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ROLAND GARROS

Alejandro dal cuore d'oro

Con l'aiuto di uno psicologo, Davidovich Fokina sta mettendo ordine nella sua genialità. Inoltre mostra un cuore d'oro: ha creato un sito per l'adozione di animali domestici: “Non sopporto che le loro vite vengano disprezzate”. Adesso sfida Casper Ruud.

Riccardo Bisti
3 giugno 2021

Lo so, sembro straniero. Però sono spagnolo, eh?”. Alejandro Davidovich Fokina deve ricordarlo spesso, soprattutto con chi non lo conosce. D'altra parte, il mix tra cognome e capelli dorati fa pensare a un vichingo o giù di lì. Il suo nome è noto agli appassionati da qualche anno, quando vinse il titolo junior a Wimbledon. Da allora non è stato tutto rose e fiori, ma ha dimostrato di non essere un bluff. Nella grande prateria della parte alta del tabellone, beh, può dire la sua. Di certo è tra i più forti tra quelli non compresi tra le teste di serie. Proverà a dimostrarlo al terzo turno, quando sfiderà il rampante Casper Ruud. Qualcuno vede il norvegese già nei quarti, addirittura in semifinale. Il rubio di Malaga proverà a sorprendere tutti, adesso che non ha più la pressione di un tempo. “La vittoria a Wimbledon mi ha cambiato la vita. In meglio, ma anche in peggio: nei due mesi successivi, non potevo stare letteralmente su un campo da tennis. Ho notato che la gente aveva gli occhi su di me e sentivo molta pressione. Avevo 18 anni ed è stata la cosa più importante che avessi mai ottenuto.

Sentivo di dover dimostrare di fare bene a ogni torneo, ma questo non aiuta. Non ero nel panico, ma avevo paura. Per uscirne, ho dovuto lavorare quotidianamente con uno psicologo. Con il tempo mi sono reso conto che è una paura necessaria, da affrontare e superare”. Sin da piccolo, Davidovich è un ragazzo elettrico. Vivace. Iperattivo. Ha iniziato a giocare sul lungomare del suo paese natale (La Cala del Moral, nei pressi di Malaga). Con lui c'era il padre, un ex pugile russo. Sin dall'età di 12 anni ha iniziato a lavorare con uno psicologo, Antonio de Dios, con l'obiettivo di canalizzare nel modo giusto le sue infinite riserve d'energia. “Piano piano ci sto riuscendo – racconta – prima certe cose erano un argomento tabù. Sembrava che avere uno psicologo significasse essere una cattiva persona. Non è affatto così. In realtà è impossibile superare da soli le paure, o anche soltanto migliorare i propri punti di forza. Ci vuole qualcuno al tuo fianco che sia in grado di guidarti e sappia come funziona la tua testa”. Il merito di chi ha lavorato con Davidovich è stato il non stravolgere la sua natura. Ancora oggi, ha il cuore di un ragazzino.

ASICS ROMA
"Vorrei entrare tra i primi 3, però solo quando si saranno ritirati Nadal, Djokovic e Federer. Prima di allora, ammetto che è un po' complicato..."
Alejandro Davidovich Fokina

La vittoria a Wimbledon junior: "Mi ha cambiato la vita, sia in meglio che in peggio"

Davidovich possiede quel pizzico di follia che definisce il suo stile di gioco. E non solo perché gioca con calzini di colore diverso. A Parigi sta facendo il suo dovere, con la facile vittoria su Mikhail Kukushkin e quella ben più difficile contro Botic Van de Zandschulp, domato solo al decimo game del quinto set. Le sue piccole follie potranno tornare utili contro Ruud, che invece è l'esatto opposto: inquadrato, ripetitivo, solido. Però può andare in difficoltà contro un creativo, come dimostrato al primo turno da Benoit Paire. E allora Davidovich potrebbe essere avversario ostico, sorprendente. “Ho i miei momenti e faccio cose un po' folli, che gli altri non fanno”. Per esempio, serve dal basso e possiede grande padronanza del tweener. Una volta ne ha fatto uno a Djokovic, durante un allenamento, e il filmato è diventato virale sui social media. “Però il tennis mi sta dando serenità e sono sempre più calmo. Se giocassi ogni punto con questo piccolo stato d'ansia, probabilmente non sarei dove mi trovo adesso”.

