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NITTO ATP FINALS

Le Sinner Finals partono contro Tsitsipas

Una città (Torino) e un Paese (l'Italia) si stringono attorno a Jannik Sinner: non era mai successo che un azzurro si presentasse con così tante ambizioni al Masters. L'urna gli ha dato Djokovic, Tsitsipas e Rune. L'obiettivo è passare il turno, poi si vedrà. Nulla è precluso. 

Riccardo Bisti
10 novembre 2023

C'è profumo di rivoluzione. Il sorteggio dei gironi delle ATP Finals aveva un punto fermo: con cinque dei sette avversari, Jannik Sinner è in svantaggio negli scontri diretti. L'unico con cui è avanti è Andrey Rublev (4-2), mentre è in parità contro Carlos Alcaraz (comprendendo tutti i match, mentre i dati ufficiali lo danno in vantaggio 4-3). Non c'è dunque da stupirsi che parta ad handicap contro tutti gli avversari del Gruppo Verde: Novak Djokovic, Stefanos Tsitsipas e Holger Rune. Anzi, contro il serbo (0-3) e contro il danese (0-2) non ha mai vinto. Ma i tabù sono fatti per essere abbattuti, e poi contano i momenti, la fiducia, lo stato di forma. Jannik si presenta al Pala Alpitour nelle migliori condizioni possibili. Dopo lo Us Open ha vinto due tornei (Pechino e Vienna), raccogliendo meno del dovuto nei Masters 1000 di Shanghai e Parigi-Bercy, ma solo perché deve ancora abituarsi a essere competitivo in eventi back-to-back. A Torino, invece, si presenterà dopo una dozzina di giorni di recupero e allenamenti. È arrivato ai piedi della Mole con largo anticipo e l'intensità degli allenamenti è cresciuta giorno dopo giorno.

Un piano preciso, quasi scientifico, per essere al 100% alle 14.30 di domenica, quando inaugurerà il torneo contro Stefanos Tsitsipas. I precedenti non gli sono amici (2-5), ma l'ultimo è molto incoraggiante: un 6-4 6-3 senza storia a Rotterdam, ottimo per cancellare la delusione di qualche settimana prima, quando ci perse in cinque set all'Australian Open. C'è poi la sensazione – forte, diffusa – che Jannik sia cresciuto moltissmo in questi nove mesi, mentre il greco è rimasto più o meno lo stesso. Anzi, ha avuto una crisi di risultati nella seconda parte dell'anno, al punto che (per un attimo) c'è stato il timore che la sua qualificazione potesse essere a rischio. Invece si è risollevato a Vienna e Bercy, dimostrando che il cemento indoor non gli dispiace. In fondo, quattro anni fa (quando era più giovane del Sinner attuale) vinse le ATP Finals londinesi, con tanto di vittoria in semifinale contro Roger Federer. I bookmakers hanno comunque già deciso: nonostante i precedenti, Jannik è nettamente favorito. Una sua vittoria paga intorno all'1.40, segno di una fiducia quasi incondizionata. Tornerà poi in campo martedì contro uno tra Novak Djokovic e Holger Rune (che si sfideranno domenica alle 21, replay della maratona nei quarti a Bercy).

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Sin da inizio carriera, Jannik ha dimostrato di non patire la pressione del pubblico. Quando vinse il suo primo torneo “vero”, al Challenger di Bergamo, non fece una piega davanti a un palazzetto gremito con 2.500 spettatori. Saprà fare altrettanto con la moltitudine torinese.

Lo scenario più probabile è una sfida tra vincenti contro Djokovic, con in palio un possibile primo posto nel girone. Contro il serbo ha perso tre volte su tre, ma è interessante quanto detto da Jannik dopo la semifinale di Wimbledon: “Nonostante abbia perso in tre set, mi sono sentito più vicino a lui rispetto all'anno scorso, quando avevo perso in cinque”. Non parla molto, ma quando lo fa non è a vanvera. In tutta onestà, da fuori non sembrava. Ma se lo ha detto, la sensazione l'ha provata sul serio. Quale occasione migliore di un Pala Alpitour esaurito per provare a battere il serbo? Va da sé che sarà un match dall'enorme fascino: vuoi perché Nole è l'esame più complesso del tennis attuale, vuoi perché il match potrebbe indirizzare tutta la settimana, vuoi perché potrebbe dare una spintarella (in un senso o nell'altro) a quello che potrebbe succedere dall'anno prossimo. Se le previsioni saranno rispettate, chiuderà contro Holger Rune. Ci ha perso l'anno scorso a Sofia (ritirandosi sull'orlo della sconfitta per uno dei tanti acciacchi), e anche quest'anno in una semifinale-thriller a Monte-Carlo, in cui il danese aveva giocato un po' sporco (sia pure senza fare nulla di clamoroso).

