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IL PERSONAGGIO

"Ecco quanto guadagna un coach di tennis"

Vige una certa riservatezza sui guadagni degli allenatori. Esistono diverse formule di pagamento: per la prima volta, un coach affermato rivela qualche cifra. Dmitry Tursunov aveva pensato di smettere dopo il siluramento della Sabalenka, invece ha portato la Kontaveit al Masters.

Riccardo Bisti
26 dicembre 2021

Molti si domandano se valga la pena fare il coach professionista. Il ruolo conferisce prestigio e visibilità, ma a un prezzo piuttosto alto. Bisogna trascorrere decine settimane all'anno lontano da casa, i guadagni dipendono (almeno in parte) dai risultati dei giocatori, e soprattutto c'è grande precarietà. In sintesi, un coach di tennis dipende dalle lune del suo tennista. Se esistono casi di partnership inscalfibili (in Italia abbiamo avuto i casi di Seppi-Sartori e Sonego-Arbino), tanti tecnici – anche di valore – hanno scelto di non avventurarsi nel circuito internazionale perché è troppo rischioso. Molto meglio fare i maestri, o creare una propria accademia o sede di allenamento.

La scelta non si può biasimare, anche se è un peccato che tanti tecnici di talento non si siano sentiti di fare i coach itineranti. Ma c'è una domanda che molti si pongono: quanto guadagna un allenatore? L'argomento è tabù, anche se è risaputo che gli accordi prevedono generalmente un compenso fisso più una percentuale legata al prize-money. In altre parole, c'è uno stipendio che garantisce la sopravvivenza, poi il resto dipende dai risultati. Uno dei coach più in voga del momento è Dmitry Tursunov. Ex top-20 ATP, è ancora giovanissimo (ha appena compiuto 39 anni), ma ha già ottenuto grandi risultati. Prima con Aryna Sabalenka, poi ha fatto un capolavoro con Anett Kontaveit. Da quando lavora con lui, l'estone ha compiuto un impressionante salto di qualità, vincendo quattro tornei in due mesi e arrivando addirittura in finale al Masters di Guadalajara, fermata soltanto da Garbine Muguruza.

ASICS ROMA
"Non vedo allenatori in grado di migliorare tatticamente e tecnicamente il giocatore. Chi si vende meglio trova lavoro, ma questo è un problema della società: gli acquisti vengono fatti con gli occhi e non con il cervello"
Dmitry Tursunov

Da quando lavora con Tursunov, Anett Kontaveit ha vinto quattro tornei, l'ultimo a Cluj-Napoca battendo in finale Simona Halep

Il russo ha rilasciato una lunga e interessante intervista a Vedomosti Sport, in cui ha toccato parecchi argomenti, compreso quello dei guadagni degli allenatori. Ed è il primo ad aver parlato di cifre. Gli hanno fatto presente una sua passata dichiarazione, in cui aveva detto che i tennisti non possono offrire a un coach la stessa cifra che garantirebbero a uno sparring partner. “Perché così si svaluta il lavoro di uno specialista”. Allora gli hanno domandato quale sarebbe un compenso accettabile per un allenatore. “Non posso divulgare queste informazioni, anche perché ci sono diverse tipologie di stipendi – ha detto – penso che se un allenatore prende 1.000 dollari a settimana non sia serio. Alcuni giocatori pagano cifre esorbitanti, c'è chi spende anche 7-8.000 dollari.

E sono sicuro che uno come Ivan Lendl prenda di più, perché può permetterselo. Sono molto più interessanti i bonus in base ai risultati del giocatore. Anche qui i guadagni sono diversi, ma c'è chi arriva a prendere il 30% del prize money. E poi ci sono coach che rinunciano allo stipendio, ma la loro percentuale sui premi è ancora più significativa”. Tursunov è uno che parla molto, ha idee interessanti su quasi ogni argomento. Non a caso, quando giocava, l'ATP gli aveva addirittura concesso uno spazio fisso sul proprio sito internet. Tursunov aveva conquistato tutti con la sua simpatia, mista a tagliente ironia. Ma è anche molto intelligente e ha fatto qualche previsione in vista del 2022. Quando gli hanno chiesto un parere su chi potrà ritagliarsi un ruolo da protagonista, ha fatto diversi nomi.

La partnership Tursunov-Kontaveit ha prodotto ben 29 vittorie in meno di tre mesi. In mezzo, quattro titoli WTA e la finale al Masters

Dmitry Tursunov è stato un giocatore di alto livello: ha vinto 7 titoli ATP ed è stato n.20 del mondo

“Aryna Sabalenka è molto forte, poi è disposta a tutto per il tennis. E questo le darà una mano. Elena Rybakina ha buone prospettive, anche se non la conosco bene mi sembra molto calma. Iga Swiatek ha un grande talento atletico, ma deve essere più forte sul piano mentale. Paula Badosa può facilmente diventare la numero 1 al mondo, Maria Sakkari sta crescendo. Potrebbe avere qualche difficoltà Asleigh Barty: serve bene e ha una grande visione di gioco, ma può essere sovrastata fisicamente. Nel circuito ci sono tante ragazze che spingono forte e non sempre riesci a fronteggiarle. La Barty è un po' ostaggio dell'instabilità altrui, ma non la infastidisce. Nella lista delle possibili protagoniste, ma che devono trovare costanza, inserisco Raducanu, Brady, Andreescu, Gracheva, Anisimova e Kostyuk”. A parte il giochino dei pronostici, Tursunov è un po' preoccupato per la deriva che sta prendendo la professione del coach. A suo dire, troppi giocatori si rifugiano in famose accademie, magari lasciando a spasso i tecnici che li avevano fatti crescere. “E poi in Russia i giovani sono troppo controllati dai genitori, che non prendono mai decisioni sul lungo termine. Mi piacerebbe trovare persone che la pensino come me e inaugurare un bel centro a Mosca, in cui creare un'atmosfera davvero professionale. Perché è molto facile criticare e non fare nulla”.

Quando gli hanno chiesto di nominare i migliori tre coach al mondo, non ne ha menzionato neanche uno. Secondo Tursunov, oggi è soprattutto marketing. “Non vedo allenatori in grado di migliorare tatticamente e tecnicamente il giocatore. Oggi è più importante essere amichevoli che alfabetizzati. Chi si vende meglio trova lavoro, ma questo è un problema della società, in cui gli acquisti vengono fatti con gli occhi e non con il cervello. Inoltre molti allenatori non hanno un passato da giocatore, quindi faticano a capire cosa succede in campo. Per me è un po' più facile”. Per adesso, Anett Kontaveit sta sfruttando le sue qualità. E chissà se Aryna Sabalenka non si sta mangiando le mani per esserselo fatto sfuggire, e addirittura dichiarato di stare meglio senza di lui, nelle settimane successive al divorzio. Il russo l'aveva presa male, aveva anche pensato di smettere con questo lavoro. Poi è arrivata la chiamata del manager della Kontaveit... ed è cambiato tutto. In fondo, la vita è fatta di casualità.