e a seguire lo faranno tutti gli altri”.

Consiglio più che valido per la sorella minore Lucy, 12 anni, che esordirà proprio quest'anno. “Ho visto mia sorella, mi è sembrato divertente e ho deciso di provare. Sono un po' agitata, ma anche entusiasta”. Un pizzico di preoccupazione è giustificata, perché di solito l'addestramento inizia a giugno, mentre quest'anno è stato fatto un lavoro intensivo soltanto da inizio gennaio. Paul Higgins, padre delle due ballgirls, ha ammesso un minimo di preoccupazione per il rischio COVID e per i giorni di scuola che le figlie dovranno saltare, ma ritiene che il lavoro come raccattapalle abbia valori irrinunciabili: impegno, fiducia, concentrazione. “Sono qualità di cui abbiamo bisogno nella vita di tutti i giorni. Se sei stanco devi andare avanti, tenere duro e ripartire il giorno dopo”. L'ultima parola è di Maddie: “È folle vedere i campioni da vicino dopo averli ammirati in TV. Però è stupendo trascorrere il tempo con gli altri raccattapalle e fare nuove amicizie: è stato uno dei motivi per cui ho scelto di esserci anche quest'anno”. In un mondo in cui le relazioni sono sempre più filtrate dallo schermo, queste parole profumano di buono.