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TENNIS NAPOLI CUP

Concorso di Responsabilità

Ripercorriamo la surreale vicenda del torneo ATP di Napoli, raccontando i fatti nella loro interezza e fornendo al lettore gli strumenti necessari per farsi un'idea sui vari gradi di responsabilità. Nei giorni del torneo c'è stato un importante corto circuito comunicativo.

Riccardo Bisti
25 ottobre 2022

“Tre persone hanno salvato il torneo: Riccardo Villari, Giorgio Di Palermo e il sottoscritto”. Le parole del presidente FITP Angelo Binaghi hanno chiuso la tribolata Tennis Napoli Cup, di cui ci si ricorderà a lungo, e non solo per la finale tutta italiana tra Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini. Le difficoltà organizzative che hanno accompagnato l'intera settimana passeranno alla storia. A evento concluso, Binaghi ha informato di aver ricevuto una telefonata nel weekend del 15-16 ottobre (non ha detto da chi, però) in cui gli dicevano di bloccare il Pala Wanny di Firenze per un'altra settimana, perché il torneo di Napoli si sarebbe dovuto spostare. Motivo? Le condizioni dei campi, che nell'imminenza dell'evento hanno iniziato a sfaldarsi sotto i piedi dei giocatori. È scattata una corsa contro il tempo – soltanto parzialmente vinta, visti i ritardi e i disagi – in cui la FITP è stata cruciale nell'inviare a Napoli i due tappeti in Greenset utilizzati a Firenze. “Altrimenti avremmo perso il torneo” ha ammesso Cosimo Napolitano, organizzatore e direttore del torneo. “Sarei corso a piedi a Napoli, pur di salvare il torneo” ha detto Binaghi, che ha riproposto una delle metafore da lui più utilizzate in 22 anni di presidenza: il concetto di famiglia. Da buon padre di famiglia, dunque, la federtennis è corsa al capezzale del TC Napoli: “Che è uno dei nostri figli più cari”. Grazie ai buoni uffici di Giorgio di Palermo e alla ricettività dei dirigenti napoletani, dice Binaghi, il torneo è andato in porto. Ma il futuro, immediato e a lungo termine, è un'incognita. “L'ATP ci darà una bella multa – dice il Presidente FITP – speriamo che tengano conto di quello che il tennis italiano sta facendo da anni come sforzo organizzativo. In ogni caso, chineremo il capo e ottempereremo ai nostri obblighi. È giusto essere sanzionati, ma spero che tengano conto delle cose buone che la FITP ha fatto con il TC Napoli”. Gli auspici di Binaghi e del TC Napoli sono legittimi, ma molto dipenderà dalla relazione del supervisor ATP Roland Herfel, il cui compito è informare il sindacato sull'accaduto. Impossibile prevedere cosa scriverà. Ma è possibile fare un passo indietro e ripercorrere una settimana da incubo, in cui è lecito provare a individuare i responsabili. Perché siamo pur sempre in Italia, laddove lo scaricabarile è tra gli sport nazionali. Sul punto, è apprezzabile la dichiarazione dello stesso Villari, che si è comunque assunto la responsabilità dell'accaduto in virtù di presidente del circolo ospitante. Ma la questione, ovviamente, è più complessa. E parte da lontano.

L'ASSEGNAZIONE DELLA LICENZA
La pandemia e la situazione politica hanno creato più di un problema al calendario internazionale. Nel 2022 sono stati cancellati tutti i tornei ATP in Cina (per i problemi residuali del Covid) e la Kremlin Cup di Mosca, in virtù dell'embargo alla Russia. Per questo, l'ATP ha avuto bisogno di riempire alcuni vuoti tra settembre e ottobre. Dal 2020 vengono concesse licenze temporanee (ovvero per un solo anno), e l'Italia ne aveva già beneficiato con i tornei di Santa Margherita di Pula (2020), Cagliari e Parma (2021), nati e poi scomparsi dopo aver assolto la funzione di (dignitosissimi) tappabuchi. La FITP ha un rapporto privilegiato con l'ATP, un po' perché la dirigenza è italiana, ma anche perché con il vecchio CEO Chris Kermode erano state fatte operazioni importanti, su tutte le ATP Finals a Torino. E allora in pochi si sono stupiti dell'assegnazione di due tornei a Firenze e Napoli, in aggiunta al girone di Davis a Bologna. Con gli Internazionali di Roma e le Next Gen Finals di Milano, dunque, nel 2022 sono state coinvolte sei delle otto città italiane più popolose (mancano soltanto Palermo e Genova). L'ufficialità del torneo ATP a Napoli è arrivata a metà luglio, ma la notizia era trapelata già il 9: Villari diceva che era stata superata la concorrenza di diverse città importanti.