Oggi si trova al numero 46 ATP, a una sola lunghezza dal best ranking ottenuto qualche settimana fa. Non c'è dubbio che il suo tennis valga di più: manca solo quello step sul quale sta lavorando, insieme al suo coach di una vita Jorge Aguirre e a chi lo segue sul piano mentale. Davidovich è molto impegnato anche fuori dal campo: non solo si diverte in cucina, ma ha sposato la causa degli animali. Non si limita a un sostegno, ma ha scelto di muoversi attivamente: ha progettato una piattaforma di supporto per facilitare cura e adozione di cani, gatti e altri animali domestici. “Tutto è cominciato a inizio pandemia – racconta – ho letto che gli abbandoni degli animali erano aumentati del 25% e l'ho trovato molto triste. Inoltre la Spagna è il paese europeo con il più alto tasso di abbandono scolastico. Quando l'ho letto, ho cambiato il mio modo di pensare”.

Alejandro Davidovich Fokina compirà 22 anni sabato prossimo. Spera di festeggiarli con un ottavo di finale al Roland Garros

Lo scorso anno, Alejandro Davidovich Fokina ha raggiunto la seconda settimana allo Us Open. Proverà a ripetersi a Parigi

Una maturità che si è riflessa anche sul tennis. Fino a un anno fa non lo guardava per nulla, mentre adesso è un attento osservatore. “Osservare gli altri è fonte d'ispirazione. Quando entri nel circuito, hai bisogno di capire cosa fanno i giocatori in certi momenti. Se sbagliano anche Djokovic e Nadal, come posso essere infallibile io? Osservare aiuta a relativizzare”. Questa consapevolezza gli ha permesso di raggiungere gli ottavi allo Us Open. Sulla terra rossa ha fatto buone cose: quarti a Montecarlo, semifinale all'Estoril e ottavi a Roma. “Sono ancora giovane e mi sto costruendo, però ho molta fame e ci proverò. In questo momento sto ancora sistemando la testa”. Quando gli chiedono fino a dove arriverà, preferisce non porsi limiti. “Non lo so. Una volta tra i top-100 è tutto più facile. Voglio salire ancora perché è il mio posto, mi alleno ogni giorno per quello. E poi odio perdere, anche quando gioco a bocce. Vorrei entrare tra i primi 3, però solo quando si saranno ritirati Nadal, Djokovic e Federer. Prima di allora, ammetto che è un po' complicato...”.

E giù una risata. In attesa di vincere sul campo da tennis, lo sta facendo nella vita. Non è da tutti avviare un progetto come il suo Adoptas.org. “Un animale non è un giocattolo, ma in Spagna troppe persone non ne sono consapevoli. Alcuni pensano che sia corretto tenerli per un po' e poi lasciarli. Non deve essere così. Siamo nel 21esimo secolo e mi fa infuriare che la vita di un animale sia disprezzata, quindi ho creato questa piattaforma in cui facciamo da tramite tra le varie associazioni e chi vuole adottare. Abbiamo creato una serie di filtri per snellire e facilitare il processo. Inoltre da qualche mese stiamo lavorando per mettere in piedi una fondazione che aiuti le strutture a ottenere risorse, sia per i pasti che per la cure veterinarie”. Secondo Alejandro, questo struttura funziona molto bene in varie nazioni, e la Spagna può solo prendere esempio. Sul campo sogna di vincere Wimbledon, il suo torneo preferito. Se mai un giorno dovesse riuscirci, avrebbe una storia in più da raccontare.