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VERSO LO US OPEN

Us Open: quattro scenari per Novak Djokovic

A poche ore dal sorteggio, Novak Djokovic figura ancora nell'entry list. Occhio ai regolamenti: la tempistica dell'eventuale forfait influirà sulla struttura del tabellone. Liam Broady si lamenta per i ritiri di extremis e viene attaccato dai fan del serbo. In realtà voleva sottoporre un altro tema...

Riccardo Bisti
25 agosto 2022

Dovrebbe essere il giorno del giudizio, invece la telenovela potrebbe andare avanti. Tra poche ore saranno sorteggiati i tabelloni principali dello Us Open, e molti pensavano che Novak Djokovic avrebbe dato forfait prima della cerimonia, in virtù dell'impossibilità di entrare nel territorio americano. Nel momento in cui scriviamo, a una decina di ore dal sorteggio (solitamente si svolge alle 12 statunitensi, le 18 in Italia: la USTA non ha ancora comunicato l'orario), il serbo rientra ancora nella lista degli iscritti. E un portavoce della USTA ha fatto sapere che non sarà escluso dal sorteggio. Attualmente si sono cancellati in quattro: Alexander Zverev, Gael Monfils, Reilly Opelka e Lloyd Harris. Senza novità immediate Djokovic sarà regolarmente in tabellone, col rischio di sbilanciarlo (falsarlo?) proprio come accaduto in Australia. All'epoca era numero 1 e il suo posto fu preso dal lucky loser Salvatore Caruso. Una situazione che potrebbe ripetersi. Il serbo sarebbe la testa di serie numero 5 di un tabellone presidiato da Daniil Medvedev (in alto) e Rafael Nadal (in basso). Gli altri due spicchi di tabellone saranno presidiati da Carlos Alcaraz e Stefanos Tsitsipas. Djokovic potrebbe finire in ciascuno dei quattro quarti: va da sé che la sua presenza lo renderebbe durissimo, mentre un ritiro a tabellone già compilato ribalterebbe tutto. Se invece il ritiro arrivasse prima del sorteggio, tutti scalerebbero di una posizione e le teste di serie tra la quinta e l'ottava posizione sarebbero Casper Ruud, Felix Auger-Aliassine, Cameron Norrie e Hubert Hurkacz.

Il polacco, dunque, è tra i più interessati alla faccenda: in caso di ritiro immediato avrebbe la certezza di non affrontare un giocatore meglio piazzato di lui fino ai quarti di finale. In caso contrario, potrebbe avere un match (teoricamente) da sfavorito già negli ottavi. C'è poi la questione dell'ultimo ammesso. In questo momento, il primo giocatore fuori dal main draw è l'americano J.J.Wolf. Tuttavia, è già certo di entrare in tabellone con una wild card. Il ritiro di Djokovic prima del sorteggio non cambierebbe lo status di Wolf, che continuerebbe a usufruire della sua wild card e il posto libero sarebbe preso da un lucky loser: sarebbe una beffa per Marko Kovacevic, a cui sarebbe spettata la wild card se Djokovic si fosse cancellato prima dell'inizio delle qualificazioni. Non è accaduto, le ha giocate, ha perso, e il suo Us Open è già terminato. Ma torniamo all'eventuale cancellazione di Djokovic dopo la pubblicazione del main draw: se dovesse avvenire PRIMA della pubblicazione del primo ordine di gioco, ci sarebbe un rimescolamento. Essendo testa di serie numero 5, il suo posto verrebbe preso dal numero 17 (Roberto Bautista Agut), che a sua volta lascerebbe spazio al primo giocatore escluso dal seeding (Miomir Kecmanovic). Se invece Djokovic dovesse essere in tabellone e inserito nell'ordine di gioco – come avvenuto in Australia – e cancellarsi solo DOPO, ognuno rimarrebbe al suo posto ed entrerebbe in scena un lucky loser.

È capitato diverse volte che un tennista si ritirasse in extremis (pensate a Matteo Berrettini a Wimbledon), ma solitamente avviene per ragioni fisiche.
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Il punto finale delle ultime 21 edizioni dello Us Open. In tre occasioni si è imposto Novak Djokovic

È capitato diverse volte che un tennista si ritirasse in extremis (pensate a Matteo Berrettini a Wimbledon), ma solitamente avviene per ragioni fisiche. Il caso di Djokovic è completamente diverso, perché si tratta di una telenovela che cambia scenario a seconda delle tempistiche. Ecco, in sintesi, i quattro possibili scenari.

1) Djokovic si ritira prima del sorteggio. Tutti i giocatori scalano di una posizione (i maggiori beneficiari sarebbero Hurkacz, Bautista Agut e Kecmanovic) e il posto vacante andrà a un lucky loser.
2) Djokovic si cancella dopo il sorteggio, ma prima della pubblicazione del primo ordine di gioco. Il tabellone avrebbe tre modifiche: il suo posto sarebbe preso da Bautista Agut. A sua volta, lo spagnolo lascerebbe spazio a Kecmanovic. Il posto lasciato libero dal serbo sarebbe di un lucky loser.
3) Djokovic si cancella dopo la pubblicazione dell'ordine di gioco di lunedì. Il tabellone rimane uguale, entra un lucky loser che va a occupare il suo posto in tabellone. Per la gioia della testa di serie che presidierà quello spicchio.
4) Djokovic ottiene l'autorizzazione a entrare negli Stati Uniti e partecipa al torneo. Sempre meno probabile, ma impossibile da escludere fino a quando non arriverà l'ufficialità. Il silenzio assordante dei diretti interessati (giocatore e organizzatori) fa pensare che nel sottobosco stia succedendo di tutto.