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Lo sapevi che...

L'attuale presidente del TC Napoli Riccardo Villari è un politico di lungo corso. Nella sua carriera da deputato e senatore si era (anche) occupato di tennis. Nell'aprile 2009 fu lui a presentare un interrogazione parlamentare per fare luce su alcune – a suo dire – anomalie nella federtennis, in particolare la presenza di persone vicine a Binaghi negli organi di giustizia FIT. Si era poi soffermato sulla diatriba tra FIT e Capri Sports Academy (che giocava al TC Napoli i match interni di Serie A1) e sui costi di gestione di SuperTennis. Tredici anni dopo, i rapporti sembrano decisamente cambiati.

L'allestimento dell'arena sulla Rotonda Diaz, con gli operati Mapei in azione

TENNIS NAPOLI CUP ALL'APERTO
Se la collocazione di Firenze era perfettamente in linea con la stagione (torneo indoor a ottobre), aveva lasciato perplessi – sin da subito – la scelta di giocare un torneo sul cemento outdoor a Napoli dal 17 al 23 ottobre. Ok, il clima partenopeo è fantastico, ma si tratta di una novità assoluta in 32 anni di circuito ATP. Da quando il sindacato ha preso in mano il tennis maschile, non era mai – e ripetiamo, mai – accaduto che in Europa si giocasse un torneo sul cemento all'aperto in ottobre. Si era fatto qualcosa sulla terra battuta, superficie che tollera molto meglio l'umidità, mentre il vecchio torneo di Tel Aviv era in territorio asiatico e a latitudini diverse. Come vi abbiamo già raccontato, il torneo più “autunnale” sul cemento outdoor fu Bordeaux, cancellato nel 1995. Si giocava a metà settembre. Quello di Napoli era comunque un rischio calcolato e dunque accettabile, ma sin da subito era parso evidente un problema...

L'ANOMALIA DELLE SESSIONI SERALI
Quando sono usciti i prezzi dei biglietti (tutto sommato contenuti, o comunque in linea con gli ATP 250) saltò subito all'occhio la presenza della sessione serale. La funzione dei match notturni è chiara: mettere in vendita due ordini di biglietti nello stesso giorno, in modo da massimizzare gli incassi. Lo fanno in tutto il mondo. Ma due match dalle 19 è parso – sin da subito – un tantino ardito. Senza voler sposare a tutti i costi le parole di Paolo Bertolucci, secondo cui se ne sarebbe accorto anche il nipotino di 5 anni (“Direi incompetenza mista a disattenzione, oltre a una serie di circostanze sfortunate” ha detto l'ex Pasta Kid), inserire le sessioni serali nella seconda metà di ottobre, in riva al mare, con un campo in cemento, è stato particolarmente coraggioso. “Abbiamo sbagliato nel considerare la seconda sessione di partite come serale – ha ammesso Villari – perchè non avevamo previsto il problema dell'umidità, ma abbiamo comunque rimborsato i biglietti”.

