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Questione di tempo

Jannik Sinner scippa i primi due set a Djokovic, ma non regge alla distanza. “Uscire dal campo dopo i primi due set ha cambiato la partita” ha detto il serbo, implacabile dal terzo set in poi. Jannik non è mai andato davvero vicino al successo, però si sta avvicinando a passi svelti verso i suoi obiettivi.

Riccardo Bisti
5 luglio 2022

Abbiamo vissuto un anticipo di quanto accadrà in futuro. In assenza di competizioni pallonare, tutti gli appassionati di sport si sono assiepati su Sky, e magari a dialogare sui social media per seguire il match di Jannik Sinner contro Novak Djokovic. Per un'ora e mezza abbondante, c'è stata la speranza che l'altoatesino infilasse la vittoria della carriera. Un successo avrebbe conquistato le prime pagine di TG e giornali. Basti pensare che un giornale come il Fatto Quotidiano, molto attento ai click, ha addirittura dato un aggiornamento set by set lungo le tre ore e mezzo che hanno consegnato a Djokovic la 26esima vittoria di fila a Wimbledon. L'ultimo a batterlo è stato Tomas Berdych, che nei quarti del 2017 approfittò dei suoi guai al gomito (Nole si ritirò in svantaggio 7-6 2-0). Ma era il Campo 1, così come sul Campo 1 Sam Querrey interruppe il sogno Slam nel 2016. Insomma, non perde una partita sul Centre Court dalla finale del 2013, quando lasciò spazio ad Andy Murray.

“È il campo più importante della mia vita. Come ho detto tante volte, fu un match visto a Wimbledon a darmi l'ispirazione a giocare a tennis quando avevo cinque anni” ha detto nell'intervista sul campo dopo averla scampata, col punteggio di 5-7 2-6 6-3 6-2 6-2. Il risultato racconta molto, se non tutto: Sinner è stato spettacolare per due set, superiore al suo avversario. Se gli ingranaggi sono tutti al loro posto, l'azzurro non teme il robusto palleggio da fondocampo di Djokovic e spesso prende l'iniziativa con efficacia, oltre a raccogliere un buon numero di punti col servizio e a concedersi qualche discesa a rete. Insomma, il tennis giusto per l'erba contemporanea, molto diversa da quella che aveva fatto innamorare Djokovic nel 1993. Il serbo può recriminare per aver sciupato una partenza sprint (3-0, 4-1 e palla del 5-1), ma da quel momento in poi Sinner ha scaricato sul campo le ore di allenamento e i miglioramenti che si vedono, forti e chiari, partita dopo partita.

«Lui è stato migliore per due set, poi sono uscito dal campo. Mi sono rinfrescato, mi sono fatto un discorso di incoraggiamento davanti allo specchio» 
Novak Djokovic
ASICS ROMA

Novak Djokovic ammette l'importanza del toilet break a fine secondo set

Quando Sinner ha dominato il secondo set, più di qualcuno ha pensato che fosse arrivato il momento del passaggio di consegne. Esageriamo? Forse, ma l'anagrafe lo suggeriva: tra i due ci sono quattorrdici anni di differenza, mentre tra Federer e Sampras (interpreti dello storico match del 2001) ce n'erano “appena” dieci. Perso anche il secondo, Djokovic è fuggito negli spogliatoi. “Diciamo che sono state due partite diverse – ha detto Nole – lui è stato migliore per due set, poi sono uscito dal campo. Mi sono rinfrescato, mi sono fatto un discorso di incoraggiamento davanti allo specchio. In queste circostanze, quando non giochi bene e l'altro domina, queste cose sono necessarie per recuperare. Metti ordine ai pensieri e riassembli tutto. Sono stato fortunato a brekkare subito in avvio di terzo set: ho trovato la fiducia necessaria, poi credo che l'esperienza mi abbia aiutato a gestire il tutto”. Scherzando – ma non troppo – ha poi detto che lo stop per andare al bagno è stato il turning point della partita.

È vero in parte: dal terzo in poi, è cresciuto esponenzialmente nei colpi di inizio gioco. Più punti gratis, più risposte in campo, maggiore autorità nel palleggio da fondocampo. Come spesso accade, alla crescita di Djokovic si è accompagnato il calo di Sinner. L'azzurro è stato bravo a vincere l'ottavo gioco del terzo set, garantendosi la possibilità di servire per il primo nel quarto, ma la trama della partita era ormai cambiata. Djokovic aveva messo il pilota automatico ed è volato sul 4-0, salvo poi chiudere 6-2 dopo un game in cui l'azzurro si era procurato una leggera storta alla caviglia nel (vano) tentativo di recuperare una palla corta. Attimi di paura, che hanno ricordato la sfortuna di Alexander Zverev a Parigi. Per fortuna Sinner è ripartito senza bisogno del fisioterapista, e ha provato a giocarsi le sue carte in avvio di quinto. Non aveva energia a sufficienza, e Djokovic prendeva il largo già al terzo game (2-1 e servizio).

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Jannik Sinner non ha ancora battuto un top-5 ATP

Questo passante di Djokovic è stato il punto-simbolo della partita

Si può forse recriminare per qualche punto sfortunato, ma la verità è che il serbatoio era già vuoto, un po' per stanchezza, un po' per l'abitudine ancora scarsa a giocare queste partite. “Congratulazioni a Jannik per la grande battaglia, sono sicuro che avrà molte altre opportunità in partite di questo tipo – ha detto Djokovic – è molto maturo per la sua età, ed è già tra i primi 10-15 da qualche anno”. Il punto simbolo della partita è stato lo straordinario passante che ha dato a Djokovic la palla break per il 5-2 nel quinto. È pure scivolato dopo averlo tirato, esultando da terra. Lo schiaffo al volo sparato lungo da Sinner nel punto successivo è stata la resa. Non c'è ragione di essere delusi: la crescita di Sinner è lineare, costante, ed è sempre più vicino ai migliori. In fondo, perde solo contro di loro. Zero rimpianti, perché dal terzo set in poi non ha avuto particolari occasioni. A essere pignoli, è forse Djokovic a poter recriminare per non aver sfruttato il vantaggio iniziale. Avesse vinto il primo set, probabilmente il match avrebbe dato ancora meno illusioni.

Per il secondo anno di fila, dunque, è il serbo a bloccare la corsa dell'Italia: lo scorso anno accadde in finale contro Berrettini, adesso è la volta di Sinner, peraltro dopo aver rimontato due set di svantaggio... come gli era accaduto già sei volte in carriera, due contro italiani (Seppi a Parigi 2012 e Musetti, sempre a Parigi, nel 2021). Djokovic si conferma un maratoneta: dei 46 match di cinque set giocat in carriera ne ha vinti 36, con una fantastica percentuale dell'80%. E sono partite come questa a dargli quel boost che di solito lo rende ancora più forte nelle fasi finali. Per arrivare in finale, adesso, dovrà battere Cameron Norre: nel quarto d finale sul Campo 1, il britannico ha tenuto vive le speranze del pubblico di casa vincendo una maratona contro David Goffin, domato 7-5 al quinto. Nell'unico precedente (alle Finals 2021), Norrie raccolse appena tre giochi. Quanto a Sinner, l'appuntamento è solo rimandato. E da questo torneo si porterà vita il rovesciamento della dinamica della nascente rivalità con Carlos Alcaraz. E questo è ancora più importante.