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IL PERSONAGGIO

Non solo Sinner: l'altro imbattuto del 2024 è... monegasco

Valentin Vacherot ha vinto due Challenger e regalato al Principato di Monaco i punti decisivi in Paraguay. Cresciuto al Country Club, punta a diventare il miglior monegasco di sempre. Per riuscirci si fa aiutare dal fratellastro Benjamin Balleret. Prossimo obiettivo: portarsi il fisioterapista ai tornei.

Riccardo Bisti
10 febbraio 2024

Era il 27 gennaio 2003 quando Jean-Renè Lisnard si è accomodato al numero 84 ATP. Fu la miglior posizione mai raggiunta da un tennista monegasco. Lui era francese ma era riuscito a prendere la cittadinanza, mentre la dinastia dei Balleret è monegasca (più o meno) pura. Jacques Balleret giocava a tennis, il figlio Bernard è stato numero 310 del mondo e il nipote Benjamin è stato un valido tennista, ricordato per aver raggiunto il terzo turno al Masters 1000 di Monte-Carlo nel 2006. Ci volle Roger Federer per fermarlo, dopo i successi contro Albert Portas e Jonas Bjorkman (nelle qualificazioni), nonché contro Cristophe Rochus e Sebastien Grosjean. Si è accomodato al numero 204 ATP. “Adesso sei nello specchietto retrovisore” gli ha detto il fratellastro Valentin Vacherot, destinato a diventare – se tutto va bene – il miglior tennista monegasco di sempre. “Non vedevo l'ora che mi superassi” gli ha risposto Balleret. Insieme a Jannik Sinner, Vacherot è l'unico altro giocatore a essere imbattuto nel 2024. Quattordici partite, quattordici vittorie. Ha iniziato vincendo due tornei Challenger a Nonthaburi, città di 250.000 abitanti a una ventina di chilometri da Bangkok.

Curiosamente, ci aveva vinto il suo primo Challenger un paio d'anni fa. “Quest'anno mi ero prefissato due obiettivi: vincere un Challenger che fosse superiore alla categoria “50” e giocare il Roland Garros. Dopo la prima settimana posso già spuntare il primo” dice Vacherot, che la scorsa settimana (insieme al fratellastro-coach) ha permesso al Principato di Monaco di vincere un match di Coppa Davis in Paraguay. A settembre si giocheranno la possibilità di accere al World Group I nella trasferta in Marocco. Uno così non poteva che fare il tennista. Il patrigno aveva sposato l'ex top-50 Alexia Dechaume, mentre Valentin è addirittura cugino di primo grado di Arthur Rinderknech. “Non ho avuto scelta – racconta – quando ero piccolo giocavo a tennis e vedevo mio fratello andare in giro per il circuito. Volevo fare come lui, altro che andare a scuola”. Ironico, perché poi Vacherot ha scelto la strada dell'istruzione. Dopo aver studiato presso il Liceo Albert I di Monaco si è trasferito negli Stati Uniti per seguire il cugino (oggi n.94 ATP).

«Vorrei portarmi il fisioterapista a più tornei possibili. È un vantaggio enorme: a fine giornata ti puoi far trattare in hotel anziché usare quello del torneo, condiviso con 25-30 giocatori per turni di venti minuti, peraltro a pagamento» 
Valentin Vacherot

C'è rimasto per quattro anni e si è formato un giocatore che oggi è vicino alla piena maturità. Ha frequentato la Texas A&M University, una delle più rinomate degli Stati Uniti. È tornato a Monte-Carlo con una laurea in gestione aziendale e sportiva, a cui ha potuto accompagnare un'intensa attività agonistica. Affidato alle cure di Steve Denton (ex bombardiere dei primi anni '80, finalista in due edizioni dell'Australian Open) ha sviluppato una struttura fisica perfetta per fare il professionista. Quella corazza che non sempre accompagna i professionisti precoci. “Quando sono tornato, il mio fisico era già pronto”. Dopo un ottimo 2022 ha fatto fatica nei primi mesi del 2023. “Non avevo fiducia, però accanto a me ho un ottimo team. Mi dicevano di continuare a lavorare come se non fosse successo nulla. Hanno avuto ragione”. Numero 280 ATP il giorno di Capodanno, ha messo il turbo è oggi è in 173esima posizione, con la certezza di giocare le qualificazioni nei restanti tre Slam stagionali, e magari in qualche Masters 1000.