La tensione è alle stelle, al punto che si è sviluppata una polemica a seguito di un tweet di Liam Broady, giocatore britannico impegnato nelle qualificazioni. Nella giornata di mercoledì, Broady ha scritto: “Dovrebbe esserci una regola contro i ritiri all'ultimo momento negli Slam quando sei già certo di non poter giocare. È dura per il numero 1 delle qualificazioni sapere con certezza dei ritiri, ma essere costretto a giocare le qualificazioni”. L'idea di Broady è chiara, ma nel suo ragionamento c'è un errore concettuale: in caso di forfait “in tempo” (come sono stati quelli di Zverev e Opelka), il beneficiario non sarebbe il numero 1 delle qualificazioni, bensì il primo fuori dalla lista. In altre parole, sarebbe entrato in tabellone J.J.Wolf e non Constant Lestienne, che guida il tabellone cadetto. Poiché l'entry list del tabellone principale esce sei settimane prima, in quel momento Lestienne era il quindicesimo escluso, quindi non avrebbe avuto nessuna chance di ammissione diretta. A parte l'errore concettuale, Broady ha poi aggiunto: “Penso che sia folle che la risposta della gente sia “migliora la tua classifica” quando il numero 1 del tabellone ha la classifica migliore tra gli esclusi, e un lucky loser di qualsiasi posizione potrebbe entrare in tabellone. Dov'è la vostra logica?”.

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Liam Broady potrebbe essere a conoscenza di qualche giocatore infortunato che si ritirerà nelle prossime ore

Il tweet di Liam Broady che ha fatto arrabbiare tanti sostenitori di Djokovic, (erroneamente) convinti che alludesse al loro idolo

Molti hanno pensato che alludesse a Djokovic. Il suo account Twitter è stato invaso di critiche dai sostenitori del serbo, obbligandolo a una sorta di chiarimento. “Questo tweet non riguarda Djokovic... penso che lui creda ancora di avere una possibilità di giocare. Mi sta benissimo. Era contro gli infortunati, i quali sanno con grosso anticipo di non poter giocare. Può costare un sacco di soldi al giocatore fuori dal tabellone principale, perché le qualificazioni non garantiscono certo l'ammissione”. La tempistica del suo tweet è sfortunata (infelice?), ma siamo ragionevolmente certi che ce l'avesse con qualcun altro. Qualche anno fa, i tornei del Grande Slam hanno modificato le regole del prize money per i forfait a tabellone già compilato. In virtù di un montepremi ricchissimo, sono molto ambiti dai giocatori di seconda fascia. Basti pensare che la sconfitta al primo turno dello Us Open garantisce 80.000 dollari. In passato è capitato più volte che un tennista giocasse infortunato solo per intascare il prize money, falsando alcuni match di primo turno. Per evitarlo, il Comitato dei Tornei del Grande Slam (CGS) ha ideato una soluzione che probabilmente risponde al quesito di Broady: se un giocatore si ritira prima di scendere in campo, ha diritto al 50% del suo prize money (quindi ben 40.000 dollari!), a patto che rispetti alcune condizioni.

1) Il ritiro deve arrivare dopo il mezzogiorno del mercoledì antecedente al torneo (guarda caso, poche ore dopo il tweet di Broady) 2) Il giocatore deve trovarsi nella sede del torneo, o in un luogo approvato dal referee, ed essere dichiarato infortunato dal medico del torneo. 3) Si beneficia di questa norma soltanto se si ha giocato almeno un torneo nelle tre settimane precedenti. 4) Si può usufruire di tale benefit soltanto per due Slam all'anno. Insomma, la spiegazione di Broady sembra credibile: forse sa di qualche giocatore infortunato che annuncerà forfait nei prossimi giorni solo per intascare 40.000 dollari, e si sia sfogato su Twitter. Nelle prossime 48-72 ore scopriremo se la tesi è veritiera. La sua proposta (sanzionare chi si ritira in extremis) sembra irricevibile, poiché va in direzione opposta a quanto deciso dagli Slam: anziché essere puniti, questi forfait dell'ultim'ora sono addirittura incentivati. Più che punire la furbata, c'è addirittura un premio per non scendere in campo. In linea di principio ha ragione Broady, ma è un cane che si morde la coda: se fosse istituita una sanzione per i ritiri dell'ultim'ora, i giocatori infortunati sarebbero incentivati a non ritirarsi, scendere in campo, abbandonare dopo pochi game e intascare il 100% del prize money. Questa faccenda, tuttavia, non avrà certo la risonanza di quello che accadrà a Djokovic. Non sappiamo cosa succederà, ma a poche ore dal sorteggio vi abbiamo detto – con estrema precisione – quello che potrebbe accadere.