IL PROBLEMA DEI CAMPI
Se Napoli è finita nell'occhio del ciclone, anche nella stampa internazionale, il motivo è stato lo sfaldamento dei campi nell'imminenza del torneo, ampiamente documentato dalla vetrina onnivora dei social. Come è noto, gli organizzatori si sono rivolti a Mapei, stessa azienda con cui NEN Events (la società organizzatrice) aveva lavorato in occasione dei cinque Challenger giocati a Forlì nei primi due mesi dell'anno. C'era dunque un rapporto pregresso, e non è certo criticabile la scelta di rivolgersi a un'azienda nota in tutto il mondo. Come tutti sanno, c'è stato un problema tecnico: qualcuno l'ha attribuito alla pedana di legno sistemata sotto la resina, altri all'incapacità del campo di restare impermeabile. In questa sede, non importa. Semmai, conta che il guaio sia emerso soltanto nell'imminenza del torneo. La costruzione del Centrale nella Rotonda Diaz è iniziata soltanto il 26 settembre, a tre settimane dal torneo. Nell'occasione, si diceva che l'obiettivo era testarla il 12-13 ottobre, dunque a soli 2-3 giorni dall'inizio delle qualificazioni. E allora ci si domanda: perché iniziare così tardi? Partendo anche soltanto una settimana prima ci sarebbe stato tutto il tempo per intervenire in modo tempestivo e – soprattutto – sottotraccia. Non conosciamo la risposta, anche se – forse – si può ipotizzare il desiderio di ridurre al minimo i disagi per i soci del TC Napoli, il cui club è effettivamente diventato un cantiere. Va detto che la conversione dei campi secondari era iniziata prima, intorno a metà settembre, ma alcune immagini lasciano intendere che il 5 ottobre non fossero ancora pronti. 

È già iniziato lo smantellamento dell'Arena sulla Rotonda Diaz. Il passaggio dovrà essere libero entro il 31 ottobre

Il torneo ha avuto anche problemi televisivi. Nella giornata di martedì, la telecamera per riprendere lo scambio era fissata in controluce ed era quasi impossibile vedere la pallina. Hanno rimediato il giorno dopo. In occasione della finale, un blackout del segnale internazionale ha impedito la visione dei primi quattro game

I PRIMI GIORNI DEL TORNEO
È storia recente, ma la deontologia professionale impone di ripercorrere l'accaduto. Gli organizzatori hanno deciso di sostituire i campi Mapei con quelli Greenset (Mapei non ha rilasciato alcuna dichiarazione, limitandosi a eliminare dal proprio sito internet la notizia della partnership con il torneo), ma le tempistiche hanno prodotto una serie di effetti collaterali. Intanto il via delle qualificazioni è slittato di un giorno, con l'intero tabellone preliminare spostato al Tennis Club Pozzuoli, unica sede dell'evento nelle giornate di domenica e lunedì. Il campo in Greenset è stato dichiarato agibile solo martedì, a differenza di quanto aveva detto Villari nella conferenza stampa di domenica 16, nella quale aveva ribadito più volte che il main draw sarebbe partito regolarmente lunedì. Al contrario, è andata così.
Lunedì 17: turno di qualificazione soltanto a Pozzuoli
Martedì 18: singolari sull'Arena (unico campo disponibile a Napoli), doppi a Pozzuoli
Mercoledì 19: singolari sull'Arena e un solo match sul Campo d'Avalos, agibile solo dalle 17 alle 19.10, doppi a Pozzuoli
Giovedì 20: singolari sull'Arena e sul Campo d'Avalos, doppi a Pozzuoli
Venerdì 21: tabelloni e sedi tornate alla regolarità

LA QUESTIONE UMIDITÀ E BIGLIETTI
Visto il ritardo accumulato per la questione legata alla superficie, la sessione serale è un po' implosa su se stessa. Rimane il fatto che il programma è stato interrotto a match in corso alle 20.30 di martedì e giovedì, addirittura alle 19.30 mercoledì. C'era il problema dei biglietti già venduti: sul punto gli organizzatori si sono comportati piuttosto bene, offrendo l'opzione rimborso o la ricollocazione in altra sessione, anche se non sono mancate tensioni con il pubblico per una comunicazione non sempre ottimale e/o tempestiva. Semmai, fino al mercoledì hanno continuato a utilizzare il termine “Sessione Serale”, che giovedì è stato sostituto con un più corretto – ma imbarazzante - “Sessione 2”.