Ma lui vuole di più, anche se è un tipo molto inquadrato, poco incline ai voli pindarici. “Non mi emoziono facilmente, ma riconosco che nell'ultimo mese le cose sono andate molto di fretta. Non mi sono ancora reso conto di quello che ho fatto, la nuova classifica mi aprirà parecchie porte”. Vacherot è un privilegiato, poiché è cresciuto a Monte-Carlo e può usufruire delle strutture del Country Club. “Amo Monaco più di ogni altra cosa – racconta – mi alleno lì da quando avevo 10 anni, credo sia il circolo più bello del mondo. Ogno anno aspetto il torneo, lo scenario è surreale. Sono grato e fortunato”. Tutto giusto, ma non vi aspettate un 25enne viziato, abituato a vivere nell'oro. Vacherot è un ragazzo normale, che già pensa a come investire quello che ha guadagnato. “Vorrei portarmi il fisioterapista a più tornei possibili. È un vantaggio enorme: a fine giornata ti puoi far trattare in hotel anziché usare quello del torneo, condiviso con 25-30 giocatori per turni di venti minuti, peraltro a pagamento”.

Indossando la casacca della Texas A&M University, Valentin Vacherot ha colto lo spettacolare bilancio di 26 vittorie e 4 sconfitte nella stagione 2020

Valentin Vacherot celebra il titolo al secondo Challenger di Nonthaburi

La vicenda di Vacherot è curiosa per varie ragioni. Intanto perché possiede uno dei passaporti più ambiti in assoluto (non è un caso che Rocco Piatti e Leonardo Ljubicic, potendolo fare, ne abbiano approfittato), ma perchè insegue il sogno sotto la guida del fratell(astr)o. I due condividono mamma Nadine (maestra di tennis), ma da un anno e mezzo hanno scelto di inseguire un progetto comune. Balleret si è ritirato nel 2016 e ha subito iniziato la carriera di allenatore. Ha lavorato con gente forte: Giller Muller per due anni, Pierre-Hugues Herbert per quattro, oltre a sei mesi con Ilya Ivashka. “Ha acquisito esperienza mentre ero negli USA, poi nel 2022 mi ha detto di voler iniziare con me: per lui, lavorare con il fratello è entusiasmante. Inizialmente mi ha condiviso con un altro giocatore, poi da un anno e mezzo lavora esclusivamente con me” racconta Vacherot.

Da parte sua, Balleret è ottimista. A suo dire,  Vacherot raggiungerà la piena maturità nel 2025-2026. “Voglio portarlo dove vuole, la motivazione lo accompagna giorno dopo giorno. Le sue qualità mi fanno pensare che possa raggiungere le sue ambizioni. E sa che sono coinvolto al 200%”. La sua avventura ripartirà oggi dalle qualificazioni del torneo ATP di Delray Beach (esordio contro Diallo) poi dovrebbe ritrovare il sud-est asiatico, laddove risulta iscritto ai Challenger di Pune e New Dehli. Prima o poi arriveranno le sconfitte, ma la strada per il sorpasso a Lisnard sembra spianata. E tra un paio di mesi attendiamoci il pienone al Country Club per le sue performance al Masters 1000 di casa. “Mi chiedono tutti quale torneo voglia vincere, aspettandosi che dica uno Slam. Ma se hai un torneo così importante sotto casa...”. Eguagliare le imprese del fratello nel 2006 sarebbe già un grande risultato. Ma guai porre limiti alla provvidenza.