The Club: Bola Padel Roma
AUSTRALIAN OPEN

Naomi Osaka Forza Quattro

Quattro finali Slam, quattro vittorie: Naomi Osaka rispetta i pronostici battendo Jennifer Brady e si aggiudica l'Australian Open. “Vorrei che un giorno una ragazza potesse dire che sono la sua preferita”. Non si rende conto che probabilmente è già così.

Riccardo Bisti
20 febbraio 2021

Come Monica Seles e Roger Federer: vincendo l'Australian Open 2021, Naomi Osaka si è aggiudicata le prime quattro finali Slam giocate, eguagliando due colossi come la serba e lo svizzero. Pur approcciando con un certo nervosismo il match contro Jennifer Brady, la giapponese ha saputo gestire lo status di favorita. Un 6-4 6-3 senza particolare storia, non fosse per la chance avuta dalla Brady sul 4-4 nel primo set. Un pallonetto (bello ma un po' casuale) l'aveva portata a palla break, peraltro dopo che aveva rimontato da 1-3. L'avesse sfruttata, sarebbe andata a servire per chiuderlo. Persa quella, ha perso la partita, peraltro chiudendo il primo set con un drittaccio in rete su una palla piuttosto semplice. Naomi è salita rapidamente 4-0 nel secondo e non si è più guardata alle spalle.

Per la giapponese è la 21esima vittoria consecutiva: non perde una partita da 53 settimane (in Fed Cup contro Sara Sorribes Tormo), al punto che le hanno chiesto se ricorda le sensazioni generate da una sconfitta. “Le ho ben presenti, e sono molto dolorose” ha detto in conferenza stampa dopo aver bevuto mezzo bicchiere di champagne. Tanto è bastato per renderla allegra, non certo a trasformarla in una chiacchierona. Naomi è fatta così, sa essere personaggio con la sola presenza, senza bisogno di troppe parole. Più che le difficoltà tecniche, questa finale incuriosiva per il suo approccio. I giocatori si dividono in due categorie: quelli che soffrono la pressione e quelli che l'abbracciano, pensando che sia un privilegio. La Osaka fa parte della seconda, e ha ringraziato il destino per aver potuto giocare con il pubblico, specie dopo aver vinto uno Us Open a porte chiuse.

ASICS ROMA
"Spero di giocare ancora abbastanza a lungo al punto da spingere qualche ragazza a dire che sono la sua preferita. Sarebbe la cosa migliore che potrebbe accadermi"
Naomi Osaka

Quando le hanno chiesto se questa vittoria avesse qualche significato extra-tennis, specie dopo i messaggi politici lanciati a New York (è ben noto il suo sostegno al movimento Black Lives Matter), stavolta ha preferito non uscire dal recinto. “Ho l'abitudine di parlare soltanto di cose che conosco bene, quindi no. Ho approcciato questo torneo pensando esclusivamente al tennis”. E allora parliamo solo di tennis, di una giocatrice capace di vincere quattro degli ultimi otto Slam. È lei la potenziale dominatrice del tour, anche se ci sono ancora alcune incognite: in primis, il rendimento fuori dai campi in cemento. “Spero che il mio primo Slam su un'altra superficie arrivi sulla terra battuta, l'anno scorso non ci ho giocato male. Sull'erba ho giocato meno perché non ho fatto attività junior. E poi il Roland Garros arriva prima”. In secundis, la sua ambizione. Naomi ha detto chiaramente di non pensare alla classifica.

Non sarà mai il tipo di giocatrice che stabilisce la programmazione in base al ranking. E i suoi interessi fuori dal tennis sono ben noti. Di certo è destinata a diventare la tennista più popolare, l'ambasciatrice del nostro sport nell'universo mainstream. Prenderà il posto di Maria Sharapova e Serena Williams, anche se a parole dice che l'americana continua a essere il punto di riferimento assoluto. “Non è cambiato niente”. Sul campo non ha sofferto particolarmente, anche perché il ricordo della semifinale di New York ha contribuito ad alzare il grado di attenzione. “Il mio coach Wim Fissette mi ha detto che allo Us Open non avevo risposto troppo bene, allora mi sono concentrata su questo aspetto. Non credo di aver servito alla grande, ma la risposta mi ha aiutato tantissimo”.

Naomi Osaka non perde una partita da oltre un anno

La sconfitta ha impedito alla Brady di aggiornare le statistiche Slam delle giocatrici reduci dal college. L'ultima finalista era stata nel 1983 (Kathy Jordan), mentre per trovare l'ultima vincitrice bisognava andare fino al 1979, quando vinse un'altra Jordan, Barbara. La finale la porterà al numero 13 WTA, mentre la Osaka risalirà al numero 2 alle spalle di Ashleigh Barty. E pensare che aveva rischiato grosso negli ottavi, quando ha cancellato due matchpoint a Garbine Muguruza. A quel punto ha messo il turbo, perdendo appena diciotto game nelle ultime tre partite. Numeri da fenomeno che, piano piano, si sta rendendo conto del suo valore.

Spero di giocare ancora abbastanza a lungo al punto da spingere qualche ragazza a dire che sono la sua preferita – ha detto – sarebbe la cosa migliore che potrebbe accadermi. Per esempio, mi piaceva Na Li ma non ho avuto la possibilità di giocare con lei”. È probabile che lo pensi davvero, senza rendersi conto che è già così, che migliaia di giovani tenniste, dal Giappone agli Stati Uniti, vorrebbero essere come lei. Il trofeo del primo Us Open è custodito dai genitori, mentre gli altri due hanno trovato posto nel soggiorno di casa a Los Angeles. Se va avanti così, dovrà imitare Serena Williams e dedicare un'intera stanza ai suoi trofei. Soltanto allora, forse, si renderà conto di quello che rappresenta.