PROBLEMI ACCESSORI
Alle questioni principali se ne sono aggiunte altre secondarie, che però hanno acquisito una certa visibilità in virtù del contesto di confusione. In primis, lo sfratto del doppista Nicolas Barrientos, che ha trovato i suoi effetti personali in mezzo al corridoio della sua stanza d'hotel dopo aver perso il match di doppio. Un disservizio importante, che Villari ha tamponato in prima persona invitando a pranzo il colombiano e la moglie, ricucendo il rapporto. Pare che abbia strappato la promessa di riaverlo a Napoli. Ammesso che Napoli ospiti di nuovo un torneo ATP. Si è poi discusso di un black out idrico nell'hotel ufficiale, che avrebbe causato inevitabili disagi ai giocatori. Sarebbe disonesto attribuire colpe agli organizzatori, visto che il problema ha riguardato diverse aree della città. Semmai, si può osservare che forse sarebbero state necessarie più vetture per la transportation, o almeno un aumento delle stesse quando Pozzuoli è diventata un asset strategico del torneo. Un problema ben più sostanziale, ma meno adatto a titoli sensazionalistici.

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LA COMUNICAZIONE
Questo è un punto molto delicato. Lo sport, come altri ambiti, soffre della distinzione sempre più sfumata tra giornalisti e comunicatori. I primi dovrebbero raccontare la realtà senza alcuna ingerenza esterna. I secondi hanno un committente e devono lavorare per la sua immagine. Legittimo, ma a volte il ruolo si fa un po' borderline, si flirta con il conflitto d'interesse e l'esito non è dei migliori. Non c'è dubbio che la comunicazione mainstream (salvo poche eccezioni) abbia comunicato una realtà particolarmente edulcorata. Il picco si è raggiunto con un servizio del TG3 regionale, in cui è stata fornita una descrizione del torneo ai limiti del surreale. L'host broadcaster SuperTennis ha ignorato quasi del tutto i problemi, così come la stampa locale ha dato voce esclusivamente alle parole e ai proclami degli degli organizzatori, senza un reale contradditorio. Cosimo Napolitano, parlando con l'agenza DIRE, ha definito imbecilli quelli che hanno fatto polemica sui social. Ne è venuto fuori un cortocircuito: da una parte, una realtà raccontata secondo determinati filtri, dall'altra la rabbia di tanti spettatori paganti, l'incredulità di chi non aveva legami diretti col torneo e le (antipatiche e inopportune) considerazioni sulla città di Napoli. E non sono mancate le frecciate reciproche. Anche dopo la fine del torneo, Villari e Napolitano hanno trovato spazio sui media, sostenendo che si candideranno per ospitare ancora tennis negli anni a venire. “Ammesso che ce lo facciano fare”. E sono spuntate anche teoriche collocazioni a maggio e giugno. La verità è che il ritorno di Cina e (si spera) Russia dovrebbe togliere spazio a eventi temporanei, e da anni la tendenza ATP è di non aggiungere nuovi tornei a quelli esistenti, semmai ridurre. L'unica chance, dunque, è acquistare una licenza dagli attuali. Non è impossibile, visti gli accadimenti degli ultimi anni, ma saremmo francamente stupiti se l'ATP decidesse di affidarsi a Napoli. Che, non dimentichamo, aveva strappato un'ottima data per un Challenger sulla terra battuta (la seconda settimana dello Us Open) prima di lanciarsi nell'avventura ATP.

IL FUTURO
Napoli è una città splendida e non c'è dubbio che meriti eventi di prestigio. Tuttavia, non sarà semplice riproporre un torneo in queste condizioni. Intanto è scaduta l'autorizzazione della Sovrintendenza a occupare la Rotonda Diaz, quindi in queste ore è già in corso lo smantellamento dell'Arena: la Rotonda che dovrà essere totalmente sgombra entro il 31 ottobre, a differenza dei proclami sentiti nei mesi scorsi, in cui si parlava di un utilizzo multifunzionale e prolungato dell'Arena, con eventi di vario tipo. Lo stesso TC Napoli si era candidato per la gestione. Adesso ci sono altri problemi da risolvere. Non crediamo alle ghigliottine e alle crocifissioni mediatiche, ma adesso non ci sembra il momento adatto per parlare dei prossimi tornei a Napoli.