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A Fognini il derby delle (grandi) polemiche

Il ligure vince al tiebreak del quinto set nel derby tricolore. Caruso spreca un matchpoint. Polemica nel finale, quando alla stretta di mano i due se ne sono dette di tutti i colori. Pochi patemi, invece, per Berrettini: passa in quattro set con Machac.

Riccardo Eger
11 febbraio 2021

Un Fabio Fognini in chiaroscuro avanza al terzo turno: sconfitto Salvatore Caruso in una maratona cinque set, con il punteggio di 4-6 6-2 2-6 6-3 7-6 (12). Il primo scambio del match, di ben 32 colpi, è la cartina tornasole di un incontro piuttosto divertente, con soluzioni tattiche diverse dal tipico schema servizio-dritto ormai predominante nel circuito maschile. Partenza arrembante di Caruso, che gioca molto aggressivo e vince parecchi scambi prolungati. Imposta la partita sulla diagonale di rovescio, impedendo a Fognini di spostarsi per scaricare le sue frustate di dritto. Sfrutta la prima palla break nel settimo gioco ed è bravo a contenere il ritorno di Fognini: il primo parziale finisce 6-4. I due continuano ad avere modeste percentuali di prime palle, giovando alla spettacolarità dell’incontro.

Il ligure reagisce e si avvicina gradualmente alla linea di fondo assumendosi qualche rischio in più. Vince con agio il secondo set, complice un Caruso troppo poco incisivo con il servizio. Ora è il Fognini a cui siamo abituati, non attendista ma intraprendente, costringe il siciliano a fare il tergicristallo ed effettua qualche sortita a rete molto elegante. Autentico passaggio a vuoto all’inizio del terzo parziale: Fognini sparacchia via qualche dritto di troppo e in un attimo subisce il doppio break. Dopo il quinto game richiede l’intervento del fisioterapista per farsi sbloccare le caviglie, entrambe doloranti. Evidentemente limitato nei movimenti, non spreca ulteriori energie per tentare di recuperare un set ormai gravemente compromesso. Ma i capovolgimenti di fronte non si esauriscono qui: proprio quando Caruso sembrava galvanizzato e lanciato verso la vittoria, ecco che Fognini riprende a martellare. Il ligure opera il sorpasso nel sesto game e vince con merito il quarto set. È volitivo ma un po’ macchinoso nei movimenti, tende a liberarsi in fretta dello scambio. Caruso rischia meno, ma paga un paio di gratuiti dettati – probabilmente – anche da un briciolo di tensione.

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Al termine del match, dopo l’urlo liberatorio di Fogna, va in scena un teatrino abbastanza deplorevole. Salvatore contesta a Fabio di avergli mancato di rispetto più volte, reo di aver inveito più volte in maniera plateale contro alcuni suoi colpi considerati fortunosi.

Il quinto set è molto avvincente, il ligure delizia il pubblico della John Cain Arena con alcune accelerazioni fulminanti. È sempre Fognini l’interprete con più spirito d’iniziativa, tuttavia anche Caruso non tarda a prendere in mano le redini dello scambio, quando ne ha la possibilità. Totale equilibrio fino al sesto gioco, in cui Caruso scivola nel tentativo di recuperare una smorzata e si fa male al piede sinistro. In un primo momento sembrava molto dolorante, poi in realtà riuscirà a concludere l’incontro senza evidenti limitazioni negli spostamenti, anche grazie al ghiaccio e a una vistosa fasciatura. «Preferisco morire piuttosto che ritirarmi» dice Caruso durante il medical time-out. Terrà fede alla sua promessa. Ormai ogni schema è saltato ed è una gara senza esclusione di colpi. Caruso è costretto agli straordinari per rimanere nel match: annulla complessivamente tre palle break con molto coraggio. L’epilogo più azzeccato, per un match che somiglia più a un romanzo che a una partita di tennis, non poteva che essere il tiebreak a 10. Caruso allunga sul 5-1 ma viene subito affiancato da Fognini sul 5-5.

Non conta più la tecnica, serve buttare il cuore oltre l’ostacolo per vincere la battaglia di nervi. Caruso rimane a galla con alcune scelte temerarie, impatta un paio di rovesci lungolinea alla Fognini e rifugge la sconfitta con ogni mezzo a disposizione. Annulla un matchpoint sul 9-8 e un altro sul 10-9, al termine di scambi mozzafiato. Se ne procura uno a favore sull’11-10 con un altro vincente lungolinea, ma qui emerge tutta l’esperienza di Fognini che annulla il match point con un’insidiosa variazione in back e poi spara un ace al centro (appena il quinto in 3 ore e 37 minuti di partita). Caruso ancora non si arrende e si porta sul 12-12, attacca in modo consistente ma viene passato da Fognini con un rovescio straordinario. Una prima vincente sugella il trionfo del ligure. È la ventitreesima vittoria al quinto set in carriera, su 36 match in cui Fognini si è ritrovato a giocarlo.

Il battibecco tra Fabio Fognini e Salvatore Caruso ha fatto il giro del mondo

Al termine del match, dopo l’urlo liberatorio di Fogna, va in scena un teatrino abbastanza deplorevole. Salvatore contesta a Fabio di avergli mancato di rispetto più volte, reo di aver inveito più volte in maniera plateale contro alcuni suoi colpi considerati fortunosi. «Non posso dire che c’hai culo!?». In effetti, Caruso ha pizzicato la riga in un paio di occasioni cruciali del tiebreak, e Fognini è stato anche sanzionato con un warning per audible obscenity in seguito ad alcune sue lamentele piuttosto colorite. A parte sottolineare che ovviamente le righe fanno parte del campo e si colpiscono soprattutto per bravura, speriamo che questo dissidio possa rimanere solo uno screzio dettato dal nervosismo del momento. Il prossimo ostacolo del 33enne di Arma di Taggia sarà Alex “Demon” De Minaur, che si è guadagnato questo soprannome per quel suo modo di lottare, di restare aggrappato alla partita a tutti i costi come un tempo faceva un altro australiano piuttosto grintoso. 

L'australiano è uno dei giocatori che più si è messo in mostra in questo inizio di stagione, vincendo agevolmente il torneo di Antalya. Tra i due non ci sono precedenti, ma De Minaur potrà giocare sulla sua superficie preferita e sfruttare il fattore campo, sfruttando il sostegno pubblico australiano che in questi giorni è tornato a riempire gli spalti, dopo mesi in cui il tennis professionistico era stato avvolto da un silenzio tombale. Gli elementi giocano a favore del giovane aussie, ma il Fognini visto di recente, al netto di guai fisici e momenti di sbandamento, sembra essere tornato ad esprimere un buonissimo livello di gioco. Una volta superato questo scoglio l’avversario successivo sarebbe presumibimente Rafael Nadal, contro il quale Fognini ha sempre avuto il dente avvelenato. A quel punto niente gli sarebbe precluso, viste le incerte condizioni fisiche dello spagnolo, che non ha giocato l’ATP Cup per via di un fastidio alla schiena. Un passo alla volta, step by step. Sognare è lecito, tifare è d’obbligo.