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AUSTRALIAN OPEN

Forever Young Djokovic: “35 anni? Sono i nuovi 25”

Novak Djokovic veleggia tra alti e bassi fisici ma continua a vincere. È negli ottavi, si concede qualche polemica e scherza sulla sua età con l'amica di vecchia data Jelena Dokic. Dovesse arrivare in finale, raggiungerebbe quota 100 partite giocate a Melbourne. Ma lui vuole molto di più.

Riccardo Bisti
21 gennaio 2023

Sempre più vicino alla leggenda. Sempre più personaggio. Sempre più uomo in missione. Dopo aver perso contro Nadal nella finale romana del 2020, Novak Djokovic disse che “La Next Gen siamo noi”, alludendo a se stesso e allo spagnolo. Dopo aver raggiunto gli ottavi all'Australian Open, in una gioiosa intervista con l'ex connazionale Jelena Dokic ha detto che i 35 anni d'età sono i nuovi 25. In effetti gioca e corre come non mai, anche con un problema fisico difficile da valutare. Tendine del ginocchio, coscia sinistra... difficile comprendere natura ed entità dell'infortunio. Lo scenario è simile a quello del 2021, quando giocò mezzo torneo con uno strappo agli addominali e riuscì ugualmente a vincere. All'epoca era seguito dal fisioterapsta Ulises Badio, che fece un mezzo miracolo. Oggi l'argentino non è più al suo angolo, ma il suo staff (a cui si è aggiunto Claudio Zimaglia) sta facendo il possibile per tenerlo in piedi e mantenere vivo il sogno del decimo Australian Open. Sarebbe anche il 22esimo Slam in carriera, al pari di Rafael Nadal. Nella sessione serale di sabato ha battuto Grigor Dimitrov per la decima volta in undici scontri diretti.

Un 7-6 6-3 6-4 in cui non ha nascosto il suo malessere fisico, gli alti e bassi di un problema che va e viene. L'ha spiegato in conferenza stampa. “Le partite iniziano bene, poi succede sempre qualcosa e le cose peggiorano – ha detto – le pillole fanno effetto, così come la crema, poi smettono, poi aiutano di nuovo... è un ottovolante che richiede molta energia fisica e mentale. Affronti gli avversari in uno stato non ideale, ma devi accettarlo. Sono comunque grato di poter giocare, prima del torneo sembrava che non fosse così. Sono qui perché tengo duro”. Frase a effetto, quasi da titolo. Infatti gli hanno subito chiesto quanto sia stato vicino al ritiro. “Non mi sono mai voluto ritirare perché volevo vedere come sarebbero andate le cose in campo” ha tagliato corto Djokovic, che non ha obiettivi diversi dalla vittoria. Per lui sarebbe una rivincita infinita in un Paese che gli ha dato mille soddisfazioni ma che – a suo dire – lo ha pugnalato alle spalle dodici mesi fa. Non prova rancore, ma il retrogusto amaro del 2022 è ancora ben presente.

ASICS ROMA
«Sono grato di poter giocare, prima del torneo sembrava che non fosse così. Sono qui perché tengo duro, non ho mai pensato di ritirarmi» 
Novak Djokovic

La divertente chiacchierata tra Novak Djokovic e Jelena Dokic

C'era un tripudio di bandiere serbe, nella notte della Rod Laver Arena, e forse non è un caso che abbiano mandato Jelena Dokic (nata in Serbia, oggi cittadina australiana) a intervistarlo. I due hanno messo in piedi un simpatico siparietto, ricordando la prima volta che si sono incontrati a Melbourne. Era il 2006 e un Djokovic appena maggiorenne (avrebbe perso al primo turno contro Paul Goldstein) avvicino la Dokic: “Io sono Novak Djokovic, ti ricordi di me?”. Lei disse sì, ma oggi ha confessato che non era vero. “Avevamo palleggiato due anni prima, ma adesso so bene chi sei”. Lo sa il mondo intero. Tutti sanno che Djokovic ha una missione che va oltre il titolo a Melbourne. O meglio, un successo sarebbe funzionale al suo vero obiettivo: chiudere ogni discussione sul tennista più forte di sempre, mettendo d'accordo anche i suoi detrattori (che sono molti, tra chi non accetta le sue idee e la moltitudine che ama Roger Federer e Rafael Nadal).

Per quanto sia un ottimo giocatore, Dimitrov non era un ostacolo sufficiente per fermare il bulldozer serbo. Qualche detrattore sostiene che stia facendo un po' di cinema, accentuando l'infortunio salvo poi correre come se niente fosse. Cosa accade al suo corpo lo sa solo lui: è certo che dopo un ottimo inizio si è fatto riprendere e ha rischiato di perdere il primo set. Dimitrov si è arrampicato fino al tie-break e ha avuto un setpoint sul 7-6 (annullato da una combinazione servizio-dritto), poi Djokovic lo ha vinto 9-7 al termina di un bello scambio chiuso da una volèe vincente, cui è seguita una plateale caduta. Dopo un secondo set senza squilli, nel terzo è stato avanti di due break in un paio di occasioni, ma Dimitrov si è avvicinato... senza riuscire ad agganciarlo. Non sembra l'andamento di uno che finge.

Novak Djokovic si è lasciato cadere per terra dopo aver vinto il primo set

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Ampia sintesi della vittoria di Novak Djokovic contro Grigor Dimitrov

“Se avessi perso uno di questi set non so quanto sarebbe durata, visto che siamo rimasti in campo oltre tre ore per un match di tre set” ha detto Djokovic, che lunedì tornerà in campo contro l'idolo di casa Alex De Minaur, che poche ore prima aveva cancellato le ambizioni del nuovo leader francese, Benjamin Bonzi. “Ci sarà un'atmosfera elettrica, lui avrà il sostegno del pubblico, non so in quanti saranno dalla mia parte – ha detto Djokovic – ho già giocato contro Hewitt in questo campo e con alcuni grandi australiani, quindi so cosa mi aspetta. Sarà una bella sfida sia per me che per lui. Non ci siamo mai affrontati: ci conosciamo bene, ma non a fondo”. Chissà se lo faranno giocare di sera (condizioni in cui ha ammesso di trovarsi benissimo) oppure di giorno, con le palline che volano, condizioni nelle quali De Minaur ha mostrato di trovarsi alla grande. Lui non ci pensa e prosegue verso i suoi obiettivi, senza disdegnare polemiche di vario genere.

Prima se l'è presa con il social media manager britannico di Eurosport, il quale ha scritto (poi il post è stato cancellato) che avrebbe lasciato il campo senza permesso durante il match contro Roberto Carballes Baena (invece la giudice di sedia gli aveva concesso di uscire per cambiarsi), poi durante il match di secondo turno contro Enzo Couacaud si era infuriato perché uno spettatore – presumibilmente ubriaco – lo aveva provocato per un paio d'ore. Intanto va avanti e sogna di arrivare a quota 100 partite sul cemento di Melbourne Park: i numeri ufficiali dicono che ne ha giocate 93 (con 85 vittorie e 8 sconfitte), quindi con un piazzamento in finale arriverebbe a 97. In realtà sono tre in più perché ci sono anche tre match di qualificazione nel 2005 contro Francesco Piccari, Stan Wawrinka (pensate un po'...) e Wesley Moodie. Insomma, qualora lo vedessimo in campo domenica 29 gennaio sarebbe la centesima partita in questo torneo. Un altro piccolo traguardo volante, funzionale alla sua ossessiva caccia all'obiettivo più importante.