La crisi post-Roland Garros di Rune, persino più pesante di quella di Tsitsipas, è stata tamponata dall'arrivo di Boris Becker. Semifinale a Basilea, quarti a Bercy, fiducia di nuovo in ascesa. Se i due dovessero affrontarsi giovedì, molto dipenderà da quanto ci sarà in palio. Un possibile primo posto nel girone? Oppure sarà uno spareggio qualificazione? Impossibile prevederlo, mentre l'unica certezza riguarda il pubblico. Viene da pensare che Angelo Binaghi non avesse tutti i torti quando ha detto che il Pala Alpitour (così come gli altri palazzetti italiani) sia quasi piccolo per un evento del genere. Non si potrà mai arrivare alle cifre garantite dalla 02 Arena di Londra, ma intanto è garantito il sostanziale sold-out: a oggi (nonostante i rincari, ormai prassi per gli eventi organizzati dalla FITP) sono stati venduti 160.612 biglietti su un totale di 166.470, peraltro con una partecipazione notevolissima dall'estero: oltre quattro tagliandi su dieci sono stati acquistati fuori dai confini (“Nessuno dall'Arabia Saudita” ha detto Binaghi, come a voler contrapporre la passione del pubblico ai petrodollari del Public Investmend Fund saudita). È dunque onesto ipotizzare che, con un palazzetto da 20.000 posti, i numeri avrebbero potuto essere ancora maggiori.

Jannik Sinner ha incontrato di nuovo il suo fedelissimo gruppo di tifosi, i "Carota Boys"

Jannik Sinner e Daniil Medvedev in allenamento al Pala Alpitour

Cosa cambia per Sinner? Difficile a dirsi. Il tifo tutto per lui, un clima che potrebbe rasentare un'atmosfera da Coppa Davis (quella vera), è una novità per l'altoatesino. Non dovrebbe cambiare nulla, né in positivo, né in negativo. Sin da inizio carriera, Jannik ha dimostrato di non patire la pressione del pubblico. Quando vinse il suo primo torneo “vero”, al Challenger di Bergamo, non fece una piega davanti a un palazzetto gremito con 2.500 spettatori. Saprà fare altrettanto con la moltitudine torinese. Allo stesso tempo, dubitiamo che il pubblico possa diventare un fattore all'interno di una partita. Pur avendo accentuato la sua gestualità, preferisce trovare dentro di sé (o comunicando con il suo team) le forze per battere l'avversario. E in fondo è meglio così. A Torino c'è anche il Gruppo Rosso, con due certezze (i russi Medvedev e Rublev, entrambi in ottima forma) e due incognite: Carlos Alcaraz per un fisico non al top, Alexander Zverev per le antipatiche voci extra-campo che lo riguardano. Si parte lunedì con Alcaraz-Zverev, mentre in serata ci sarà il derby col colbacco. Match belli, interessanti, affascinanti, ma gli occhi saranno tutti su Jannik Sinner. La storia è dietro l'angolo.

NITTO ATP FINALS 2023 – TORINO

GRUPPO VERDE
Novak Djokovic
Jannik Sinner
Stefanos Tsitsipas
Holger Rune

GRUPPO ROSSO
Carlos Alcaraz
Daniil Medvedev
Andrey Rublev
Alexander Zverev

Domenica 12 novembre
H.14.30 – Jannik Sinner vs. Stefanos Tsitsipas
H.21 – Novak Djokovic vs. Holger Rune

Lunedì 13 novembre
H.14.30 – Carlos Alcaraz vs. Alexander Zverev
H.21 – Daniil Medvedev vs. Andrey Rublev