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L'ATP scende in campo contro gli abusi

A quasi un anno dai casi di Zverev e Basilashvili, l'ATP annuncia il varo di una policy interna che dovrebbe tutelare da qualsiasi tipo di abuso. Le regole saranno stabilite da una commissione indipendente. È la prima volta che il tennis maschile affronta questo tema.

Riccardo Bisti
22 agosto 2021

Nel pomeriggio di sabato è comparso un comunicato sul sito dell'ATP: con un linguaggio molto formale, viene annunciata una revisione della policy interna, in particolare in merito agli abusi legati al mondo del tennis. La revisione sarà realizzata da una commissione indipendente, e mira a garantire che tutte le persone coinvolte nel circuito ATP (adulti e bambini) siani protetti da qualsiasi tipo di abuso. Fino a oggi, l'ATP si è sempre affidata alla giustizia ordinaria e soltanto in caso di indagini e/o provvedimenti ha adottato eventuali azioni interne. Adesso, invece, dovrebbe nascere un sistema di giustizia interna che vigilerà in modo più proattivo. La revisione è ancora in corso di completamento: quando sarà avvenuto, l'ATP “valuterà le sue raccomandazioni e i possibili passi successivi in una serie di questioni di salvaguardia, comprese quelle relative alla violenza domestica”.

L'ultima frase sembra un'allusione indiretta al clamore suscitato dalla storia legata ad Alexander Zverev, accusato di violenza domestica dall'ex fidanzata Olga Sharypova. La vicenda risale allo scorso autunno ed ebbe risonanza mondiale. Risale sempre a quel periodo l'inizio del processo a carico di Nikoloz Basilashvili, accusato di condotte simili dall'ex moglie. “Gli abusi hanno un impatto profondo e duraturo su milioni di vittime ogni anno – ha detto Massimo Calvelli, amministratore delegato ATP – crediamo che nel tennis tutti debbano sentirsi protetti, equamente rappresentati e sostenuti al momento di manifestare timori e preoccupazioni. Quando gli abusi e le accuse sono legate al mondo del tennis, può esserci un problema di fiducia da parte del pubblico. E allora riconosciamo di avere la responsabilità di fare di più”.

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La maggior parte dei tennisti riescono a ignorare gli abusi, ma c'è chi ha avuto grossi problemi. Il caso più eclatante è stato quello di Rebecca Marino, che nel 2013 smise addirittura di giocare salvo poi tornare dopo addirittura cinque anni.

Già lo scorso anno, Novak Djokovic auspicava l'esistenza di una policy anti-violenza

Calvelli ha ammesso che si tratta di qualcosa di nuovo e inedito per il tennis: per questo, la gravità e la complessità di questi problemi richiederà una certa cautela. “Dobbiamo essere sicuri che qualsiasi policy possa essere adottata nel nostro sport, che opera in oltre 30 giurisdizioni e in cui giocatori competono come appaltatori indipendenti. Anche la collaborazione WTA, ITF e i tornei del Grande Slam sarà importante per servire nel migliore dei modi l'ampia comunità del tennis”. L'iniziativa va certamente apprezzata perché, per la prima volta, l'ATP riconosce l'esistenza di un problema molto pressante nella società, soprattutto da quando esiste internet.

Gli abusi privati e fisici fanno più notizia, ma è molto diffuso il fenomeno di quelli online. Diversi giocatori sono spesso inondati di messaggi di insulti e minacce da parte di sconosciuti, soprattutto scommettitori delusi. La maggior parte dei tennisti riescono a ignorare, ma c'è chi ha avuto grossi problemi. Il caso più eclatante è stato quello di Rebecca Marino, che nel 2013 smise addirittura di giocare salvo poi tornare dopo addirittura cinque anni. Tornando alla nuova policy ATP, l'azione è certamente apprezzabile e significativa, ma è poco chiaro che cosa possa significare. Di certo sembra direttamente correlata al caso Zverev (e, in subordine, a quello Basilashvili).

Jelena Dokic con il temibile papà Damir, una delle figure più controverse della storia recente del tennis

Rebecca Marino racconta la sua storia, in cui è anche stata vittima di abusi

Quando uscì la storia, molti rimasero delusi dalla debole risposta dell'ATP. Per adesso non c'è nulla di strutturato, ma soltanto la vaga intenzione di creare regole laddove c'è un vuoto normativo. Nel comunicato si parla di collaborazione con gli altri organi di governo, compresa la WTA. In effetti, il circuito femminile ha effettuato alcune mosse concrete. Risale al 2008 l'istituzione di un piano per effettuare controlli sui precedenti penali dei componenti degli entourage delle tenniste. La cosa non fu presa troppo bene, e molti si rifutarono di firmare l'accordo.

Per questo motivo, diversi di loro non ebbero la possibilità di entrare nell'area riservata alle giocatrici. Risale a quel periodo anche un aggiustamento al codice di condotta e l'istituzione di un task force per la sicurezza delle giocatrici. Nel circuito femminile, in effetti, da diversi anni c'è il problema dei padri-padroni (Dokic, Pierce, Lucic...) che ha messo in imbarazzo l'establishment WTA. Oggi siamo entrati in una nuova fase, ed è giusto che il tennis sia pronto ad affrontare le problematiche della società. Speriamo che l'iniziativa non si limiti alle buone intenzioni.