The Club: Bola Padel Roma
MASTERS 1000 MONTE CARLO

L'aria nuova di Stefanos Tsitsipas

Laddove mamma Julia aveva vinto un torneo giovanile, Stefanos Tsitsipas si aggiudica il suo primo Masters 1000. Cancellata la delusione di Miami, domina Rublev in finale e intasca il titolo senza perdere un set. Segreto del successo: Un accurato lavoro sulla respirazione. Il tennis si sta avvicinando a una nuova epoca?

Riccardo Bisti
19 aprile 2021

Escludendo il successo di Stan Wawrinka nel 2013, non accadeva da vent'anni che il torneo di Monte Carlo fosse vinto da un giocatore col rovescio a una mano. All'epoca fu Guga Kuerten, che un paio di mesi dopo avrebbe fatto tris al Roland Garros. In epoca di superleghe calcistiche e sfregi alla tradizione, il successo monegasco di Stefanos Tsitsipas affascina proprio per il suo stile di gioco. Sempre meno tennisti adottano un tennis classico, quello che fino a 20-30 anni fa veniva insegnato in via esclusiva nelle scuole tennis. Oggi è tutto diverso: non fosse stato per Federer, il processo di estinzione sarebbe ben più avanzato. Ma il contrasto di stili è una delle cose migliori del nostro sport, dunque è bello celebrare il primo Masters 1000 del greco, che con i punti intascati nel Principato si porta al comando della Race to Turin. Esattamente quarant'anni fa, mamma Julia Salnikova vinceva un torneo giovanile proprio al Country Club. Non aveva ancora conosciuto il futuro marito Apostolos, e Stefanos non era ancora nei suoi progetti.

Era scritto nel destino che il primo grande titolo del figlio (ad esclusione del Masters, che però ha una formula diversa) sarebbe arrivato proprio a Monte Carlo. “La prima volta che ho messo piede in questo circolo con mia madre avevo 6 anni – ha detto Tsitsipas dopo il 6-3 6-3 rifilato ad Andrey Rublev in finale – mi aveva mostrato il suo nome nell'albo d'oro e ho pensato che fosse davvero cool”. Per lui è stata una motivazione extra, alimentata dopo la grande delusione di Miami. Avanti 6-2 3-0 contro Hubert Hurkacz ha bruciato il vantaggio, incassando una dolorosa sconfitta. “All'inizio del torneo non credevo di vincere, ma ho iniziato a pensarci durante la semifinale – ha detto Tsitsipas – ho pensato che sarebbe stato bello vincere qui, tutti insieme. Sento che il desiderio di imitare mia madre sia stata una motivazione in più”.

ASICS ROMA
"La respirazione mi aiuta ad avere il pieno controllo di quello che sto facendo. Abbiamo intensificato il lavoro nelle ultime due settimane, e ancora di più in questa"
Stefanos Tsitsipas

I colpi più spettacolari della finale monegasca tra Stefanos Tsitsipas e Andrey Rublev

Spesso si sente dire che sono i dettagli a fare la differenza, soprattutto a certi livelli. La maturazione tecnica di Tsitsipas è ormai arrivata, anche se ci sono ancora margini in risposta al servizio, soprattutto sui campi veloci. Sulla terra è molto più semplice, ma il segreto del successo monegasco è un altro: una corretta respirazione. “Ci sto lavorando da un paio di mesi con il mio psicologo. Penso che la respirazione sia molto importante, soprattutto mentre sono in campo. Mi aiuta ad avere il pieno controllo di quello che sto facendo. Abbiamo intensificato il lavoro nelle ultime due settimane, e ancora di più in questa. L'abbiamo fatto tutti i giorni, dopo ogni partita... Quando respiro bene mi sento in grado di raggiungere il top del mio tennis”. Le vittorie di Hurkacz a Miami e Tsitsipas a Monte Carlo giustificano più di una riflessione sull'attuale momento del tennis. Qualcuno sostiene che l'atteso ricambio generazionale sia arrivato. Legittimo pensarlo, ma prima deve concretizzarsi negli Slam.

Lassù, nei tornei che fanno la storia, i giovani (che qualcuno si ostina a chiamare Next Gen nonostante siano più vicini ai 25 che ai 20) non hanno ancora messo la freccia. Anzi, sono stati respinti con perdite. Tuttavia, Tsitsipas rivendica la bontà della sua rivalità con Rublev. Ci sono già sette episodi, con un bilancio di 4 a 3 per il greco. “Abbiamo già una rivalità, si sta costruendo – dice Stefanos – non so bene cosa si intenda per rivalità, cosa deve accadere per considerarla tale. 30 match, forse? Di certo io e Andrey ci affronteremo ancora molte volte. Ma non sarà solo questo: noi pensiamo a 10-15 anni fa, quando Nadal e Federer costruirono la loro rivalità. Adesso ci saranno più dualismi: io con Zverev, io con Sinner, io con Berrettini... credo che questa varietà renderà il tennis ancora più spettacolare”. Frasi piene d'orgoglio, replica indiretta a chi teme (e sono tanti) che il tennis subirà un contraccolpo. Tra loro c'è Marion Bartoli, secondo cui il tennis non è ancora pronto a vivere un'epoca nuova.

Stefanos festeggia il titolo al Country Club con mamma Julia e papà Apostolos

La domenica perfetta di Tsitsipas: matchpoint, premiazione e discorso col trofeo in mano

In un recente dibattito con un paio di cronisti, l'ex vincitrice di Wimbledon ha detto che molti appassionati non sono in grado di dire chi ha vinto il recente Miami Open. A supporto della sua tesi, ha citato gli ascolti TV della finale tra Hurkacz e il nostro Jannik Sinner. “C'è stato un calo del 72% rispetto alla finale del 2019 tra Federer e Isner. Credo che sia la dimostrazione che il tennis non è ancora pronto a un'epoca nuova”. Forse ha ragione, ma non ci si può crogiolare su un presente che ormai tende al passato. Il tennis è sempre sopravvissuto a se stesso e sarà così anche stavolta. E la storia insegna che la transizione non sarà così dolorosa, perché non è così difficile appassionarsi a nuovi campioni, nuovi eroi. E volti come Tsitsipas, Rublev, lo stesso Hurkacz e i giovani che spingono forte (Sinner su tutti, poi Musetti e Alcaraz) garantiscono una gioiosa sopravvivenza al nostro sport. Nella speranza di poter tornare a rivedere gli stadi pieni, l'applauso del pubblico dopo uno scambio mozzafiato e la tipica atmosfera da grande evento.

Ci arriveremo, ma la transizione deve essere ancora completata: affinché avvenga, un volto nuovo dovrà vincere uno Slam con tutti i big a pieno regime. Allo Us Open 2020 non c'era Nadal e Djokovic si è autoeliminato, poi a Parigi e in Australia abbiamo assistito alla restaurazione. E allora il grande tema del Roland Garros 2021, distante 41 giorni, sarà proprio questo. Giovani contro Vecchi, Status Symbol contro Innovazione. Sarà il torneo buono per il passaggio di consegne? Per adesso, Tsitsipas si gode il trofeo e una statistica amica: dal 1995 a oggi, per quindici volte il vincitore di Monte Carlo si è poi ripetuto a Parigi. Certo, Nadal ha dato una grossa mano ai numeri. Però...